Nel 2017 ha fatto la comparsa su Steam un gioco che ha riscosso un successo inaspettato, dal nome Slay the Spire, che ha portato alla ribalta un genere del tutto sconosciuto come quello dei deck-building roguelike.
Partito in sordina, grazie soprattutto ad uno streamer cinese, il gioco ha raggiunto quasi i due milioni di copie vendute e, come sempre quando qualcosa ha un successo così travolgente, sono partite le imitazioni e rivisitazioni.
E’ seguendo questa scia che nasce Neoverse, sviluppato e pubblicato dalla Tinogames Inc., disponibile su Steam al prezzo di € 14,99.
Prima di addentrarci nella recensione di Neoverse, fermiamoci un attimo per spendere due parole sul genere deck-building roguelike.
La meccanica del deck-building è ispirata dal mondo dei giochi da tavolo dove ha avuto grandissimo successo in titoli come Dominion o, il mio preferito, Legendary (che sfrutta una gustosissima licenza Marvel). All’inizio della partita il giocatore parte con un mazzo composto da un certo numero di carte prestabilite e, a seconda delle meccaniche di acquisizione specifiche del gioco, ne aumenta il numero durante la partita. Ogni carta solitamente ha un costo per essere giocata, anche in questo caso ogni titolo ha una meccanica diversa, ed una volta usata si attivano i suoi effetti, terminati i quali la carta viene riposta in una pila degli scarti. Una volta che il mazzo finisce, si prende la pila degli scarti, si mescola e si forma un nuovo mazzo, che conterrà le carte eventualmente aggiunte durante la partita, cosa che però in Neoverse accade solo a fine o fuori dalla battaglia, attraverso il loot di fine stage o gli acquisti nello shop.
Meno problemi dovrebbe dare la terminologia legata alla parola roguelike, che sta ad indicare una categoria di giochi di ruolo dove il giocatore deve affrontare mappe casuali con movimenti a turni e l’ombra del permadeath che incombe dietro l’angolo. La combinazione dei due generi ha creato un ibrido che ha una caratteristica unica: la rigiocabilità infinita. Infatti, grazie alle mappe procedurali e alla diversa composizione e gestione del deck, i titoli di questo genere possono offrire combinazioni veramente illimitate che permettono di rigiocare il titolo per lunghissimo tempo.
Ma torniamo a parlare di Neoverse, nel quale fin dal trailer possiamo notare che a differenza di Slay the Spire l’azione si sviluppa in un’ambientazione che mescola il genere fantasy a quello sci-fi, che alcuni definiscono “Space Opera“. All’inizio del gioco è possibile utilizzare solo l’agente Naya, ma in pochissimo tempo è possibile sbloccare anche la paladina Claire e l’evocatrice Helena. Particolarità di Neoverse è che, oltre a darci l’accesso a tre personaggi con abilità e carte completamente differenti tra di loro, ognuna delle tre ha anche due tipologie di gioco tra cui scegliere. Ad esempio la paladina Claier, la prima con cui sono riuscito a finire una run completa, può scegliere la specializzazione Vampiric che le permette di curarsi a seconda dei danni inflitti al costo di 5 HP ogni turno, oppure quella Priest, che accumula punti Faith per curarsi a fine turno ed attivare abilità speciali basate su questa caratteristica. Ovviamente nulla vieta al giocatore di utilizzare strategie ibride, cosa che però sconsiglio vivamente, visto che spesso e volentieri le carte di una strategia non funzionano benissimo con l’altra.
Scopo del gioco è completare tre capitoli, composti da dodici stage ognuno. Il gioco inizia con scontri molto semplici, ma man mano che si prosegue nell’avventura la difficoltà aumenta sensibilmente. Ogni partita non è mai uguale a quella precedente e quindi i 36 stage che ci separano dalla vittoria finale saranno sempre diversi, a parte il dodicesimo stage di ogni capitolo che prevede una Boss Battle. Anche se per qualche stranissimo motivo dovessimo trovare due run con la stessa sequenza di stage, probabilmente i nemici incontrati al suo interno sarebbero diversi.
Gli stage disponibili sono di 6 tipi:
- Normal Battle: nemici abbastanza facili da uccidere, con un loot moderato che consiste solitamente in gold, uno skill point e una carta. A volte si può anche ottenere un oggetto.
- Elite Battle: le cose si fanno più dure: non siamo ai livelli di una Boss Battle ma i nemici delle Elite Battle hanno solitamente più abilità e molti più HP di un normale avversario, oltre a picchiare decisamente più forte. Il loot migliora sensibilmente, soprattutto per quanto riguarda gli skill point.
- Supply Crate: uno stage bonus, dove ci viene regalato una carta, uno skill point o un oggetto.
- Event DB: in questo stage accadono eventi scriptati che portano il giocatore a compiere delle scelte. Si può andare da un nulla di fatto, lasciando in alcuni casi lo stage, al dover combattere una Elite Battle per acquisire una carta leggendaria.
- Lab: uno stage fondamentale, al cui interno sono disponibili tre opzioni, selezionabili solo una per volta. La prima è la possibilità di curarci con un medikit di un cospicuo numero di HP, la seconda è quella di evolvere una carta (che migliora gli effetti della stessa o diminuisce il costo di lancio) mentre la terza, che per chi non è pratico del genere potrebbe sembrare inutile, è quella di rimuovere una carta dal mazzo. In realtà proprio quest’ultima è tra le più importanti del gioco visto che rimuovere dal mazzo carte sub-ottimali o semplicemente “scarse” come quelle base ci permette di vedere prima quelle più efficaci e potenti.
- Data Store: questo stage resetta lo store presente nel gioco, fornendoci un nuovo set di carte, oggetti e skill point da poter acquistare.
All’inizio di ogni capitolo è possibile scegliere se fare una run “normale” o una “challenge” dove saranno presenti più battaglie elite che, a fronte di maggiori rischi, forniscono maggiori reward e mgliori punteggi. E’ anche presente un NG+, chiamato Transcended Universe, dove in cambio di bonus agli avversari o malus al nostro personaggio possiamo ottenere punteggi maggiori a fine partita, ma vi assicuro che prima di finire la prima run completa passerà un po’ di tempo…
Alla fine di ogni run, che sia finita con successo dopo i 36 stage o con morte prematura del nostro personaggio, ci verrà fornita una tabella riepilogativa con i punti ottenuti durante la partita, che ci danno accesso ad una leaderboard a livello mondiale che viene resettata settimanalmente, dandoci così lo stimolo di provare a migliorare, partita dopo partita, le nostre performance e scalare questa classifica.
Finalmente arriviamo al cuore del gioco: le battaglie. Di sicuro l’impatto visivo è di gran lunga più soddisfacente in Neoverse che in altri titoli dello stesso genere, soprattutto se confrontato con Slay the Spire che rappresenta per ora il meglio del meglio a livello di gameplay dei deck-building roguelike, visto che i modelli grafici e gli effetti visivi sono molto ben curati.
Il giocatore inizia con 5 mana a disposizione, anche se questo numero è variabile a seconda delle skill attive, e 5 carte in mano. Ogni carta ha un costo in mana ed una volta giocata una carta ne pescheremo un’altra. E’ facilmente intuibile che avere carte con basso costo di mana o averne alcune che ne generano, ci permette di creare combinazioni molto interessanti, se non fondamentali per affrontare le Elite e Boss Battle.
I nemici, oltre 70 presenti al momento nel gioco, a differenza nostra non hanno un mazzo di carte, ma compiono una sola azione per turno. Questa azione può essere fondamentalmente di tre tipi: attacco, difesa oppure abilità speciale.
A seconda dell’azione che i nostri nemici mostrano, il giocatore deve compiere la scelta di quale strategia attuare con le carte, gli oggetti e le skill a propria disposizione. Le abilità sono acquistabili, come già accennato, con gli skill point che riceveremo dopo aver superato determinati stage, ma devono essere scelte coerentemente alla specializzazione del personaggio che stiamo usando. Da segnalare come, a parte alcune abilità basilari , ci sono tantissime skill specifiche per classe e specializzazione, permettendo così al giocatore di customizzare il proprio personaggio in maniera diversa da quella precedente quasi ad ogni nuova run, anche se, dopo poche partite, diventa evidente come alcune combinazioni funzionino meglio delle altre.
Ammetto che Neoverse ha catturato l’attenzione fin dal primo momento in cui ci ho messo le mani sopra. Inoltre accedere ai salvataggi del gioco dal cloud permette di poter iniziare una run sul fisso di casa e poterla tranquillamente riprenderla sul portatile o qualsiasi altro computer su cui avete accesso al vostro account di Steam.
Qualcuno potrebbe obiettare che non inventa nulla di nuovo nel genere, ma spesso non serve per forza innovare per risultare convincenti. Neoverse è un deck-building roguelike molto solido con un comparto grafico accattivante, mentre non è possibile dire lo stesso per quello sonoro.
Per quanto riguarda la rigiocabilità penso di essere stato molto chiaro nel dire che Neoverse non ha assolutamente difetti da questo punto di vista, ma mi aspetto da parte degli sviluppatori degli update futuri con nuove skill, mostri, carte e soprattutto nuovi personaggi, per migliorare un prodotto che reputo, già allo stato attuale, molto buono.
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