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Minecraft al servizio dell’istruzione?

Minecraft è da sempre strumento per dare sfogo alla propria creatività o capacità di riproduzione di scenari esistenti.

Ma oggi quello che vi presentiamo è un video molto simpatico in cui NBC Left Video (una costola dedicata al sociale di NBC) utilizza Minecraft per spiegare un paio di cose sulle leggi che riguardano il nostro satellite.

Cliccka per guardare il video da fonte ufficiale!

Da notare come prima cosa che il video è fatto discretamente bene.

In un mondo come il nostro, dove l’informazione dei media è alquanto approssimativa (carattere che peggiora quando si parla o si usano videogiochi negli articoli), bisogna fare un plauso a quelli di NBC di aver realizzato un video (immagino avranno chiamato un giocatore esperto per la creazione) in cui le immagini che ci vengono mostrate vadano di pari passo a quello che ci viene spiegato, e non è cosa da poco.

In seconda battuta, sebbene il video abbia un carattere divulgativo “leggero”, fornisce un paio di nozioni che penso il 90% di noi ignori completamente.

E fu così che scoprimmo che la Luna è fondamentalmente di tutti e di nessuno, che tutto quello che viene scoperto o trovato sulla Luna deve essere messo a disposizione dell’umanità intera e che non si può andare sulla Luna senza aver chiesto il permesso al mondo.

Praticamente il nostro satellite è l’utopia comunista diventata realtà come mai successo sul pianeta Terra.

Il fenomeno della Luna Rossa finalmente spiegato: è colpa del comunismo sulla sua superficie!

A parte la battuta, devo dire che Minecraft, proprio per il suo genere, si presta benissimo a questo tipo di utilizzo.

Il suo non essere “gioco” ma libero sfogo dell’immaginazione dell’utente (non riesco a chiamarlo giocatore) è un carattere che potrebbe essere utilissimo nell’istruzione moderna.

Inutile fare i moralisti, sappiamo benissimo che più andiamo avanti e più i ragazzini perdono la voglia di studiare rimanendo sempre più lobotomizzati (il termine è pesante, ma chi ha esperienza diretta con la fascia di età 6-12 anni mi può comprendere benissimo) dai mille dispositivi elettronici e videoludici che gli si parano davanti.

Oggi non esiste più la minaccia che un tempo ci facevano i genitori “Se non finisci i compiti ti stacco la Playstation” visto che come minimo un padre/madre di famiglia dovrebbe girare con un EMP stile Matrix o lo Strizza di Ocean’s Eleven per poter spegnere tutti i dispositivi (a partire dallo smartphone finendo alle console, passando per tablet, 3DS, ma anche solo la semplice televisione) che non “permettono” ai ragazzi di compiere il proprio dovere (ma anche, per noi adulti, di procrastinare tante cose).

Per i più anzianotti (come me ormai verso gli “anta”, ma anche quelli nati nei primi anni 90) la minaccia qui sopra proposta era definitiva, a quel punto, volenti o nolenti, ci rimboccavamo le maniche, facevamo quel che dovevamo fare e poi tornavamo ai nostri controller (o nel mio caso nel cortile vicino casa a distruggermi le ginocchia sulla brecciolina giocando a pallone e solo dopo tornavo al controller).

A questo punto, consapevoli che la situazione è questa, bisogna essere intelligenti e sfruttare questa video-ludo-dipendenza.

Da questo punto di vista trovo perfettamente riuscito questo esperimento di NBC utilizzando Minecraft.

Immaginate nelle classi delle scuole elementari e medie di spiegare la storia attraverso i videogiochi, i metodi di costruzione di antichi capolavori, la matematica attraverso giochi a quiz che coinvolgono tutta la classe con i loro smartphone (non facciamo i finti tonti, oggi i bambini dai 6-8 anni hanno già uno smartphone di loro proprietà, che ci piaccia o no).

Come sempre non è lo strumento sbagliato, ma lo è l’utilizzo che ne facciamo, sempre ricordando che il videogioco non è assolutamente il male che molte persone (ovviamente esterne a questo mondo) vogliono dipingere, ma se continueranno ad esserci genitori che permettono ai loro figli di mettere mani su GTA V a 10 anni piuttosto che le avventure del professor Layton, una domanda me la farei.

 

 

 

 

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