La scorsa estate la Blizzard decise di querelare un famoso creatore di programmi destinati al cheating, tale Bossland, per “violazione del copyright, concorrenza sleale e violazione della disposizione antielusiva DMCA”. Gli sviluppatori di Overwatch chiesero come risarcimento ben 8.5 milioni di dollari, a cui Bossland ovviamente si oppose. Che dire, il giudizio finale ha superato le aspettative di mamma Blizzard: la corte di California ha infatti ordinato a Bossland di sganciarne 8.6 (milioni).
Blizzard ha giustamente accusato Bossland di aver “alterato i loro giochi senza permesso”. Violazioni del copyright, alterazioni e concorrenza sleale che sono state rinvenute in ben 42,818 casi. Il sito ufficiale è comunque ancora in funzione e da informazioni (a volte contrastanti e/o rassicuranti) proprio sui fatti in questioni.
“Botting is not against any law” citava fieramente il loro sito. E invece no! La parte più divertente è sicuramente questa, visto che adesso trovate scritte tipo: “Botting in Diablo 3 is not against any law, except in Germany.” LoL.
La Bossland produce Bot (i famosi software che, sostanzialmente, giocano al posto tuo) per praticamente tutti i giochi di punta: da Pokémon Go, WoW, Diablo 3 fino a Hearthstone e addirittura FF:14 A Realm Reborn. Sono, probabilmente, i metodi più intossicanti dell’esperienza videoludica complessiva, odiati da sempre da tutti i giocatori onesti. Il tema è così rilevante da meritare un editoriale in cui saranno fornite, in maniera esaustiva, le nostre posizioni. Intanto godetevi la news e sperate forte che da qui a breve la Bossland possa chiudere definitivamente.
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