Alla gamescom ci è stato possibile giocare alla demo di Bloodstained: Ritual of the Night, titolo sviluppato grazie ad un Kickstarter di successo. Tanti giocatori hanno supportato economicamente il progetto, probabilmente grazie alla garanzia data dal nome di Koji Igarashi, produttore dei Castlevania. Igarashi è così rilevante per il mondo del gaming da aver dato nome ad un proprio sottogenere: i giochi Igavania, che inverità rappresentano semplicemente i Castlevania da lui diretti, ma non è da tutti poter essere citati così direttamente.
Ad ogni modo, definire Bloodstained: Ritual of the Night semplicemente un Metroidvania sarebbe riduttivo. Se è palese che il gioco attinge a piene mani dal canovaccio tipico del genere, esplorazione e progressivo potenziamento dei propri mezzi col procedere dell’avventura, è altrettanto evidente che lo faccia con una personalità propria e distintiva. Lo stile grafico è senz’altro la prima cosa che colpisce del gioco: il character design molto curato e il carisma dei personaggi accompagnano da subito il giocatore nel magico mondo in cui Miriam, la protagonista, deve destreggiarsi per salvare sé stessa e l’intera umanità, da Gebel, una vecchia conoscenza il cui corpo è stato corrotto oltre ogni soglia di sicurezza. La maledizione che ha colpito Gebel pende anche sulla testa di Miriam, ma è allo stesso tempo uno strumento a cui l’eroina è costretta a ricorrere per poter avere la meglio: il suo corpo si sta pian piano trasformando in una pietra. Sconfiggendo determinati nemici e procedendo nell’avventura, il fisico di Miriam assorbe infatti dei cristalli magici che le donano poteri e attacchi speciali di vario tipo. Questa meccanica ci introduce alle componenti RPG del gioco. Miriam può equipaggiare armi ed equipaggiamento per migliorare le proprie statistiche, e man mano che si sconfiggono nemici le è possibile salire di livello. Presente anche la possibilità di crafting di oggetti, il tutto è gestito in maniera egregia dai menù in sovraimpressione su cui si impara a navigare piuttosto velocemente.
Da quanto provato nella demo, il livello di difficoltà sembra tarato verso l’alto, con respawn dei nemici ogni volta che si ritorna in un’area già visitata. La boss fight affrontata anche è da manuale: studiare il nemico per capirne i pattern di attacco e agire con fermezza e tempismo per abbatterlo, e guadagnare il suo attacco speciale assorbendone il cristallo. Parlando con gli sviluppatori avevo delle perplessità su questa scelta, in quanto l’attacco speciale così guadagnato sembrava essere troppo sproporzionato, ma ho ricevuto rassicurazioni sul fatto che progredendo nel gioco, quell’attacco sarebbe presto diventato superfluo, a causa dell’aumento di potenza dei nemici nelle zone successive. Il controllo del personaggio è semplice ed agevole, con alcuni elementi ambientali con cui è possibile, a volte necessario, interagire. Un esempio è rappresentato dai cannoni presenti sul galeone, nel primo livello: usando un attacco elementale di fuoco ne viene accesa la miccia e la cannonata che ne segue apre un varco su una parete altrimenti invalicabile. Mini-mappa sempre in vista in alto a destra, statistiche dei punti vita e del mana in alto a sinistra e danni visibili su schermo quando si colpiscono i nemici sintetizzano rapidamente, e senza essere intrusivi, tutte le informazioni necessarie al giocatore.
Bloodstained: Ritual of The Night è previsto per il 2019 su tutte le piattaforme PC e console (PS Vita compresa), ed i collezionisti saranno ben lieti di sapere che sarà disponibile la versione retail. Seguitene con noi le novità, poiché il titolo promette molto bene per chi ama il genere. E per di più Miriam è bellissima, e insieme agli altri personaggi fornirà senza dubbio ispirazione per decine di cosplay.
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