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Big Crown: Showdown – Recensione

Chi prepara il caffè?

Dopo una discussione con un amico o un membro della famiglia, immaginate di dover stabilire chi ha ragione con una partita “mordi e fuggi” ad un qualsiasi videogioco. Se non sapete quale scegliere, allora Big Crown: Showdown potrebbe decisamente fare al caso vostro. L’opera indipendente di Hyper Luminal Games è infatti disponibile dal 6 Dicembre 2018 su Ps4 ed XboxOne e dal 14 dello stesso mese su Steam. E’ invece approdata su Switch dopo poco più di un mese, il 10 Gennaio 2019.

Trattasi di un simpatico platform medioevale incentrato su partite multiplayer, online o in locale, da due fino ad un massimo di quattro giocatori. Pad alla mano, senza troppi giri di parole ci ritroviamo nell’hub centrale; da qui possiamo selezionare una partita rapida o una personalizzata, oltre che regolare alcune impostazioni. Obiettivo del gioco è quello di raggiungere il traguardo del livello di turno evitando di cadere durante il percorso e schivando ostacoli e trappole piazzate nel tragitto. Vince il primo giocatore che riesce ad accumulare 20 “punti” totali alla fine dei vari round.

Non solo un semplice platform

Merito degli sviluppatori è stato però l’aver saputo affiancare ad un concept tanto semplice, un gameplay davvero divertente. Nostra preoccupazione principale, oltre quella di guardare dove mettiamo i piedi, è infatti quella di spingere gli altri giocatori fuori dallo stage. Per farlo, potremo avvalerci principalmente del tasto di attacco che, opportunamente caricato, ci consente di scagliare lontano i nostri avversari; ma possiamo anche difenderci, grazie a uno scudo che tuttavia ci rende impossibile qualsiasi tipo di movimento. A rendere il tutto ancor più dinamico è lo spostamento continuo della telecamera, al quale dobbiamo costantemente fare attenzione. Uscire dal suo campo visivo per più di cinque secondi comporta infatti la perdita di un punto vita (e ne abbiamo soltanto cinque a disposizione).

Elevata accessibilità..

Il feeling è comunque semplice: acquisire familiarità con i comandi è infatti davvero immediato, dovendo usare soltanto la levetta analogica per lo spostamento e i tasti di salto, attacco e guardia. Il level design è lineare ed intuitivo; gli stage su cui dobbiamo batterci sono in tutto quindici, distribuiti in tre grandi ambientazioni: abbiamo infatti le strade sabbiose di Zoggysand, la città sospesa in aria di Kasseltoon e infine i ghiacciai di Shivershire. Dal punto di vista estetico il titolo risulta particolarmente ispirato, con un design cartoonesco che lo rende graficamente piacevole alla vista. Tuttavia una certa ripetitività nelle meccaniche e soprattutto nel susseguirsi delle mappe, eccessivamente simili tra loro, si fa presto sentire. Scarsa anche la personalizzazione dei personaggi: è possibile differenziarli soltanto per il colore dell’armatura e il tipo di copricapo, acquistabile in un’apposita sezione del menù principale spendendo le monete trovate nei vari forzieri. Gradita invece la possibilità di cambiare a piacimento le impostazioni di ogni singola partita, andando ad incidere su parametri quali il numero di vite a disposizione, i punti necessari a raggiungere la vittoria e la velocità di movimento della sopracitata telecamera; espediente che, almeno in parte, contribuisce a snellire la mancanza di varietà.

..basse pretese

Pregio principale del gioco è quindi sicuramente la sua semplicità, che lo rende accessibile davvero a tutti, grandi e non (vi assicuro che riuscire a far capire a mia madre come giocare non è impresa da tutti). Insomma, Big Crown: Showdown è il classico gioco dall’aria scanzonata che, nel divertire, non si preoccupa minimamente di prendersi sul serio. Perfetto per passare qualche ora di sano divertimento in compagnia e all’insegna della spensieratezza.

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