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Dragon Quest Builders (Switch) – Recensione

Dragon Quest Builders rappresenta per il sottoscritto una doppia prima volta: il mio primo gioco su Nintendo Switch e prima esperienza con un titolo Sandbox

Per chi non lo sapesse, per Sandbox si intendono quei giochi in cui gli sviluppatori lasciano completa libertà al giocatore di fare fondamentalmente quello che gli pare, fornendogli solo gli strumenti per costruire un mondo intorno al proprio personaggio, con unico limite pazienza, fantasia e “capacità di progettazione”. Personalmente non sono mai stato molto attratto da questo genere, ma la combinazione data dalla portabilità della Nintendo Switch e il character design preso dal mondo creato da Akira Toriyama mi hanno convinto a provare Dragon Quest Builders.

Concettualmente Dragon Quest Builders non si discosta molto dal ben più famoso gioco della Microsoft, quindi anch’esso permette di costruire praticamente quello che si vuole, ma all’atto pratico le differenze tra i due titoli ci sono e si vedono: Dragon Quest Builders ha un’anima RPG che permette anche ai giocatori come il sottoscritto di potersi godere il sistema di gioco. La storia è molto semplice: il nostro personaggio è il Prescelto per salvare il mondo, in quanto ultima persona rimasta a saper “costruire”. Per costruire si intende la capacità di combinare vari elementi insieme per creare oggetti nuovi e possedendo questa capacità, il nostro compito è quello di restituire a questo mondo l’immaginazione e la creatività ed ovviamente di fare fuori il cattivone di turno, responsabile di quanto accaduto.

Mancandomi due dei tre requisiti che ho elencato sopra, nello specifico fantasia e capacità di progettazione, mi sono sempre tenuto alla larga dai giochi alla Minecraft, visto che preferisco di gran lunga titoli “story driven“, che mi diano un chiaro scopo o comunque un obiettivo, seppur ripetitivo, da raggiungere.

Ed è proprio in questo che Dragon Quest Builders riesce ad attirare l’attenzione di giocatori come il sottoscritto: il gioco è suddiviso in capitoli e ogni capitolo è disseminato di quest da completare, spesso e volentieri ricorrendo anche all’utilizzo di armi per sconfiggere dei nemici (come non riconoscere gli iconici Slime del mondo di Dragon Quest proprio nelle prime battute di gioco?), ma lasciando sempre la capacità di costruire come cuore del titolo. Non mancano anche delle boss fight a fine di ogni capitolo che ci fanno impegnare un po’ di più dei semplici combattimenti nell’open world, ma mai nulla di frustrante o impossibile.

Square Enix ha dunque creato un Sandbox RPG, un ibrido che prende il meglio dai due generi e cerca di combinarli, riuscendoci, a mio avviso, alla perfezione, grazie anche ad un sistema di controlli e comandi veramente intuitivo, che permette a chiunque di mettersi alla console e giocarci.

Per costruire gli edifici basta seguire le istruzioni sui progetti, stile Ikea. P.S.: Pippa in italiano è stata ribattezzata Britta!

La suddivisione in capitoli e quest ha un duplice scopo: il primo è quello di separare il mondo di Dragon Quest Builders in zone più “piccole” in maniera tale da non spaventarci con chilometri quadrati di blocchi pixellosi, il secondo è quello di tenere il giocatore incollato allo schermo proponendogli sempre qualcosa di nuovo da fare e, complice anche la natura portatile di Nintendo Switch,  riesce benissimo in questo obiettivo, visto che anche nelle più piccole pause è possibile completare un pezzo di avventura. Un piccolo appunto va fatto però al sistema di quest utilizzato visto che non esiste un Quest Log che ci permetta di ricordarci cosa dobbiamo fare (magari appena ripresa in mano la console dopo qualche ora), ma dobbiamo girare e parlare con gli NPC per scoprire i nostri obiettivi. Una piccola mancanza che però poteva essere tranquillamente evitata con un pelino di attenzione in più.

Ovviamente come altri Sandbox, anche Dragon Quest Builders ha una sua modalità di costruzione libera, sbloccabile dopo la fine del primo capitolo. Progredendo nello Story Mode, si ottengono nuove ricette e zone di gioco da esplorare in questa modalità chiamata Terra Incognita. La più grande mancanza di questo titolo è però l’assenza della modalità multiplayer, che ha fatto le fortune di Minecraft, ma in compenso sarà possibile condividere le nostre creazioni con altri giocatori, permettendo loro di vivere nel mondo da voi creato. Da un lato viene a mancare una componente fondamentale che ha decretato il successo del gioco della Microsoft, dall’altra saremo al riparo da fastidiosi griefer, il cui unico scopo è infastidire e distruggere quanto creato dagli altri giocatori.

Ma non vi preoccupate: l’appuntamento è rimandato solo di qualche mese con Dragon Quest Builders 2, in arrivo in questo 2018 sia su PS4 che su Nintendo Switch, dove la modalità multiplayer sarà implementata.

Probabilmente non avrei mai acquistato e giocato su PS4 un titolo del genere, ma su Nintendo Switch, Dragon Quest Builders risulta un ottimo titolo, riuscendo a fornire svariate ore di divertimento con il suo Story Mode e allo stesso tempo, regalandoci gli strumenti per costruire il nostro personale mondo. Non fatevi ingannare dai miei screen in lingua inglese (è un mio vezzo avere i sistemi operativi in lingua): il gioco è completamente localizzato in italiano e quindi non ci sarà nessuna barriera linguistica che potrebbe limitare la vostra esperienza su Dragon Quest Builders. Comprensibilmente, rispetto alla versione della console di casa Sony, il gioco su Nintendo Switch deve cedere qualcosa a livello grafico, soprattutto in modalità portatile, mentre quando è dockata Dragon Quest Builders gira a 720p.

Unica avvertenza: potreste trovarvi spesso a fare notte per finire di costruire qualcosa senza accorgervi dell’orario!

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