Lo avevo già intuito nel corso delle prime ore di gioco, ma ora posso togliermi il proverbiale sassolino dalla scarpa, Astral Chain è senza dubbio il miglior titolo mai uscito dalla fucina creativa dei Platinum Games. Lo studio capitanato da Hideki Kamiya si conferma ancora una volta maestro indiscusso nella costruzione di giochi d’azione in grado di scuotere le fondamenta di un genere, altrimenti bloccato in un ipotrofismo congenito.
Il gameplay messo in piedi per questa nuova proprietà intellettuale infatti, risulta molto complesso e stratificato, sufficientemente vario da non annoiare quasi mai il giocatore; e questo grazie soprattuto alla marcata componente ruolistica presente nel titolo. Gran parte dell’esperienza di gioco di Astral Chain, ruota intorno ai Legion, speciali bestie demoniache connesse e controllate a livello neuronale da una ristretta elite di poliziotti. Ne esistono ben cinque tipi: ascia, spada, arco, bestia, possente, e si acquisiscono man mano che si procede nell’avventura. Ciascuno di loro possiede uno skill tree unico, con abilità attive o passive, e tecniche di attacco speciali; quest’ultimi però non vi aiutano solo nei combattimenti, ma anche nello svolgimento delle indagini e nella risoluzione di diversi enigmi ambientali.
Evocabili in qualsiasi momento tramite la pressione di uno dei tasti dorsali, i Legion sono dotati di una loro barra della vita; per cui tenetela sempre d’occhio perché una volta giunta alla fine, passa qualche istante prima di poterlo evocare nuovamente. Non vi svelo quale, ma c’è un tipo di Legion che può addirittura essere indossato dal giocatore come una vera e propria armatura vivente in caso di necessità.
Proseguendo in Astral Chain, troviamo due tipi di indagini: quelle contrassegnate dal colore rosso, sono quelle principali che vi permettono di proseguire con la storia, e generalmente sono quelle più interessanti da svolgere e meglio costruite, poi vi sono quelle di colore blu, che rappresentano le fasi più deboli dell’intera esperienza di gioco, banali, semplici nell’esecuzione e spesso ricompensate con oggetti inutili. Eclettico come pochi altri titoli sanno essere Astral Chain, non vi annoia neanche per un istante grazie ad una storia costruita in modo intelligente: seppur non priva di qualche clichè tipico della narrazione nipponica riesce nonostante tutto a restare interessante dall’inizio alla fine. La sceneggiatura, non raggiunge mai i picchi o la profondità di Neon Genesis Evangelion ovviamente, ma riesce comunque a risultare più profonda e interessante di quanto fatto dal team di sviluppo in opere come Bayonetta O Viewtiful Joe.
Astral Chain non si svolge tutto a Central City, non mancano infatti diverse incursioni nella dimensione delle chimere: occhio però a non sostare troppo in questo mondo o rischiate il contagio, e di conseguenza la vita. Sempre a proposito di quest’ultimo, il mondo dimensionale dei vostri nemici, risulta asettico e spoglio, composto da freddi blocchi geometrici che fluttuano quasi costantemente a gravità zero. Trattandosi di una dimensione parallela a quella terrestre, ritengo che si potesse fare decisamente di più dal punto di vista della sua caratterizzazione, che risulta purtroppo piuttosto anonima e banale, rispetto all’idea che il giocatore costruisce nella propria mente sentendo i discorsi che i vari personaggi del gioco fanno a riguardo. Altra ombra della produzione, risulta la colonna sonora, che per quanto sottolinei molto bene l’azione su schermo risulta perlopiù anonima. Anche graficamente il titolo mostra alcune incertezze, specialmente se giocato in modalità portatile, dove il frame rate risulta meno stabile rispetto alla modalità docked, e con un po’ di aliasing a sporcare la generale pulizia dell’immagine.
Astral Chain è un po’ come Neon Genesis Evangelion: o lo amate per la bellezza del suo universo narrativo, o lo odiate per tutto ciò che poteva essere e che non è stato. Se decidete di dargli una chance preparatevi, poiché vi garantisco che finirete esattamente come i legion, ossia con una catena astrale a tenervi incollati alla console.
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