Se avete avuto una brutta giornata, magari una di quelle in cui avete dubitato delle vostre capacità relazionali, lavorative o semplicemente organizzative, è meglio se smettete di leggere qui. A meno che non siate masochisti e vogliate sentirvi ancora più inutili e falliti. Quello che probabilmente alla stragrande maggioranza di noi non riuscirà mai nella vita, è infatti riuscito ad una bambina di sette anni che, da sola, ha creato e poi pubblicato il suo primo videogioco su Steam chiamato Answer the Question.
Penny McDonald, figlia di uno sviluppatore chiamato Lance McDonald, vedendo ogni giorno suo padre lavorare si è incuriosita sempre di più, chiedendogli se anche lei un giorno avesse potuto sviluppare un videogioco. Quel “giorno” è arrivato molto presto, visto che le è bastato un vecchio Windows 98 e un libro di QBasic per rendere realtà ciò che Penny aveva in mente.
La bambina inizialmente aveva intenzione di creare un gioco d’azione, ma poi resasi conto di non esserne in grado, si è “limitata” a crearne uno in cui il giocatore è sottoposto ad una serie di domande matematiche alla quale, ovviamente, bisogna rispondere correttamente.
Poterci giocare però non era sufficiente per Penny, che a questo punto ha chiesto al padre di aiutarla a pubblicare Answer the Question su Steam: inizialmente ci sono stati dei problemi dovuti al logo non ritenuto sufficientemente “di qualità” per la piattaforma online, ma subito la bambina si è messa al lavoro anche per disegnarne uno nuovo che, poi, è stato accettato.
Il gioco dunque è da qualche giorno disponibile su Steam e ha già una decina di recensioni positive: molte di queste fanno riferimento all’età della bambina, quindi è probabile che i giocatori siano stati clementi nelle votazioni tenendo anche conto da chi tutto è stato sviluppato.
Penny McDonald è molto fiera del suo lavoro, ma non è ancora soddisfatta visto che il suo sogno è sempre quello di creare un gioco d’azione; fino a quel momento continuerà a creare altri tipi di giochi e il suo prossimo obiettivo è un’avventura testuale, in cui “ciò che i giocatori hanno in mente può essere creato con la fantasia e le parole“.
Un piccolo genio che ha voluto seguire le orme del padre e che un giorno potrebbe davvero diventare una grande sviluppatrice. Mentre noi saremo lì ad arrabbiarci per l’ennesimo Game Over al nostro gioco preferito.
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