No, non vi darò un link per comprare la key di Black Ops 12 a pochi pleuri.
Oggi si parla di robina seria, prendete pala, picozza e pennello da archeologo e andiamo a scavare nel passato.
Ricordate il clamore che suscitò il caso delle key disattivate da EA e Ubisoft? Bene.
Ricordate il trambusto creato anche abbastanza di recente da molte case, come ad esempio Riot e Tiny Build verso il colosso G2A.com? Ottimo.
Ora smembriamo il tutto e cerchiamo di capire come funziona questo mercato grigio e quali sono le catastrofi che arrecheranno se non si inverte la rotta.
In sostanza è tutto piuttosto semplice ma cercherò di essere più chiaro e conciso possibile. Nel primo caso EA bloccò in blocco, si lo sapete che adoro ‘sti giochi di parole, praticamente tutte le key riguardanti giochi come Far Cry 4 e Far Cry Primal perchè si riteneva fossero state acquistate con carte di credito rubate sulla loro piattaforma di distribuzione digitale chiamata Origin. Dove sta l’inghippo, anche chi ha acquistato per vie lecite la propria key, s’è visto privato dei sopracitati giochi. Perchè? Le key generate dal sistema Origin all’origine, MAMMA L’HO FATTO DI NUOVO, non furono riscattate dagli acquirenti ma rimesse in vendita sui noti portali come G2A e Kinguin, risultando quindi alla fine del processo truffaldino identiche, in quanto originali, CRISTO, a quelle comprate legittimamente.
Cosa succede a questo punto. Il proprietario della carta di credito denuncia il furto, la carta viene bloccata e i soldi restituiti, il sito di key ormai si è intascato i soldi e l’acquirente finale, complice suo malgrado, ha già riscattato la chiave di gioco. Chi ci rimette? In prima istanza lo sviluppatore in quanto a conti fatti ha la sua key in circolazione e successivamente, beh lo analizzeremo più avanti.
Lo sviluppatore si vede quindi costretto a tre possibili scenari:
- Controlla singolarmente ogni key, uno sforzo titanico per EA, figuriamoci ad esempio per la povera Tiny Build;
- Invalida in blocco tutte le key uscite, andando quindi ad arrecare un danno a chi ha legalmente acquistato il gioco;
- Non fa nulla e perde un barile di soldi.
Quindi i siti di key sono dei centri di riciclaggio del denaro? Nì. Ci sono persone che come me ogni tanto si ritrovano delle key in più e per arrotondare provano a venderle, sicuramente non sono tutti truffatori all’interno di quei siti. Certamente è lecito domandarsi quale sia la percentuale, ma non ci è dato saperlo.
Passando al caso Tiny Build, questo sviluppatore indie che conosciamo bene per SpeedRunners, Punch Club e Party Hard, ha denunciato mancati incassi per circa 450mila dollari. Una realtà così piccola mi chiedo, con così pochi dipendenti, come potrebbe fare per mettere in atto i punti precedentemente elencati? Perderebbe una montagna di soldi in ogni caso, tranne nel secondo punto dove si farebbe anche una pessima pubblicità, e sappiamo benissimo quanto sia difficile emergere al giorno d’oggi sul web.
Lo sviluppatore è arrivato addirittura a dire che è molto migliore l’ipotesi dei suoi giochi piratati che non venduti a così poco sui siti di key, scalpore fece infatti un tweet qualche settimana fa che recitava pressappoco “Meglio pirati che ladri”.
In conclusione, da una parte abbiamo le case tripla A con ricavi milionari, probabilmente toccate in maniera marginale da queste “perdite“, dall’altra la casa indie che rischia il fallimento e la bancarotta.
Al centro ci siamo noi, poveri str**zi, che giustamente, cerchiamo di risparmiare un pò.
Io sono però dell’idea, da affezionato acquirente di questi siti di key, che presto o tardi TUTTE le case potrebbero perdere interesse a sviluppare per il mercato PC, o perlomeno potrebbero metterlo in secondo piano a causa di guadagni considerevolmente inferiori rispetto ad altre piattaforme.
PS: all’inizio vi ho citato la Riot Games, beh, ha annunciato ufficialmente di non aver mai avuto a che fare con G2A e ha chiesto il ritiro dei propri prodotti dal noto portale, rifiutando ogni futura collaborazione anche solo come sponsorizzazione.
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