Site icon Parliamo Di Videogiochi

Table Manners – Recensione

table manners cover

Table Manners fa parte di quel filone di titoli in grado di metterci in difficoltà con situazioni o mansioni che, nella vita reale, sarebbero semplicemente spontanee. Questa volta Curve Digital non ci pone nella scomoda situazione in cui operare un paziente in codice rosso o vestire i panni di uno chef in erba, bensì ci viene data opportunità di sfoggiare le nostre buone maniere a tavola durante una cena al lume di candela.

Prima di procedere all’analisi del titolo ci teniamo comunque a far presente che la build giocata in sede di recensione non è la stessa che verrà resa disponibile agli acquirenti finali. Gli sviluppatori si sono premurati di rendere noto che sarà possibile scaricare una patch al day one la quale sarà in grado di risolvere diversi bug e portare miglioramenti al gameplay. L’installazione dell’aggiornamento comporterà il reset della lista dei partner, motivo per cui consigliamo il download prima del primo avvio.

Questione di Buone Maniere

Il gioco ci pone nei panni di uno scapolo, o meglio della mano di uno scapolo, la cui missione è fondamentalmente rimorchiare. Considerando che siamo nel 2020 gli sviluppatori avranno pensato: “Qual è il metodo più veloce per assicurarsi un appuntamento al giorno d’oggi?” Beh, un’applicazione dedicata agli incontri. Senza far dunque troppa pubblicità, la schermata che funge da hub di Table Manners ci pone di fronte ad un tablet dal quale potremo, scorrendo a destra e a sinistra, scegliere i nostri partner e avere conversazioni con essi. Una volta scelta la ragazza, o il ragazzo (si, il gioco da la possibilità di scegliere l’orientamento sessuale della nostra mano) potremo dunque avviare la partita scegliendo tra uno dei livelli disponibili. Il gameplay del titolo è quindi molto semplice concettualmente: il nostro partner avanza delle richieste che andranno soddisfatte entro il tempo massimo che ci viene fornito. Accendere candele, ordinare pietanze, riempire bicchieri e imboccare la nostra dolce metà sono solo alcuni esempi di quanto va affrontato nel corso delle circa 3 ore necessarie a completare il titolo. È possibile consumare pasti in cinque location tematiche; ognuna di esse ha delle peculiarità nel tipo di pietanze servite o nelle meccaniche della fisica applicata all’interno del ristorante. Per esempio, è facile immaginare che all’interno di un sushi bar bisogni assicurarsi i piatti desiderati afferrandoli da sopra un nastro scorrevole. Le varianti che il giocatore deve affrontare sono dunque divertenti e stimolanti. Per poter sbloccare le location bisogna però ottenere determinati punteggi nel corso dei nostri appuntamenti: per ottenere uno score alto si deve verosimilmente assecondare tutti i capricci che ci vengono posti, cercando di essere il più ordinati ed educati possibile. Pensare di avanzare dando fuoco alle tovaglie è dunque tecnicamente impossibile. Insomma, dovete attenervi al codice delle buone maniere.

table manners

Maledetto Ketchup

Il gameplay studiato dagli sviluppatori ci consente di affrontare il titolo utilizzando essenzialmente quattro pulsanti. L’asse di movimento del mouse serve a muovere la nostra mano rispetto al piano orizzontale, utilizzando invece i pulsanti W ed S della tastiera possiamo alzarci ed abbassarci, mentre tenendo premuto il tasto destro del mouse, e contestualmente muovendolo a destra o a sinistra, la mano ruota. Infine, per afferrare un oggetto, basta avvicinarsi ad esso e premere il tasto sinistro del mouse. Una volta assimilate queste quattro nozioni, e dopo aver preso confidenza in generale con la sensibilità e il funzionamento dell’agganciamento degli oggetti, il gioco risulta in discesa. A complicare le cose ci pensano però le peculiarità della fisica e del gameplay, come accennato prima, caratteristici di ogni location. Il tavolo è un blocco di ghiaccio? Le bottiglie che vi stanno troppo tempo sopra si ghiacceranno. Il ristorante mette a disposizione la griglia conviviale su cui cucinarsi da soli la verdura? Meglio non metterci le mani sopra. Cenate su una barca? Sarebbe un peccato se ci fosse mare grosso. Insomma queste varianti rendono il gioco divertente. Presa dimestichezza con i comandi non risulta quindi complicato eseguire i movimenti o le azioni che il giocatore ha in mente, se non fosse per alcune criticità dovute probabilmente a dei banalissimi bug, o più semplicemente per la mancanza di intuitività in determinate azioni. Due classici esempi sono gli hamburger ed il ketchup. Per quanto riguarda il primo, ci si trova diverse volte nella situazione in cui viene portato al tavolo un panino che deve poi esser posto sul piatto della nostra consorte. Ecco: afferrare per intero un hamburger è stata per il sottoscritto un’impresa mastodontica, in quanto ogni componente del panino risulta essere slegato dagli altri, e la mano di conseguenza ottiene l’input di afferrare un singolo elemento anziché l’intero panino. Ancora peggio nel caso del ketchup… maledetto ketchup. Dopo diverse ore impiegate sul titolo e dopo averlo completato, ancora non ho capito come funzioni il ketchup: il giocatore è chiamato a versarlo sulle pietanza, ma una volta ruotata la bottiglia non succede niente. Scuotere in ogni direzione non serve a nulla. Agitare la bottiglia nemmeno. Il ketchup esce arbitrariamente in base ad un criterio che ancora non mi è chiaro. Questo molte volte potrebbe portare, ahimè, al gameover. Questi sono solo degli esempi, ma vi assicuro che non sono gli unici. Gravissimo per un gioco basato sul spostare ed interagire con gli oggetti.

Ma come ti vesti!?

In Table Manners sono presenti cinque location, più una bonus sbloccabile alla fine del gioco, ognuna delle quali ha a disposizione quattro livelli. Questi livelli offrono difficoltà crescente nell’ambito del singolo ristorante, per cui il primo livello dell’ultima location è più semplice del quarto relativo al primo ristorante. Per quanto io abbia trovato molto schematica e poco originale questa scelta, ammetto di aver apprezzato la curva di difficoltà, soprattutto dopo aver completato gli schemi a disposizione del primo ristorante. Entrare al Sushi Bar dovendo affrontare delle richieste essenziali e poco impegnative fornisce un buono stacco, quasi rilassante, rispetto all’ansia crescente accumulata fino a quel momento. Purtroppo il titolo non ha nient’altro da offrire al momento. I livelli , anche se riaffrontati, rimango identici negli obiettivi da raggiungere, non vi è alcuna modalità aggiuntiva a compimento dell’opera ed in linea di massima ci si sente poco stimolati nel ritornare su tabelloni già terminati; neanche per migliorarne il punteggio. Le uniche varianti sono i partner con cui avere l’appuntamento e le ricompense cosmetiche ottenute. Infatti ogni personaggio offre al giocatore alcuni elementi di personalizzazione della mano, come tatuaggi, braccialetti o unghie, al raggiungimento di determinati score. Propri i partner meritano però una menzione: tutti troppo simili tra loro in quanto generati (probabilmente) in maniera procedurale utilizzando giusto una manciata di modelli tra volti e capelli. Questo significa che, al di là dell’interesse per le ricompense, un compagno vale l’altro. Ed è qui che sta il più grosso difetto di Table Manners: non si tratta di un Dating Sim Phisics Based, ma bensì di un simulatore di fisica basato sul pretesto degli appuntamenti. Non vi è alcuna funzionalità o meccanica basata sul gestire le varie relazioni. Vi è solamente una scarnissima chat nella quale abbiamo solamente tre opzioni di tipo riposta (vedi neutra, positiva e negativa) ed una poverissima selezione di dialoghi; talmente tanto povera da poter comportare la ripetizione di battute già dopo poco secondi averle lette. Una ragazza decide di non essere soddisfatta dalle vostre performance (a tavola si intende)? Nessun problema, basta sceglierne un’altra ed avviare l’appuntamento. Non mi è mai capitato di essere rifiutato e già dopo pochi minuti avevo perso interesse nell’ambito della scelta della persona da portare a cena fuori. Insomma, un disastro considerando che sarebbe potuta essere la meccanica in grado di differenziare il titolo da qualsiasi altro gioco basato sulla fisica. Ancor di più considerando che Table Manners non è sviluppato per poter essere fruito utilizzando un Visore di Realtà Virtuale.

Mano amante mia…

Tecnicamente il titolo non eccelle il nulla, ma fa comunque il suo dovere. I modelli, soprattutto delle pietanze, sono realizzati in maniera soddisfacente, così come le location, le quali in alcuni casi sanno addirittura sorprendere per colori e vivacità. Il comparto sonoro non risulta essere particolarmente ispirato o riconoscibile, ma nel complesso lo si potrebbe valutare sufficiente. Dove il gioco pecca ancora una volta è nell’interfaccia. I menù sono poveri di opzioni e graficamente ricordano fin troppo una produzione amatoriale (amatoriale, non indipendente), molto simili a quelli che potreste trovare facilmente in un qualsiasi videogioco di basso livello dedicato a smartphone e tablet. Inoltre potrebbero affliggervi alcune problematiche dovute alla grandezza della icone: se vi viene richiesto di condire una piatto, il condimento in questione è raffigurato con una piccola iconcina posta sotto alla barra dedicata. Giocando in fullHD su un monitor da 24 pollici, molte volte ho avuto difficoltà a distinguere, per esempio, il sale dal pepe. Nei momenti più caotici del gioco capita di incorrere in qualche sporadico rallentamento, ma niente di compromettente o sistematico Table Manners, al netto delle mancanze dal punto di vista prettamente, passatemi il termine, manageriale, è comunque un titolo in grado di divertire se siete utenti appassionati del genere. Peccato purtroppo per una poco matura gestione dei contenuti. Venti livelli sono infatti decisamente troppo pochi per giustificarne l’acquisto, consigliamo dunque di attendere se interessati ed aspettare novità su eventuali modalità aggiuntive che gli sviluppatori potrebbero, e dovrebbero, aggiungere all’interno della loro opera.

Please enable JavaScript to view the comments powered by Disqus.
Exit mobile version