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Horus Heresy: Legions – Recensione

“Horus era debole. Horus era uno stolto. Stringeva in pugno l’intera galassia e se l’è lasciata scappare. (Abaddon il Distruttore).”

Il mondo di Warhammer 40k nasce nel lontano 1987, come “costola” Sci-Fi di Warhammer Fantasy, uno dei wargame tridimensionali più famosi di sempre. Da allora il mondo di Warhammer 40k si è allargato a dismisura, fino ad abbracciare svariati campi tra cui giochi di ruolo,videogiochi e persino la letteratura, con una serie di romanzi che ampliano il “lore” già presente nei codex (manuali di gioco dedicati alle varie razze presenti nel gioco di miniature).

Per trovare il primo titolo videoludico dedicato al mondo di Warhammer 40k dobbiamo tornare addirittura al 1996 quando su PC uscì Space Crusade. Da allora sono stati realizzati circa una ventina di titoli basati su licenza WH40k, ma se in passato quasi sempre abbiamo avuto giochi strategici, con Horus Heresy: Legions per la prima volta entriamo nel mondo dei card game.

Grazie ad Hearthstone prima e MTG: Arena ora, il genere dei card game digitali sta vivendo un momento d’oro ed è per questo motivo che Games Workshop e Everguild LTD. hanno deciso di cimentarsi in questo genere con Horus Heresy: Legions.

HORUS HERESY, LA GENESI DI WARHAMMER 40k

Fin da subito è palese come la principale fonte di ispirazione di Horus Heresy: Legions sia Hearthstone. Infatti, chi conosce il card game della Blizzard nota subito come il sistema per il lancio delle magie sia perfettamente uguale. Ogni carta ha un costo di lancio, e l’energia necessaria per poterle utilizzare aumenta di uno ogni turno. L’unica differenza è che in Horus Heresy si parte da due e ci sono alcune carte che, una volta a terra, possono far uso dell’energia per poter attivare abilità speciali.

Anche le dimensioni del mazzo sono ispirate da Hearthstone, con mazzi da 30 carte e massimo due copie per carta, tranne che per le carte leggendarie.Non contenti, gli sviluppatori di Horus Heresy hanno adottato un sistema di combattimento molto simile a quello di Hearthstone, con le unità che presentano, oltre il costo di lancio ed eventuali abilità speciali, un valore di forza e salute. Combattendo fra di loro, i danni permangono fra un turno e l’altro e quindi è possibile distruggere una truppa avversaria con più attacchi nello stesso turno o in turni diversi.

Le due grandi novità sono la presenza di abilità attivabili dalle carte in campo e il Warlord. Molte carte, una volta giocate, possono scegliere nel proprio turno se attaccare o usare la propria abilità, solitamente pagando un costo di attivazione con l’energia disponibile per il turno. Queste abilità sono ovviamente dei più svariati tipi, ma è fondamentale notare come per quelle riguardanti i danni le unità non ricevano il “fuoco di ritorno” dell’avversario, permettendo quindi di poter in qualche modo attaccare chiunque, evitando anche eventuali truppe protettrici, senza subire danni.

Il layout delle carte è un po’ troppo minimale.

I Warlord invece sono carte uniche, legate ai grandi nomi del lore di Warhammer 40k. Queste unità sono quelle intorno alle quali costruiamo il nostro mazzo e rappresentano il giocatore sul campo di battaglia. Infatti, l’obiettivo è quello di portare a zero la salute del Warlord avversario, decretando così la vittoria della partita. A differenza di Hearthstone dove il giocatore sceglieva la classe e “comandava” le sue truppe lontano dal campo, in Horus Heresy il Warlord è veramente parte attiva della battaglia, visto che combatte e subisce danni nella stessa identica maniera delle altre unità.

Le modalità di gioco presenti sono tre: pratica, ranked ed evento. Se le prime due sono abbastanza scontate, bisogna spendere due parole per la modalità evento. Pagando uno o dieci ticket evento, ottenibili da casse o missioni, è possibile entrare in una partita dove ci viene data la possibilità di scegliere un Warlord tra i quattro disponibili. Una volta scelto, ci viene fornito un mazzo precostruito con cui dobbiamo cercare di inanellare più vittorie possibili. Ogni due vittorie, fino ad un massimo di dodici consecutive, otteniamo un upgrade nella cassa che apriamo a fine evento, che termina quando si raggiungono le tre sconfitte o le dodici vittorie di fila.

Questi costi li ho già visti da qualche parte…

L’economia di Horus Heresy è abbastanza “F2P Friendly”, con reward misti di carte e coin, quest’ultimi utili per comprare nuove casse. Le casse hanno un contenuto di quattro  carte comuni e una rara, con la probabilità di trovare un’epica pari al 20%, mentre per le leggendarie tale valore dovrebbe attestarsi sul 5%. Anche su Horus Heresy c’è un “pity timer” di trenta casse, superato il quale la leggendaria è assicurata. È possibile anche comprare le carte singole con l’altra valuta del gioco, le gemme, con costi che ricordano anche qui molto quelli di Hearthstone (20, 100, 400, 1600). È inoltre a disposizione dei giocatori anche sottoscrivere un abbonamento VIP che fornisce al costo di 5 euro settimanali bonus sulle casse giornaliere e sui punti Evento.

VOGLIO ESSERE VIP!

COMPARTO TECNICO

Dal punto di vista tecnico Horus Heresy mostra tanti limiti, soprattutto a livello grafico, dove le carte non spiccano per bellezza e pulizia del disegno. D’altro canto, bisogna segnalare il fatto che ogni Warlord sia doppiato ed usi frasi tipiche prese dai romani del mondo di Warhammer 40k, un bel bonus per gli appassionati. Purtroppo lo soundtrack di sottofondo è molto ripetitiva, difetto che mi ha portato a disabilitarla nel giro di dieci minuti. Il gioco è inoltre completamente tradotto in italiano, quindi facilmente fruibile anche da chi non mastica perfettamente l’inglese.

Campo di battaglia e grafica delle carte sono lontani anni luce da quelle di Hearthstone e MTG: Arena

Per quanto riguarda il matchmaking da segnalare l’opzione bot. Infatti, attivando questa modalità, è possibile nel caso non ci siano giocatori disponibili al momento, affrontare dei bot, riducendo drasticamente il tempo di attesa per la selezione dell’avversario. Considerata la platea di giocatori non numerosissima, sicuramente una mossa necessaria e molto intelligente.

CONCLUSIONI

Horus Heresy: Legions attinge fin troppo a piene mani da Hearthstone, ma non per questo è un brutto gioco. Infatti, il fatto di usare una licenza importante come quella di Warhammer 40k, gli fornisce un certo fascino agli occhi degli appassionati. Inoltre la presenza del Warlord direttamente sul campo e l’uso di abilità attivabili dalle unità fornisce quella minima varietà strategica rispetto al titolo Blizzard, permettendogli di non essere un clone al 100% di Hearthstone.

L’economia di gioco, stranamente considerando il genere, non è troppo punitiva per il giocatore F2P, permettendo di costruire e giocare a buon livello anche senza spendere un singolo euro nello shop.Quello che sicuramente stona è il comparto tecnico, con un impatto visivo sicuramente non eccelso ed una soundtrack ed effetti sonori fin troppo ripetitivi.

Il gioco è disponibile su Steam, in maniera gratuita, come ormai prassi per tutti i card game digitali.

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