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Darksiders Genesis – Recensione

Darksiders Genesis

A distanza di un’anno dal terzo capitolo della serie, la serie di Darksiders torna sotto i riflettori con un nuovo capitolo sviluppato stavolta da Airship Syndicate, team composto da ex-membri del defunto Vigil Games, fra cui spicca il celebre fumettista americano Joe Madureira. Dopo quasi una decade, dunque, Joe torna al “timone” del franchise, stavolta trasportandolo su un genere completamente diverso da quello del classico action-adventure alla Zelda. La prima sostanziale differenza con i capitoli precedenti parte proprio da qui, visto e considerato che Darksiders Genesis è un Hack’n’ Slash a visuale isometrica. Ma andiamo con ordine. Narrativamente il gioco mantiene l’approccio tipico della saga dei cavalieri, tuttavia stavolta al centro delle vicende vi saranno Conflitto e Guerra, chiamati a ripristinare l’equilibrio dopo la battaglia dell’Eden che ha portato al completo sterminio della razza dei Nephelim. Lucifero, per tutta risposta, ha chiamato a raccolta i demoni più forti e potenti, promettendo loro ricchezza e potere con lo scopo di contrastare L’Equilibrio e mettere i bastoni tra le ruote all’Arso Consiglio e ai due cavalieri.

Non ci troviamo di certo davanti ad una sceneggiatura complessa e stratificata, tutt’altro: le vicende narrate risultano piene di clichè  e a tratti anche banali. A differenza dei precedenti capitoli a mondo aperto, Darksiders Genesis è strutturato in missioni selezionabili all’interno di un’area chiamata Il Vuoto, da cui potrete migliorare le vostre mosse  o far avanzare la storia parlando con Samael. Dal centro dell’hub è possibile scegliere a quale difficoltà si vogliono affrontare gli stage, tenendo sempre sotto controllo il livello consigliato e quello dei due cavalieri dell’apocalisse.  Alla fine dell’avventura, che si attesta intorno alle 20 ore circa, viene sbloccata la difficoltà apocalittica. Non esiste una modalità New game plus, ma è come se fosse presente, perché è possibile mantenere tutti i potenziamenti e tentare di avere la meglio anche contro le versioni più aggressive dei nemici. Da questo punto di vista, Darksiders Genesis risulta essere molto rigiocabile, e se considerate che gli oggetti in questione sono molto utili, ecco che l’ultima fatica di Airship Syndicate fornisce una nuova dimensione al senso di sfida.  I due cavalieri sono molto diversi tra loro e dispongono di abilità uniche, a cui si vanno ad aggiungere dei potenziamenti all’interno di un albero delle abilità completamente personalizzabile e senza alcun tipo di limitazioni. I tre parametri migliorabili sono Salute, Attacco e Collera, da attivare attraverso l’inserimento dei nuclei negli appositi spazi. Di quest’ultimi ne esistono due tipi: secondari e primari. Mettendo il nucleo nello slot della stessa categoria, si ottiene un bonus di abbinamento che aumenta la statistica in questione per entrambi i personaggi, ma i valori di potere massimo possono essere alterati sperimentando e creando nuove configurazioni in qualunque istante, senza preoccuparsi troppo delle scelte compiute in quel momento, visto che nessuna è davvero definitiva ed è possibile cambiare idea tutte le volte che lo si desidera. I nuclei sono potenziabili fino al livello tre, uccidendo creature dello stesso tipo e migliorando di conseguenza le loro statistiche. Oltre al miglioramento globale del livello di Conflitto e Guerra, vengono attivati alcuni modificatori di abilità passive e funzionali.

Oltre agli stage canonici dell’avventura, entrano in gioco le arene, utili sia per migliorare i nuclei e collezionarne di nuovi, sia per potenziare i due cavalieri. Le arene sono le classiche aree al chiuso in cui bisogna sparare a tutto ciò che si muove, ondata dopo ondata, fino alla totale estinzione dei nemici di zona. Migliori sono i tempi e i concatenamenti bonus, più alto è il punteggio, grazie al quale è possibile riscattare delle utili ricompense. Conflitto è molto più potente dalla distanza e ha una discreta gamma di proiettili utili a gestire un gran numero di nemici contemporaneamente mentre Guerra, come sappiamo già, è più adatto per gli scontri ravvicinati e per infliggere un gran quantitativo di danni agli avversari più coriacei. In Darksiders Genesis è possibile giocare sia in coop sia in singolo, passando da un personaggio  all’altro in qualunque momento. Oltre agli strumenti di attacco, Guerra e Conflitto entrano ben presto in possesso di alcuni gadget utili tanto in combattimento, quanto per la risoluzione di alcuni enigmi ambientali. Ecco quindi che il cambio di genere intrapreso con Darksiders Genesis non intacca minimamente le solide radici del passato dimostrando, così, la grande versatilità di una saga che può cambiare pelle senza per necessariamente perdere la sua identità. Tecnicamente parlando Darksiders Genesis risulta piuttosto zoppicante: nonostante artisticamente venga mantenuto lo stile fumettoso tipico della serie, alcuni elementi risultano un po’ grezzi e poco ispirati. Insomma Darksiders Genesis si conferma essere un’ottimo esponente della serie, nonostante la sua natura di spin-off; peccato solo per un comparto tecnico non proprio al passo coi tempi, a ad una storia che, sebbene parta da premesse interessanti, finisce col risultare banale e scontata.

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