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Il governo neozelandese ritiene che le loot boxes non siano gioco d’azzardo

WELLINGTON, NEW ZEALAND - OCTOBER 20: New Zealand flags fly in front of The Beehive during the Commission Opening of Parliament at Parliament on October 20, 2014 in Wellington, New Zealand. This is the first ceremony for the official opening of New Zealand's 51st Parliament. (Photo by Hagen Hopkins/Getty Images)

La polemica sulle loot boxes non ha solo causato accesi dibattiti fra i consumatori ed appassionati di videogiochi, ma ha attirato l’attenzione di consulenti d’investimento e governi. Almeno uno di questi, il governo della Nuova Zelanda, ha raggiunto una decisione sull’annoso dibattito sulle loot boxes e la loro potenziale natura come gioco d’azzardo.

Per il Department of Internal Affairs, ovvero il ministero dell’interno neozelandese, le loot boxes non posseggono i requisiti legali per essere classificabili come scommesse. Lo afferma lo stesso ministero in uno scambio d’email con Gamasutra, spiega che le loot boxes (ed i loro contenuti) non sono convertibili in denaro e non contengono premi in denaro, quindi perlomeno secondo la legge neozelandese, non possono essere considerate gioco d’azzardo. Inoltre, scommettere online non è vietato in Nuova Zelanda.

Non tutte le opinioni espresse finora dai governi sono state moderate ed attendiste quanto quella neozelandese. Dallo Stato americano delle Hawaii ad un senatore francese, e con Olanda e Belgio in prima fila, la polemica resta spinosa. Quantomeno per il mercato neozelandese, però, le software houses che implementano il sistema non dovranno aspettarsi problemi legali a breve termine.

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