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[gamescom 2019] Disintegration – Provato

Disintegration

La Private Division ha partecipato per la prima volta alla gamescom e l’ha fatto con una line-up assolutamente invidiabile: Ancestors: The Humankind Odyssey (non perdetevi la nostra intervista a Patrice Désilets), The Outer Worlds e Disintegration. Se sui primi due si sapeva già abbastanza, Disintegration era quello su cui volevamo capirne di più. Ecco quello che abbiamo visto.

Dopo un breve video di presentazione, i ragazzi di V1 Interactive (team dietro lo sviluppo di Disintegration) ci parlano un po’ della storia del team.
V1 Interactive è un piccolo studio di circa trenta persone fondato dai co-creatori di Halo e SOCOM: US Navy SEALs, con sede a Seattle. Data la ristrettezza del gruppo, ognuno è in grado di mettere sul tavolo le proprie idee, creando una collaborazione sincera e paritaria.

Senza dilungarci troppo, parliamo adesso del gioco. Disintegration si presenta come un FPS fortemente influenzato (esteticamente e non solo) da Halo. 
Il gioco è ambientato in un futuro non troppo lontano della terra, dove gli uomini, ormai decimati e a rischio d’estinzione, riescono a trovare il modo di sopravvivere tramite un processo chiamato “integrazione”. L’integrazione consiste nell’impiantare il cervello di un essere umano in un corpo robotico, garantendogli protezione e straordinarie capacità. Gli integrati, questo il nome dei nuovi uomini, prevedevano di utilizzare questa soluzione solo in maniera momentanea. Col passare degli anni, gli integrati diventano una vera propria casta intenzionata a dominare il mondo e, ovviamente, ad uccidere gli ultimi esseri umani rimasti. In Disintegration, però, non giochiamo nei panni di un umano bensì di un integrato ribelle, Romer. 
Il gioco, oltre alla modalità single player, punta molto anche sul multiplayer. Abbiamo potuto provare il titolo, infatti, in una partita locale 5v5.

In Disintegration non controlliamo un singolo personaggio ma una crew formata da un mech volante (da cui prendiamo la visuale) e altre tre unità “minori”, ognuna con le sue abilità speciali. Ci sono vari tipi di crew, ognuna avete uno dei classici ruoli come tank, dps e supporter.
Tecnicamente si vede che il gioco ha ancora bisogno di una ritoccata, a partire dai comandi che, almeno inizialmente, risultano abbastanza scomodi da gestire. Dopodiché, la trovata della crew è certamente qualcosa che può dare la giusta dose di unicità in un titolo come questo.
Non vediamo l’ora di poterlo provare nuovamente durante una fase ancora più avanzata dello sviluppo, sperando possa essere la ventata fresca di cui il genere ha certamente bisogno.

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