Kotaku UK, la versione inglese del noto blog, è attualmente al centro di una controversa e complicata vicenda. Ma andiamo con ordine, in quanto la faccenda si snoda in diversi punti.
Il 18 Aprile, Kotaku UK ha pubblicato un articolo scritto da Laura Kate Dale, all’interno del quale viene lanciata contro Super Smash Bros. Ultimate l’accusa di offendere persone affette da disabilità. Secondo l’autrice dell’articolo infatti, all’interno della canzone “Wake Up, Get Up, Get Out There” che accompagna il personaggio di Persona 5 Joker in Super Smash Bros. Ultimate, viene usata la parola “retarded“.
Come molti hanno subito fatto notare, la canzone incriminata è il tema principale di Persona 5, pubblicato ormai da qualche tempo. Sarebbe quindi bastata una semplice ricerca del testo del brano per capire l’errore. Laura Kate Dale infatti avrebbe scambiato la frase “retort it”, pronunciata attorno al minuto 1.57 a voce più bassa e meno distinguibile, per “retarded”.
She wrote an article for Kotaku about a Persona 5 song lyric now in Smash U. which she misheard as "Retarded", when the Japanese singer says "Retort it" in english, not her native language, and there was a quite a backlash to it.
— Jamie Charles Ellis (@JamieCharlesEl1) April 19, 2019
Ma molti hanno visto in questa polemica un comportamento che da tempo gli utenti criticano nella linea editoriale di Kotaku, cioè la ricerca della facile polemica a scapito della verità.
This entire thing could've been avoided if they had done basic research, but this is Kotaku of course. Controversy = clicks, no matter how fabricated it is.
Also, why didn't they do this back when Persona 5 first came out? It's the same damn song.— KomodoZero (@Komodo_Zero) April 18, 2019
In una situazione già non semplice, molti utenti hanno iniziato a far notare come l’accusa di Kotaku UK abbia una connotazione razzista, oltre che superficiale e in mala fede. Lyn Inazumi, la cantante che esegue il brano, è giapponese e sarebbe dunque comprensibile e accettabile qualche piccolo errore di pronuncia.
This is pretty racist if you guys….making fun of someone or accusing someone for not being able to speak completely affluent in a different language is messed up
— imaddynn (@imaddynn) April 18, 2019
Dopo tutte le accuse, Laura Kate Dale ha cercato di dire la sua. Come riportato da Sophia Narwitz di Niche Gamer in un tweet, la Dale ha dichiarato innanzitutto che le è stato vietato di rispondere alle accuse pubblicamente e che il suo editor ha volontariamente rimosso dall’articolo tutte le frasi nelle quali lei stessa metteva in dubbio che la parola “retarded” fosse effettivamente pronunciata.
A questo punto è stato l’editor di Kotaku UK Rich Stanton, che ha ammesso l’errore di aver pubblicato un articolo senza almeno attendere la risposta di Atlus sul reale testo del brano. Ha in parte giustificato la confusione per il fatto che la parte del testo incriminata non compare nelle trascrizioni del brano ufficiali. Aggiunge che, nonostante Atlus abbia confermato che il termine “retarded” non sia presente nella canzone, la parola che la cantante pronuncia non risulta affatto chiara.
Liana Kerzner tuttavia ha voluto puntualizzare su come l’articolo di Rich Stanton, seppur pregno di scuse, sia solo un altro modo per fare click facili. La redazione di Kotaku UK rimane colpevole di aver pubblicato e non rimosso un articolo pieno di falsità che ha provocato una ritorsione solo sull’autrice Laura Kate Dale, data in pasto all’opinione delle community e abbandonata al suo destino.
So @Kotaku_UK publishes an inaccurate piece accusing Persona of bigotry.
The story is wrong. The author of the piece (who may or may not have had her work edited without her consent) gets bombarded by angry people because the article is false. Kotaku, instead of pulling the…
— Liana Kerzner (Princess Sparklemuffin) (@redlianak) April 19, 2019
La situazione pare essere arrivata ad una conclusione ma non sappiamo quali saranno le conseguenze per i protagonisti. Certo è che la serie di polemiche che si sono susseguite ha sicuramente attirato molta attenzione. Vedremo se anche in questo caso varrà il detto “nel bene o nel male, purché se ne parli”.
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