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RAD – Recensione

RAD Recensione

RAD è un roguelike sviluppato da Double Fine Productions, studio che ci ha regalato titoli di grande divertimento come Psychonauts e Brutal Legends.

MAI, MAI, SCORDERAI…

Un giorno la razza umana sarà spazzata via da un’apocalisse nucleare. Ma a quanto pare per i ragazzi della Double Fine questo non è abbastanza e, per stare sicuri, ne hanno prevista anche una seconda. Il mondo di RAD è completamente in rovina, “colorato” di quel verde neon che tanto si associa alle scorie nucleari nell’immaginario fantascientifico anni 80, con tanti mostri mutanti che occupano lande ormai desolate.

Ma a quanto pare gli esseri umani sono particolarmente difficili da sterminare (forse abbiamo del DNA di scarafaggio fuso al nostro) e piccole comunità sono ancora in piedi, in attesa di giorni migliori. Peccato che il tempo e le risorse stiano velocemente diminuendo. Ormai a corto di energia la nostra comunità inizia una “pesca”, che fa tanto Hunger Games, per decidere il “volontario” che affronterà mille pericoli per dare nuova vita al nostro accampamento.

Indovinate su chi ricade la scelta? Esatto, proprio noi, il povero giocatore malcapitato che si ritrova a poter controllare uno degli otto ragazzini a disposizione. D’altro canto meglio sacrificare i giovani per salvare gli anziani…

Tu ragazzino, hai la faccia da volontario.

MUTATI CHE TI PASSA

Come già detto RAD è un roguelike, il che significa che affrontiamo il gioco centinaia di volte (e sono stato buono) fino a quando non riusciamo a completarlo in una singola run. Ogni volta che moriamo, dobbiamo infatti ricominciare il gioco dall’inizio e le mappe, come ogni buon roguelike che si rispetti, vengono ricreate in maniera procedurale, anche se lo schema risolutivo per ogni livello rimane praticamente lo stesso: trovare dei testoni di pietra che attivano il portale finale che ci porta dal boss.
Ma ci sarà anche il resto del corpo sotto il testone?
Il sistema di combattimento è abbastanza variegato per essere un roguelike, avendo a nostra disposizione, oltre alla nostra fidata mazza da baseball, anche la possibilità di saltare, effettuare calci volanti, attacchi caricati (molto difficili da effettuare per il timing richiesto), un attacco poderoso dall’alto e un attacco in salto utile per spingere indietro i nemici e interrompere i loro attacchi.
Il problema di tutti questi attacchi base è che ci lasciano spesso e volentieri molto vulnerabili ai contrattacchi avversari, portandoci a concludere le prime run in maniera disastrosa. Nelle mie prime due run non ho neanche visto il portale del boss, tanto per farvi capire.
In realtà un motivo per cui vengono scelti degli ignari ragazzini al posto di anziani ed esperti combattenti ha una sua logica, visto che una delle novità di RAD è che anche il potenziamento dei nostri personaggi è procedurale: sconfiggendo i mostri che incontriamo o visitando particolari luoghi, assorbiamo le RAD (radiazioni) e, una volta riempita la barra, si innesca una nuova mutazione nel nostro personaggio in maniera del tutto casuale.
Le mutazioni sono di due tipi: endo ed eso. Le prime sono dei buff continui, come ad esempio resistenze a certi tipi di attacchi o abilità particolari, mentre le seconde sono mutazioni attive, ossia quelle che utilizzate per uccidere i nemici. Da notare che le mutazioni eso provengono dall’uccisione dei nemici, mentre le endo dalla visita a particolari “santuari” presenti nei vari livelli o dai boost comprati dai venditori di cianfrusaglie che possiamo trovare in giro.
Ovviamente le mutazioni hanno un ruolo centrale all’interno di RAD ma, per quanto l’idea alla base sia molto interessante, bisogna ammettere che alcune sono palesemente migliori delle altre. Questo sbilanciamento delle abilità mi ha portato a capire che se la prima eso-mutazione non è una di quelle “buone”, è consigliabile morire in fretta e ricominciare la run il più velocemente possibile.
Abbiamo parlato anche di venditori, ed è molto carina l’idea della valuta usata nel gioco: non più denaro, visto che ormai il valore della moneta è pari a quello della carta igienica, ma delle musicassette che richiamano ancora una volta i gloriosi anni 80. Possono essere trovate spaccando roba in giro, uccidendo i mostri o aprendo scrigni, che richiedono dei floppy disk come chiavi, altra piccola chicca.
Ricordatevi che come tutti i roguelike di questo mondo, anche in RAD alla vostra morte perdete tutto quello che avete trovato (tranne particolari oggetti fatti per persistere tra una run e l’altra) ma, se siamo abbastanza bravi e fortunati da sconfiggere il boss di fine livello, arriva la possibilità di tornare all’accampamento e depositare nella banca le musicassette non utilizzate fino a quel momento.

Comprando oggetti dal negozio all’interno del nostro accampamento contribuiamo alla crescita dello stesso in maniera permanente fornendoci, man mano che andremo avanti nel gioco, sempre più scelte.

STRANGER THINGS RADIOATTIVO

La “Stranger Things” mania ha forse colpito anche i ragazzi di Double Fine, che hanno omaggiato in tantissime maniere gli anni 80. La valuta di gioco, così come i colori, le ambientazioni ed i nemici rimandano tantissimo alla produzione cinematografica sci-fi di quegli anni.

A volte l’eccessivo uso di distorsioni visuali, filtro CTR e colori sgargianti “nasconde” alla nostra vista alcuni nemici (non so quanto questo effetto camouflage sia voluto), portandoci a subire alcune morti veramente inaspettate. Ma anche questo fa parte del gioco, sebbene un guscio Meliconi per il vostro pad risulti consigliato, onde evitare improvvise rotture dopo essere stato scagliato contro il muro.

Oltre alle questioni meramente grafiche, RAD offre un certo grado di sfida. All’inizio il gioco è punitivo perché non vi è alcun tipo di tutorial né consiglio durante i loading screen, che risultano peraltro un po’ troppo lunghi. Veniamo buttati al massacro in questa landa desolata e dobbiamo subito imparare a nostre spese tutto quello che c’è da sapere, dalle abilità dei nemici alle abilità delle vostre mutazioni. Una volta acquisite queste informazioni, RAD utilizza un pattern molto in voga nei videogiochi degli anni 80: più nemici, più veloci e più forti. Semplice e banale, ma dannatamente efficace.

Per i fan dei roguelike, RAD vale i 20 euro richiesti, anche se a volte la difficoltà del gioco può essere frustrante, soprattutto se si è sfortunati con le prime mutazioni.

 

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