Playerunknown’s Battlegrounds potrà entrare nel mercato videoludico cinese, dopo aver ricevuto l’assenso del governo. Come parte dell’accordo fra i dev e la Cina, il gioco dovrà apportare dei cambiamenti che si conformino ai “valori fondamentali del socialismo”, una formula che non fornisce ulteriori dettagli.
In genere gli adattamenti non riguardano solo la politica, ma anche le pratiche culturali – o, come ha dichiarato Tencent, “i valori fondamentali del socialismo, la cultura tradizionale cinese, e le regole morali”. E in effetti, spesso i cambi richiesti in Cina sono proprio di natura culturale: qui trovate diversi esempi di cambiamenti apportati alla versione cinese di World of Warcraft, molti dei quali vengono incontro all’aversione dal mostrare scheletri o cadaveri.
Tuttavia, l’ideologia spesso assume un ruolo di primo piano. NetEase, un rivale diretto di Tencent, ha placato i censori cinesi aggiungendo, nel suo titolo battle royale, degli stendardi rossi, accompagnati da affermazioni come “salvaguardate la sicurezza nazionale, salvaguardate la pace mondiale”.
Playerunknown’s Battlegrounds ha indubbiamente conosciuto un successo sorprendente finora, e avere accesso al mercato cinese potrebbe aprire nuove possibilità per i dev. La Cina potrebbe chiedere a Tencent di adeguare la sua rappresentazione della morte alla sensibilità culturale cinese, o di rendere omaggio al lavoro del Partito, o anche solo di modificare il suo sistema di loot boxes, come ha dovuto fare anche Overwatch. Per saperlo con certezza possiamo solo attendere.
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