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Yooka-Laylee and the Impossible Lair – Recensione

Se siete appassionati di videogiochi cresciuti tra agli anni ’80 e ’90 è probabile che il nome “Rare” abbia una certa importanza nel vostro vocabolario. Artefici di alcuni fra i titoli e personaggi più iconici della storia di questo mezzo di intrattenimento; Yooka-Laylee nacque proprio con l’intento di seguire le orme della premiata coppia “Banjo e Kazooie” che, all’epoca, sconquassò il panorama dei titoli platform e fece immediatamente breccia nel cuore dei giocatori. Il primo titolo, pur vantando idee interessanti, non riuscì a incontrare pienamente il favore né del pubblico né della critica e rimase un’esperienza riuscita solo a metà. Yooka-Laylee and the Impossible Lair cambia registro e per certi versi cerca di andare ancora più indietro nel tempo, andando a ripescare, almeno in parte, l’anima del brand Donkey Kong Country. Questa scelta, non può che incontrare il mio favore, considerando che Donkey Kong Country 2: Diddy’ s Kong Quest, è ancora oggi il mio platform 2D preferito in assoluto. La veste di questo spin off è dunque più classica ma presenta una serie di innesti che riescono a dare una ventata di freschezza alla produzione.

Dinamico Duo

La timida storia che fa da sfondo alle vicende di questo secondo capitolo ruota intorno al crudele Capital B, arcinemico della strana coppia animalesca, intento nella sua conquista del mondo mediante il controllo mentale delle api che compongono l’esercito della regina Phoebee. Il nostro compito è quello di liberare i soldati imprigionati e poter dunque affrontare il covo della nostra nemesi. Il giovane camaleonte Yooka può nuovamente contare sull’aiuto della sua compagna Laylee, e sull’appoggio della regina stessa. Ci muoviamo più o meno liberamente per la mappa tridimensionale, che presenta anch’essa piccoli puzzle e sezioni platform, per poter accedere ad uno dei quaranta livelli disponibili nel dipanarsi dell’esperienza. Yooka è in grado di saltare, afferrare oggetti con la sua lingua oblunga e poi lanciarli contro i nemici o le strutture distruttibili, ma non solo: fintanto che il protagonista è affiancato da Laylee (che come di consueto funge anche da hit point aggiuntivo), è in grado di rotolare velocemente e danneggiare nemici, elementi dello scenario e superare più agilmente alcuni ostacoli, inoltre potrà godere di un salto più efficace grazie ad una breve ma decisiva planata. Molte delle meccaniche ricordano proprio i titoli basati sulle scorribande di Donkey Kong e dei suoi familiari, così come in generale la filosofia che sta alle base dell’esperienza e dell’approccio alla stessa. Una formula già ben rodata insomma che però funziona ancora eccellentemente.

Doppio Volto

Il level design di Yook-Laylee and the Impossible Lair offre schemi ben congegnati e divertenti, con segreti da scoprire, oggetti sbloccabili e un ritmo di gioco ben costruito. Uno dei punti di forza del titolo è sicuramente la sua capacità di rinnovarsi e variegare l’offerta, a partire dalle doppie anime di cui vivono molti dei livelli 2D grazie alla contaminazione degli stessi tramite le scelte che possiamo adottare nella mappa dell’Overworld. Ci viene infatti data la possibilità, tramite la risoluzione di alcuni puzzle presenti in questa modalità, di apportare pesanti modifiche ai livelli appena conclusi e donare loro un volto completamente nuovo. Nelle prime fasi, possiamo ammirare un livello costellato di colonne acquatiche trasformarsi in una cittadina congelata: ciò ci permette di raggiungere zone altrimenti inaccessibili e sfruttare meccaniche altrimenti inutilizzabili. Oppure, per mezzo di una folle invenzione, possiamo tempestare un livello di voraci mostriciattoli instancabili, trasformandolo in una sorta di corsa contro il tempo. Ci sono altri esempi e tutti in grado di stravolgere efficacemente le nostre partite, ampliando di molto l’offerta proposta.

Tonic Boom

L’altro aspetto assolutamente da non dimenticare riguarda l’utilizzo dei tonici, sbloccabili durante l’esplorazione del mondo di gioco. Questi particolari oggetti possono essere scovati in zone segrete o ricevuti tramite alcuni puzzle e possono cambiare sensibilmente l’esperienza, sia per quanto riguarda l’aspetto sia per il livello di sfida. Tralasciando quindi le “mod” prettamente estetiche, come il filtro in bianco e nero, la visuale in 4:3 o la pixellata dei livelli, abbiamo a disposizione tonici in grado di aumentare la forza dei nemici, o di scombinare i nostri sensi facendoci giocare a testa in giù. Sono presenti anche oggetti in grado di facilitare la progressione con alcuni bonus decisamente utili come un recupero più facile di Laylee qualora venisse colpita o l’impossibilità di perdere le valuta di gioco (le Quills) anche una volta sconfitti. Tale meccanismo permette in maniera tanto semplice quanto immediata di modulare la difficoltà del gioco, alzando o abbassando l’asticella del livello di sfida a nostro piacimento e, al contempo, risulta anche un gradevolissimo sistema di sbloccabili, poiché i tonici da arraffare sono più di sessanta.

Impossibile!

Il vero colpo di genio della produzione, come se i tonici non bastassero, è la presenza del livello del “Boss finale”, presentato come prologo invalicabile e successivamente come sfida praticamente inaccessibile. L’atto di liberare le 46 api presenti nel mondo e nei livelli di gioco non è infatti fine a sé stesso, e ogni animaletto liberato ci permette di incassare un colpo aggiuntivo, oltre a quello fornito da Laylee, da sfruttare esclusivamente nell’aspro covo di Capital B. Questo quadro assurdamente difficile, oltre a fornire il titolo per il gioco, è la vera sfida in cui ogni amante del genere vorrà cimentarsi. Tendenzialmente, il giocatore più coraggioso (o cocciuto) può dunque riprovare all’infinito il livello finale senza neanche esplorare un singolo centimetro del vasto Overworld, e arrivare ai titoli di coda “semplicemente” imparando a memoria ogni mossa da eseguire fino a completarlo senza mai essere colpito. Un’impresa che oserei definire scellerata ma è comunque un’opzione in più che viene fornita al giocatore e che, chissà, magari diventerà la sfida definitiva per i professionisti dei giochi a piattaforme.

Colors & Tentacles

Il vivacissimo mondo di Yooka-Laylee si presenta bene, con una veste grafica colorata e abbastanza corposa e dettagliata ma, purtroppo, molto poco ispirata a livello artistico. Potrebbe sembrare una nota a margine, eppure è uno degli aspetti su cui più la produzione e, anzi, l’intero brand zoppica. Il character design di Yooka e di Laylee è pressoché perfetto, strizzando l’occhio a personaggi “old school” ma definendoli perfettamente in un’ottica personale, ma questo vale effettivamente solo per loro. Tutti i comprimari, ad eccezione forse della regina Phoebee, risultano pressoché anonimi, con un vistoso calo su tutti i personaggi/oggetti che costellano l’avventura. Mi dispiace davvero, ma non basta mettere un paio d’occhi ad ogni oggetto o animale esistente per farne un personaggio. Questa povertà artistica si respira costantemente e per me è uno degli aspetti fondamentali che minano l’esperienza e che ancora impediscono al dinamico duo di avere una propria identità forte e ben definita. Per il resto, l’esperienza fila liscia anche nella versione Switch, che però paga la buona fluidità con un po’ di perdita di dettaglio e compressione in modalità portatile: nulla di grave comunque poiché rimane sempre gradevole anche in questo caso.

Wanna-bee

Yooka-Laylee and the Impossible Lair è un titolo sorprendente, che esce in un periodo in cui difficilmente troverà il suo spazio, ma che riuscirà a intrattenere qualsiasi appassionato del genere. Un buon level design unito alla genialità dei tonici in grado di modulare la difficoltà, dell’Impossible Lair e della tonnellata di sbloccabili a disposizione, riescono a bucare lo schermo e valgono assolutamente il prezzo del biglietto. Artisticamente debole e poco ispirato, il brand ancora non riesce a costruirsi una sua forte identità visiva, ma matura sotto ogni altro aspetto. La parentesi 2D della serie è indovinatissima ed è forse la strada migliore da percorrere per la strana coppia di Playtonic Games, ma il loro futuro è ancora avvolto nel mistero, ovviamente. Se siete cresciuti a pane e Donkey Kong o Banjo-Kazooie e nutella, non avete scuse: l’8 ottobre avrete un appuntamento con un camaleonte e la sua fidata amica chirottera.

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