Kickstart(er) my heart
Unbound:Worlds Apart è un progetto su Kickstarter (attualmente al 50% dei fondi totali per vederne realizzato il prodotto completo) da parte dei ragazzi di Alien Pixel Studios, Software House rumena già autrice del primo gioco basato su di un meme generator, ovvero Polandball: Can into Space. Unbound:Worlds Apart è un sapiente mix tra le riedizioni in chiave moderna dell’onta platform della golden era che fu, (Rayman Legends, Ori and the blind forest, Guacamelee e compagnia cantante) ed i puzzle-game, ma tendente più al secondo genere che non ai platform storici duri e puri, vere e propria balìe videoludiche di noi nati a cavallo tra gli -anta. Essendo un progetto in divenire al momento, al netto del raggiungimento dei fondi necessari per realizzarlo, non vi è ancora una data di uscita del prodotto finito.
Once upon a time (in a puzzle-platform)
La storia racconta di Soli, un personaggio che ricorda Marvin il marziano della Looney Tunes, vestito con un saio che gli conferisce un certo alone di magia, immerso in un mondo mistico. il protagonista viene convocato per una cerimonia di rievocazione di una divinità che corrisponde al nome di Elzarot, e a causa di ciò si ritrova alla pedissequa ricerca di: oggetti, manufatti, bulbi luminosi, artefatti e quant’altro. Ad un certo punto, una non meglio specificata entità malefica distrugge tutto ci che lo circonda, ed in questo scenario di devastazione, un errante del luogo che fa incetta di oggetti, una sorta di accattino ambulante, fa luce a Soli circa l’esistenza di taluni portali che creano dei buchi spazio-temporali , sfruttati negli elementi puzzle-game del titolo. Spostare monoliti, far comparire (grazie a determinati stargate temporanei attivabili con la pressione del tasto A del controller Microsoft) pezzi di roccia per cercare di raggiungere determinate zone, far tornare il suolo lì dove dopo la distruzione è comparso un rivolo d’acqua e via discorrendo, creando quindi una sorta di multiverso risalente a prima dell’apocalisse in loco. Il decifrare i monoliti è utile al fine di cercare di spiegare l’origine del male che ha distrutto tutto, assieme alla ricerca dei pezzi di cristalli che donano energia occulta ed a frammenti di una stessa chiave.
Gameplay avvicente ed intrigante ma piuttosto neutrale
Da un punto di vista del gameplay Unbound: Worlds Apart risulta essere abbastanza appagante. Nonostante le meccaniche prevalentemente da puzzle-game, e non essendovi alcun modo di poter ingaggiare scontri contro gli avversari come platform comanda da Super Mario in poi, non risulta per niente facile attivare nella giusta posizione i buchi spazio-temporali. Discorso valido anche per quel che ne concerne lo spostare i monoliti giusti per cercare di avanzare nel mondo di gioco. Potete anche tornare indietro per proseguire la vostra avventura o addirittura impegnare parti di livello nei buchi spazio-temporali, che risultano letteralmente sottosopra o immersi nei meandri del sottosuolo. Nel “sottosopra” spazio-temporale, risulta parecchio difficile azzeccare il giusto timing per superare blocchi di livello senza incappare in spuntoni mortali o in nemici simili ad una caricatura di Corneilà dei famigerati microrganismi di esplorando il corpo umano. Il tutto in un mondo magico molto avvincente.
Ci saremmo aspettati una maggior interattività nei confronti dei nemici per rendere il tutto più dinamico, avvincente ed agguerrito: sarebbe stata la vera e propria ciliegina sulla torta per un gioco che, (progetto kickstarter permettendo), fa ben sperare sopratutto nell’unire coinvolgimento e difficoltà,una volta apprese le meccaniche di gioco in essere.
Ora vieni con me in un mondo fantastico, ma un po’ fac-simile
Il tocco creativo del mondo che ci circonda per quanto graficamente appagante (Unreal Engine 4 sia fatta la sua volontà), sa di un qualcosa di già visto. Richiama lo scenario dei primi livelli di Rayman Legends da un lato ed Ori and the Blind Forest dall’altro, eccezionfatta per la presenza dei monoliti con tanto di geroglifici magici sopra iscritti, che danno quel tocco in più a livello di originalità allo stage stesso. Ma parliamoci chiaro: gli oggetti in secondo piano o in lontananza, per disegno, texture ed effetto-ombra si rifanno parecchio al gioco Ubisoft di cui sopra. La caratterizzazione grafica dei personaggi sa il fatto suo in termini di tocco creativo e di dettagli piuttosto fumettosi, il tutto immerso in uno scenario ricco di effetti grafici parecchio godibili, come i particellari nel nostro incedere, o l’effetto del vento che spira sull’erba. Parlando del comparto tecnico di Unbound:Worlds Apart: i giochi di luce di ottima fattura ed una foresta molto caratteristica per dettagli e palette cromatica che rende il tutto alquanto vivo e cartoonesco, sono i veri punti di forza del gioco, assieme agli sprite di alcuni elementi. Da un punto di vista sonoro le musiche sono godibili e orecchiabili, anche se carica di rara nostalgia, e gli effetti sonori (in particolare quello inerente l’attivazione del portale che ci consentirà di superare parti di livello su parti di livello) molto ben fatti. Non vi sono dialoghi parlati ed i contenuti audio in toto sono pochi ma ben fatti.
Soli, in kickstarter guarda chi c’è, io e te
Premesso che non sto qui ad obbiettare sull’utilità o meno dei progetti perorati, portafogli alla mano, questo titolo merita di essere giocato e foraggiato a livello economico, in quanto intrigante e divertente, seppur limitato nelle meccaniche. Unica grande pecca in merito, il non avere implementato un sistema di combattimento anche basilare, saltare sul nemico di turno come idraulico baffuto italo-americano insegna, che poteva rendere il tutto molto più avvincente e divertente. Se vi piacciono i puzzle-game propriamente detti, questo titolo fa per voi, ma il non poter affrontare il nemico se non con l’ausilio di portali, i quali sbloccano parti fisiche di livello per aggirare lo stesso, lascia un po’ l’amaro in bocca. Poter colpire il nemico o magari poter sbloccare parti di livello per battere il cattivone di turno (ad esempio facendo cadere monoliti o schiacciandolo tra due pareti nel multiverso) avrebbe potuto dare quel quid in più a questo titolo vista la sua natura puramente puzzle-platform parecchio convincente. Il canovaccio narrativo è piuttosto vago, al netto ovviamente della ricerca dell’origine dell’entità malefica che ha spazzato il suo mondo. La realizzazione, al netto di taluni, ma sparuti bug grafici, è tutto sommato ben fatta, sopratutto da un punto di vista creativo, anche se qualche elemento originale in merito sarebbe stato gradito. Nonostante ciò, in ultima analisi non si può fare altro che augurarsi che altri titoli del genere vengano foraggiati, sopratutto se provenienti da giovani software house. Unbound:Worlds Apart è un gioco: carino, intrigante ed avvincente…Ma non troppo.
Please enable JavaScript to view the comments powered by Disqus.