È finalmente giunto il momento di parlare di una delle sorprese più piacevoli di questa gamescom 2019: Stygian: Reign of the Old Ones. Ad accogliermi alla postazione trovo Can Oral, lead designer e creative director del gioco.
Sviluppato da Cultic Games e pubblicato da 1C Entertainment, Stygian: Reign of the Old Ones è un RPG horror ambientato in un universo lovecraftiano dominato dalla follia. Nemici, ambienti e storyline sono ispirati alle storie originali del noto scrittore e prendono vita in una fantastica grafica 2D disegnata a mano.
Appena messe le mani sul gioco, ne sono stato completamente catturato. Pur non essendo un grande appassionato di Lovecraft (semplicemente non ne so abbastanza), sono un grande appassionato di giochi di ruolo. E come ogni giocatore di RPG sa, la parte più lunga e più importante è certamente quella della creazione del personaggio.
Su Stygian: Reign of the Old Ones troviamo finalmente un menù di creazione fatto come si deve e degno dei nostri cari vecchi amici chiamati Baldur’s Gate e Neverwinter Nights.
Mi sono sentito subito a casa.
La prima cosa da scegliere è il sesso e l’età. Immediatamente notiamo l’accuratezza impiegata anche nei più piccoli dettagli: l’età non è semplicemente un numero, ma influenza positivamente o negativamente le nostre caratteristiche. Decidere di essere vecchi, ad esempio, ci permette di avere più skill points al costo di alcune capacità fisiche.
Dopo sesso e età giunge il momento della scelta dell’archetipo. Sostituto delle più tradizionali classi, ogni archetipo ha a sua volta 3 diversi tipi di background. Io, ho ad esempio, ho scelto come archetipo il detective e come background l’investigatore occulto. La scelta dell’archetipo influenzerà fortemente il nostro gameplay e il modo in cui affronteremo il gioco.
Arriviamo poi a un’altra grande feature del gioco: la scelta del credo.
Parlando con Can, ho provato a paragonare i vari beliefs ai più noti allineamenti come caotico buono o neutrale malvagio, ma senza pensarci due volte ha voluto subito fermarmi. Il credo infatti non ha a che fare con la morale di una persona, bensì con il modo in cui quest’ultima vede e affronta il mondo. Tra i vari credi disponibili troviamo, ad esempio, il nichilista, il materialista e il religioso. Non può essere cambiato durante il gioco e ognuno sblocca possibilità e risposte diverse durante i dialoghi in-game. Potenzialmente dovremmo quindi giocarlo una volta per ogni credo disponibile per goderci al 100% ogni percorso.
Per concludere la creazione del personaggio non può che mancare l’assegnazione dei punti caratteristica e delle abilità. Su questo, il sistema ricorda molto quello di D&D, dove le abilità dipendono da determinate caratteristiche e viceversa.
In un mondo dominato dalla follia, dove il denaro è sostituito dalle sigarette e la parola d’ordine è sopravvivenza, oltre alla classica vita molta attenzione dobbiamo porre nel mantenere stabile la nostra sanità mentale. Perdere troppa sanità mentale può rendere il nostro personaggio incontrollabile e, sotto una certa soglia, portarlo dritto alla morte. Anche questa è certamente una meccanica che rende il gioco unico e variegato.
Come ogni RPG che si rispetti, in Stygian possiamo reclutare fino a 2 compagni di avventura. Alcuni ci seguiranno per soldi, altri per amicizia e fiducia nella nostra missione.
Per quanto riguarda il gameplay, nella fase di esplorazione possiamo parlare di un classico punta e clicka. Nelle fasi di combattimento, lo scenario cambia e le meccaniche diventano quelle di uno strategico a turni, con una particolarità: non dobbiamo necessariamente uccidere tutti i nemici sul campo. Basta infatti farne fuori qualcuno e una via di fuga “speciale” viene aperta. “Speciale” perché ci permette di uscire dal combat ma di proseguire per la nostra strada; una semplice fuga ci farebbe affrontare nuovamente lo stesso gruppo di nemici.
Stygian: Reign of the Old Ones è stato certamente la migliore scoperta di questa gamescom 2019. Un RPG fedele alla tradizione, con finalmente una customizzazione degna di questo nome, che pone nella trama e nella ricerca del dettaglio la cura maggiore. Le infinite possibilità di dialogo e l’HUD vecchio stile mi hanno portato indietro nel tempo e mi hanno fatto sentire davvero a casa. Se siete amanti del genere, NON potete farvi scappare questo titolo. Personalmente non vedo l’ora di poterlo giocare dall’inizio alla fine.
Please enable JavaScript to view the comments powered by Disqus.