Non sapevo che taglio dare all’articolo. Ero indeciso se renderlo uno sfogo degno dello Smerigliatore, o se renderlo l’occasione per un’analisi lucida che, più che polemica verso gli attentatori, fosse solidale verso le vittime. Ho scelto la seconda opzione, credendola la formula più consona e rispettosa per un accadimento del genere. Certo, un pizzico di sana e pura rabbia è inevitabile, rabbia che ho deciso di sfogare con l’immagine di copertina, “FUCK ISIS”. Pur non trattandosi di un’azione rivendicata precisamente da quest’ultimi, scegliendo la sigla più nota l’intento è quello di indicare (e condannare) OGNI tipo di azione e pensiero estremista di matrice islamica. Non si offendano, ovviamente, musulmani rispettosi della legge ma, soprattutto, rispettosi della vita. Mi dispiace solo che oggi molti di voi debbano “vergognarsi”, passare per la religione sbagliata, quando cristiani (e non solo), qualche anno fa fecero anche di peggio. E’ solo questione di tempistiche.
Certo è che nell’800 qualcuno aveva provato ad aprirci gli occhi:
“La religione è il singhiozzo di una creatura oppressa, il sentimento di un mondo senza cuore, lo spirito di una condizione priva di spirito. È l’oppio dei popoli. “, Karl Marx.
Concludendo: amici musulmani, non siete sbagliati. Non più dei colleghi cristiani e affini, almeno.
Se però entrambi iniziaste a impiegare le vostre energie, le vostre sincere speranze di cambiamento in un qualcosa che sia davvero rivoluzionario, oggi potremmo smettere di parlare di ISIS, KKK, mafiosi che prendono a testate giornalisti. Ma questa è un’altra storia. Passiamo alla notizia.
Il 2, 3 e 4 Novembre si è svolta a Tripoli, in Libia, la seconda edizione del Libya Comic Con, prima fiera in assoluto a portare contenuti del genere in quei territori. Tutto bellissimo, ma soprattutto tutto in regola: gli organizzatori, infatti, avevano tutti i permessi necessari per allestire l’evento. Purtroppo, nessun permesso è bastato per evitare che le SDF (Special Deterrent Forces), polizia militare fortemente radicalizzata, facesse irruzione all’evento e arrestasse 20 persone. 6 sono ancora trattenute, le restanti sono state rilasciate dopo essere state malmenate e rasate. Le accuse, come potrete immaginare, sono una più becera dell’altra e tutte perfettamente riconducibili alla stile jihadista. Tutto parte dalla condivisione di contenuti da parte del Comic Con sui social media, condivisione che ha portato alla “estesa diffusione pubblica di atteggiamenti critici”. Atteggiamenti che “intaccavano la morale e la modestia del popolo libico” e che promuovevano eventi che “derivano dall’estero e sfruttano la debolezza della fede religiosa e il fascino per le culture straniere”. Non solo.
Tutti i fermati sono stati inoltre accusati di: “agnosticismo, ateismo, avere idee massoniche, credere in Halloween, distorcere le menti dei giovani e abbandonare l’islam”.
In seguito alla repressione fisica, non poteva mancare la censura multimediale: l’evento Facebook ufficiale del Lybia Comic Con è stato eliminato, così come i video denuncia di David Mack, uno degli organizzatori della fiera.
A nome di tutta la redazione di Parliamo di Videogiochi, esprimiamo la più sincera solidarietà a tutti gli organizzatori, i partecipanti ma soprattutto agli arrestati del Libya Comic Con. Vogliamo inoltre ringraziarli non solo per il coraggio avuto, ma anche per aver tentato di portare il bagliore della ragione in condizioni politiche e sociali inghiottite dal buio dell’odio e dell’intransigenza primitiva. Come comunità videoludica, non possiamo che essere orgogliosi nel sapere che tale tentativo sia stato fatto anche attraverso i videogiochi, che si confermano in grado di ricoprire ruoli sempre più importanti nella nostra società.
“Il sonno della ragione genera mostri”…e dobbiamo essere pronti ad affrontarli, non più solo in-game. Ora più che mai.
Please enable JavaScript to view the comments powered by Disqus.