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Pokémon Masters- Recensione

Molti sono convinti che i giocatori di titoli mobile e quelli che utilizzano PC e console siano sempre persone distinte. Mi sfugge il motivo, però esiste questa convinzione per la quale un giocatore hardcore debba automaticamente snobbare l’intrattenimento su smartphone, e di conseguenza chi gioca col cellulare debba per forza apprezzare solo i titoli mordi e fuggi. Non è così. Pokémon Masters è un ottimo esempio di prodotto che può essere amato da tutti, poiché free to play e semplice da giocare, ma al contempo sufficientemente complesso da intrigare chi desidera una sfida maggiore rispetto ad allineare caramelle. Ed ha i Pokémon, il che da solo forse basterebbe a farmelo piacere.

Il punto di forza di Pokémon Masters è innegabilmente la presenza di tantissimi allenatori noti ai fan della saga. Ci sono quasi tutti, e altri saranno senza dubbio aggiunti man mano, accoppiati ai loro mostriciattoli più iconici, ed è un vero piacere scoprirli uno per uno. Nel gioco in effetti non comandiamo direttamente Pokémon, bensì unità costituite dal trainer e dal suo adorato mostro tascabile, in una struttura che ricorda un po’ Pokémon Conquest. È particolarmente interessante, poiché ci consente di scoprire sfaccettature della storia e della personalità di questi personaggi, che finora sono apparsi unicamente come antagonisti o alleati per brevi periodi. Trovo che i racconti su come abbiano trovato il loro amico Pokémon o su come siano diventati così forti siano meravigliosi, e sono piccoli dettagli che mi fanno davvero godere l’esperienza. Ovviamente parlo da appassionata della saga: non so quanto un neofita possa apprezzare la narrazione delle gesta di capipalestra e super 4. Ma alcuni sono così graziosi o divertenti che penso possano sciogliere qualsiasi cuore.

Le unità si ottengono proseguendo l’avventura o tramite scouting, come in ogni gacha game esistente al mondo. Ne esistono a diversa rarità e finora non ho ancora avuto modo di trovarne nessuna a 5 stelle, mentre 3 e 4 sembrano alla portata di tutti, con magari un po’ di fortuna. Per ricercarne una sono necessarie 300 gemme e ben 3000 servono per una pescata da dieci, che quindi non offre nessuno sconto particolare. La soddisfazione dello scouting in Pokémon Masters è immensa: l’emozione di vedere quale coppia di allenatore e Pokémon sbucherà fuori costituisce il 90% del gioco. Una volta ottenuta, è possibile farla salire di livello, insegnare nuove mosse e abilità e persino aumentarne il numero di stelle, che dovrebbe incrementare sia la potenza totale che il livello massimo consentito. Tutto ciò costa ovviamente: servono particolari strumenti che si trovano nell’avventura o in prove specifiche, ma non richiedono in verità troppo tempo né fatica per essere ottenuti.

Il nostro tempo in Pokémon Masters si divide perciò tra la modalità avventura, nella quale seguiamo una storia semplice ma gradevole, e il traning necessario per rafforzare la nostra squadra. Il grinding è ovviamente una componente fondamentale, ma il poter selezionare la modalità automatica nelle battaglie aiuta molto. L’IA è veramente pessima se lasciata giocare da sola, ma è comunque sufficiente a vincere facili battaglie per farci raccogliere strumenti. Detto così sembra abbastanza ripetitivo, ma il realtà il titolo fornisce una quantità di contenuti piuttosto ampia per il suo genere di appartenenza: sono presenti anche avventure unità, che ci permettono di parlare con i nostri alleati e scoprire i loro segreti, e saranno certamente aggiunti eventi vari, di cui il primo inizia proprio oggi ed è dedicato nientemeno che a Blu. Dopo un certo livello viene sbloccata persino una modalità multiplayer, che devo ancora riuscire a testare, ma tutto fa brodo.

Le battaglie vengono svolte in tempo reale, in squadre composte da tre Pokémon alla volta, che è essenziale selezionare con cura. Buona parte della tattica consiste in effetti nell’inviare un tipo super-efficace contro quello dell’avversario, sfruttando così tale vantaggio. È in realtà importante anche portare con noi mostri in grado di potenziarci: almeno un support per squadra è necessario per le battaglie più complesse. Infine, è rilevante riuscire a caricare in tempo adeguato l’energia per utilizzare la potente Unimossa, che è la vera arma segreta del combattimento.

Parlare delle microtransazioni potrebbe sembrare il punto dolente dell’articolo, quello in cui Pokémon Masters verrà da me bastonato a dovere, quale FTP gacha malvagio e succhia soldi. In verità devo ammettere che – per ora- le trovo abbastanza moderate. Si possono acquistare con soldi reali unicamente gemme, a prezzi francamente spaventosi e abbastanza improponibili, e solamente quelle pagate possono essere utilizzate per alcuni tipi di scouting. Ad esempio in questi giorni utilizzando 3000 gemme acquistate, è garantita almeno una unità a 5 stelle su 10 ricercate, il che a conti fatti e mettendo la mano al portafoglio, non è certo un affare ed è francamente seccante. Ma tutto il resto si può ottenere senza spendere un solo euro, e il gioco non presenta alcun limite giornaliero ai minuti di gioco o alle battaglie affrontabili. In sostanza l’unico vantaggio dello spendere è ottenere più unità o comunque Pokémon migliori, ma non mi sembra un motivo sufficiente per demonizzare un titolo che permette di giocare anche tutto il giorno senza porre limiti.

Quindi lo dico senza remore: Pokémon Masters è promosso. È troppo presto per garantire che non si rovini, promettendo meraviglie delle meraviglie solo a chi investe soldi, ma per ora lo trovo un passatempo adorabile. Sono certa che otterrà il supporto che merita, con l’arrivo di più e più eventi e più e più nuove unità da ricercare, incrociando le dita e eseguendo strani rituali propiziatori per puntare alle 5 stelle. O almeno, io lo sto facendo, ma per ora non hanno funzionato granché.

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