Negli ultimi anni è ormai di voga inserire le microtransazioni nei videogiochi, pratica iniziata (giustamente) con i titoli free-to-play ma poi diffusasi anche sui giochi con un prezzo di base che è necessario sborsare per poter giocare. Se per alcuni giochi, come Overwatch, spendere ulteriori soldi è relativamente superfluo, altri hanno causato il malcontento dei consumatori per la loro natura quasi “obbligatoria” e tra questi troviamo Forza Motorsport 7, NBA 2K218 e La Terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra.
Presto però si aggiungerà anche Star Wars Battlefront II, attualmente in fase beta, in cui però è già possibile capire come funzionerà il gioco una volta sul mercato: secondo GameRevolution, infatti, le casse premio non contengono solo oggetti cosmetici, ma anche item per il crafting, crediti e le Star Card, quest’ultime finite appunto nella bufera. Queste Card permettono infatti di potenziarsi durante la partita e i power-up sono tanto più efficaci quanto rara è la carta.
Il problema nasce dal momento in cui nella beta le casse contenenti le Star Card sono ottenibili solo giocando, ma nella versione che troveremo nei negozi saranno acquistabili anche con soldi veri con, appunto, delle microtransazioni. E’ inutile quindi dire come Star Wars Battlefront II potrebbe trasformarsi in un pay-to-win, con persone disposte a spendere molti soldi per comprare le casse e con quindi molta più probabilità di ottenere Star Card rispetto a chi, giustamente, una volta acquistato il gioco vorrà solo divertirsi giocando.
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