Durante il fine settimana alcuni giocatori di Rainbow Six Siege hanno dichiarato di essere stati bannati a causa dell’uso di insulti razziali. Quelli che sono stati bannati hanno scritto tali insulti tramite il sistema di chat in-game, non tramite chat vocale.
Come riportato da PC Gamer, un giocatore di Rainbow Six Siege ha scritto su Twitter di essere stato cacciato da una partita e bannato. Il giocatore aveva scritto “nibba” nella chat, termine dispregiato per indicare le persone di colore.
Sembra che il ban fosse solo temporaneo, di 30 minuti, ma anche un ban breve dimostra che Ubisoft sta prendendo seriamente in esame la questione, ben descritta e vietata dal codice di condotta del gioco così come le minacce, gli abusi, gli insulti razzisti, sessiste o altri comportamenti diffamatori.
Le prime infrazioni comportano un ban di 30 minuti, mentre una reiterazione comporta un ban di due ore. Dopo la terza volta, il team indaga sull’account utente e può anche infliggere un ban permanente a seconda della gravità. Ubisoft ha annunciato già ad aprile che avrebbe affrontato e sconfitto la tossicità presente in Rainbow Six Siege. L’azienda ha affermato che avrebbe monitorato il comportamento negativo dei giocatori e implementato funzionalità per migliorarlo.
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