Sono ormai passati quindici lunghi anni dal primo lungometraggio su Hellboy, personaggio nato dai fumetti di Mike Mignola, ed in questo 2019 ricco di cinecomics assistiamo ad un infernale ritorno del ragazzone rosso sul grande schermo. Questa nuova iterazione filmica di Hellboy però non rappresenta la tanto attesa chiusura di quella che doveva essere la trilogia diretta da Guillermo Del Toro, ma è invece un fresh start, un reboot che punta a creare una nuova saga, e perché no, anche un HellboyVerso. La recensione ovviamente è senza spoiler alcuno sulla trama, e gli unici elementi a cui faremo riferimento saranno le scene viste nei trailer rilasciati prima del day one.
I produttori Lloyd Levin e Lawrence Gordon, gli stessi dei primi due Hellboy di Del Toro e di Watchmen, decidono così di affidare la regia a Neil Marshall, regista che si è fatto le ossa con film horror che sono diventati cult come The Descent – Discesa nelle tenebre e che ha recentemente diretto episodi di serie come Westworld, Hannibal, Black Sails e Game of Thrones, con la quale si è anche guadagnato una nomination agli Emmy per la puntata “The Watchers of the Wall – Il coraggio di pochi”, soprannominato l’episodio più cinematografico della serie.
Tra fumetto e pellicola
L’obiettivo era quello di reinventare la serie, cercando di cogliere gli aspetti più cruenti e horrorifici dei fumetti di Mignola, che è stato coinvolto in prima persona nella stesura della sceneggiatura del film. Se infatti nei lungometraggi di Del Toro il fumettista era un semplice consulente artistico, in questo reboot viene ad assumere un ruolo centrale in tutte le fasi di creazione del film, arrivando addirittura a dichiarare che “Non è una nuova versione del personaggio, si tratta dell’unica originale”.
La trama del film è ispirata ad Hellboy Volume 9: La Caccia Selvaggia, un’antologia del 2010 che contiene i numeri 37 e 44 della serie, a questo filone principale sono però collegate anche altre sotto trame presenti in altri volumi, insieme anche a dei nuovi materiali scritti appositamente per il film. La linea che si è voluta seguire è quindi quella di massima fedeltà all’opera cartacea, tant’è che molte scene e gran parte dei dialoghi sono tratti interamente dal fumetto.
Quello che viene da pensare è che forse si è scelto di varare un po’ troppo sull’horror, che in alcune parti arriva a picchi di gore che non ci si aspetterebbe da un cinecomic. Certo, Hellboy non è un eroe per famiglie di quelli convenzionali, ma proprio perché il fumetto ha un’impronta noir e investigativa, non ci saremmo aspettati così tanti jumpscares ed elementi splatter. Essere coraggiosi e puntare ad un target più adulto non è ovviamente un fattore da condannare senza cognizione di causa, tuttavia dai trailer pieni di gag e musiche accattivanti, forse non trapela l’alto livello di violenza brutale presente in tutta la pellicola.
L’intreccio (SENZA SPOILER)
Mandato in Messico per recuperare un agente disperso del B.P.R.D (Bureau of Paranormal Research and Defense), Hellboy (David Harbour) si trova coinvolto in qualcosa di più grande, una profezia che lo rappresenta come colui che porrà fine alla razza umana. Per impedire l’apocalisse, il mezzo demone si dirige in Inghilterra, dove deve vedersela con Nimue, la Regina di Sangue (Milla Jovovich), una potentissima strega sconfitta da Re Artù e che dopo 1500 anni è resuscitata in cerca di vendetta. Nimue però instaura un rapporto con Hellboy, facendo leva sui dubbi e sulle incertezze dell’eroe rosso, per corromperlo e cercare di portarlo dalla sua parte. Sta dunque ad Hellboy scegliere da che parte schierarsi, se con gli umani che lo deridono e ne sono spaventati, oppure con Nimue, che gli promette un regno dove sarà temuto e rispettato.
Le due ore di film scorrono senza mai avere momenti morti, il ritmo è tenuto alto dall’inizio alla fine, e anzi, forse addirittura un po’ troppo nella seconda parte. Se infatti nella prima metà gli eventi si susseguono in maniera chiara ed ordinata, nella seconda metà la pellicola sembra correre per mostrare più cose possibili. La sensazione è come quella di inseguire un “final boss” che non si riesce a raggiungere nonostante sia sempre a portata di mano. Il tutto quindi si riduce ad un’acchiapparella da un capo all’altro dell’Inghilterra nel quale lo spettatore viene sballottato a destra e a manca.
David Harbour o Ron Pelman?
Fin dall’annuncio del reboot e della scelta di un nuovo attore che andasse ad interpretare Hellboy, molti dei fan che apprezzarono i primi due film di Del Toro, e che magari hanno conosciuto il fumetto proprio grazie ad essi, storsero il naso. Il personaggio del diavolo rosso sul grande schermo era infatti associato a Ron Perlman, e una così tanto amata interpretazione sarebbe stata difficile da sostituire.
Fortunatamente David Harbour si è rivelato all’altezza del ruolo, in tutti i sensi, visti i due metri del personaggio. Riconosciuto e apprezzato come il capo della polizia Jim Hopper in Stranger Things, Harbour è stato additato dallo stesso Mike Mignola come l’incarnazione perfetta del suo personaggio fumettistico. Questo è merito anche della complessa fase di trucco e costume a cui andava in contro ogni giorno di riprese. Solamente la maschera integrale e la tuta impiegavano circa due ore di lavoro senza sosta per essere applicate, e l’unico pezzo di pelle “vera” dell’attore in tutto il film è la mano sinistra, solamente dipinta di rosso. Vi lasciamo dunque immaginare quando siano state faticose da girare per Harbour le intricate scene di combattimento del film, coreografate da Markos Rounthwaite, stunt coordinator di film come Mission Impossible – Protocollo Fantasma e Zombieland: Double Tap. E forse sono proprio le scene d’azione il punto registico più alto del film, soprattutto la lotta contro i Giganti (della quale vediamo uno spezzone del trailer) e quella nell’ultima scena, girate con dei lunghi piani sequenza particolarmente ispirati, al contrario invece di alcuni momenti nei quali con dei tagli quasi raffazzonati si cambia radicalmente registro durante le scene, spezzando il ritmo nel bel mezzo di un’inquadratura.
Visivamente d’impatto
E a proposito di ispirazione non possiamo non parlare della miriade di creature mitologiche e fantastiche che popolano il mondo di Hellboy. Evitando di scendere troppo nei dettagli onde incappare in eventuali spoiler, vi basti sapere che il bestiario fantastico in questa pellicola è più ricco che mai. Tuttavia se alcune creature sono evidentemente più curate, tendenzialmente quelle con delle “maschere” e non in pura CGI, i mostri realizzati totalmente in computer grafica ogni tanto lasciano a desiderare se messi a confronto con quelli citati poc’anzi. A peccare non sarà tanto il design degli stessi, quanto la realizzazione vera e propria della CGI.
Prima di concludere, un piccolo plauso al direttore della fotografia Lorenzo Salvatore, orgoglio italiano all’estero, che ha saputo restituire una palette cromatica il più “fumettistica” possibile. Quando Hellboy appare nell’inquadratura è l’unico rosso usato. Quando non è inquadrato, c’è qualcos’altro di rosso, il fuoco, il costume della Regina di Sangue. Tutto il resto dei colori sono colori terziari attenuati.
In conclusione, questo nuovo approccio ad Hellboy più esplicito e crudo è ciò che Mike Mignola stesso ha voluto per la trasposizione cinematografica della sua creazione, dunque è ciò che di più vicino al fumetto i fan di vecchia data possano trovare. Nonostante questo, la parte investigativa e noir dell’opera cartacea viene qui sacrificata per spingere più sull’horror filmico. David Harbour riesce a pieno nell’arduo compito di portare sul grande schermo un personaggio così impegnativo come il diavolo rosso, raccogliendo l’eredità di Ron Perlman, ma reinventando il nostro amato Red, un eroe reietto e segnato da un profondo conflitto, che non è necessariamente mosso da cose buone o profondi ideali, ma che può comunque salvare coloro a cui tiene, in un modo o nell’altro.
Hellboy, diretto da Neil Marshall, con David Harbour, Milla Jovovich, Ian McShane, Sasha Lane, Daniel Dae Kim, e Thomas Haden Church uscirà nelle sale italiane distribuito da M2 pictures l’11 aprile 2019 in anteprima mondiale, mentre negli Stati Uniti e nel resto del mondo verrà distribuito a partire dal 12 aprile.
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