Cambiare è un processo che coinvolge ognuno di noi, molte volte in bene e altre volte in male. Spogliarsi di determinati panni è qualcosa che può avvenire per le più svariate ragioni, e davvero in ogni contesto. Ci sono tuttavia casi in cui, invece, è possibile trasformarsi in qualcosa di diverso pur mantenendo i nostri tratti essenziali, canonici, distintivi. Ed è proprio quello che sono riusciti a fare i ragazzi di Airship Syndicate con Darksiders Genesis. Il titolo era già uscito lo scorso 5 Dicembre per PC, e ora è in dirittura d’arrivo su PS4, Xbox One e Nintendo Switch il 14 Febbraio. Si tratta di un prequel spin-off dei capitoli principali della serie, per cui potete tranquillamente approcciarvi al gioco pur non avendo mai giocato agli episodi precedenti. A differenza degli altri, però, questo presenta una visuale isometrica, retaggio di giochi del calibro di Diablo, tanto per fare un esempio.
L’equilibrio di Angeli e Demoni
In Darksiders Genesis, ambientato prima degli eventi della serie principale, assistiamo alle vicende di Confitto e Guerra, due dei quattro Cavalieri appartenenti all’Arso Consiglio. Si tratta, questo, di un organo il cui compito principale è quello di assicurare equilibrio e imparzialità nella lotta tra Inferno e Paradiso, intervenendo contro gli eccessi dell’una e dell’altra parte. Nostro obiettivo primario è dunque cercare di fermare Lucifero, intenzionato ad acquisire sempre più potere attraverso diverse alleanze con le schiere demoniache. Bisogna dirlo, non si tratta certo di una trama particolarmente originale, e la narrazione sembra seguire canoni piuttosto predefiniti, banali e lineari.
Nonostante questo la storia si fa piacevolmente seguire, pur non rimanendo certo impressa per chissà quale profondità. I continui scambi di battute tra Conflitto e Guerra contribuiscono, in questo senso, a rendere più scorrevole una narrazione che non spicca certo per originalità e freschezza.
Tra spari e fendenti
Il sostanziale cambiamento che caratterizza Darksiders Genesis riguarda proprio la formula alla base del titolo. Ci troviamo, difatti, non più davanti ad un action open-world ma a quello che potrebbe essere definito un Hack ‘n Slash diablo-like. Il combat system, anche per i giocatori non navigati nel genere, risulta dinamico, soddisfacente e, cosa più importante, dannatamente divertente. Possiamo sferrare diversi tipi di attacchi o utilizzare particolari gadget, come il Gancio fantasma, per risolvere puzzle ambientali o attirare a noi diversi nemici. Abbiamo poi a disposizione diverse abilità, che variano a seconda del personaggio che stiamo utilizzando. Conflitto e Guerra sono infatti intercambiabili in qualsiasi momento, e differiscono anche per quel che riguarda lo stile di combattimento.
Mentre Conflitto è votato maggiormente all’agilità e al combattimento a distanza con armi da fuoco, Guerra risulta specializzato nel combattimento corpo a corpo e può contare su fendenti leggeri e caricati. Inoltre, Conflitto può equipaggiare diverse categorie di proiettili come quelli caricati o elettrificati, tanto per citarne alcuni. Guerra, dal canto suo, possiede potenziamenti quali mosse ulteriori che possono rivelarsi utili nelle situazioni più disparate. Ben presto si familiarizza con l’utilizzo dei due Cavalieri, e anche se viene naturale prediligere uno dei due, è necessario fare ricorso a entrambi per progredire nel gioco. Ognuno è infatti in grado di ottenere gadget e caratteristiche esclusive, che si rivelano fondamentali per la risoluzione di determinati enigmi all’interno dei diversi livelli. Concatenare combo è a conti fatti un vero piacere, e una volta presa la mano è difficile lasciarla andare.
Crescere combattendo
Vero punto di forza di Darksiders Genesis è senza ombra di dubbio il sistema di progressione e potenziamento. Gli sviluppatori hanno dato il meglio di loro e non si sono certo risparmiati, realizzando un sistema talmente ampio, vario e diversificato che a noi giocatori non resta che l’imbarazzo della scelta. Anzitutto, avanzando nel gioco è possibile ottenere dei Nuclei di creature.
Questi sono suddivisi in secondari, ottenibili sconfiggendo normali creature, e principali, che vengono invece droppati dai vari boss e che forniscono miglioramenti decisamente più consistenti. I nuclei si ripartiscono poi in tre categorie principali: Salute, Attacco e Collera, e vanno allocati in slot suddivisi secondo gli stessi criteri. Incastonando un nucleo nello slot di una stessa categoria (ad esempio, nucleo Attacco su slot Attacco), otteniamo un bonus proficiency aggiuntivo oltre quello normale alle statistiche. Vien da sé che è il giocatore a scegliere liberamente quali combinazioni adottare di volta in volta, dando libero sfogo alla sua vena creativa e soprattutto tattica.
Inoltre, per migliorare ulteriormente Conflitto e Guerra è necessario recarsi da Vulgrim in un luogo chiamato Vuoto, che rappresenta a tutti gli effetti l’hub centrale del gioco. Questo eccentrico demone, in cambio di anime e monete da traghettatore ottenibili sconfiggendo i nemici, è in grado di fornirci davvero moltissimi potenziamenti. Possiamo infatti acquistare ulteriori utilizzi per le Pozioni o frammenti delle Pietre della Salute e della Collera, che aumentano le rispettive caratteristiche. Senza dimenticare nuove tipologie di munizioni per Conflitto e nuovi potenziamenti per Guerra. Abbiamo poi Dis, un’altra entità che sempre in cambio di anime riesce ad ampliare il nostro moveset, fornendo ai due protagonisti ulteriori mosse da poter sfoggiare durante le combo. Insomma, si tratta di meccanismi di avanzamento estremamente soddisfacenti che sicuramente invogliano a proseguire nell’avventura e a sperimentare differenti combinazioni che meglio si adattano all’indole del giocatore.
La difficoltà non è tutto, ma quasi
A fare da sfondo alle diverse missioni selezionabili da un apposito portale presente nel Vuoto, è una costante sensazione di sfida. Essa, però, si caratterizza ulteriormente per il fatto di essere davvero ben calibrata. Il livello di difficoltà di un determinato livello, seppur selezionabile prima di cominciarlo, riesce sempre a mantenere alta la soglia dell’attenzione del giocatore, chiamato a sviluppare al meglio i propri riflessi specie nella difficoltà Pandemonio. La possibilità di rigiocare nuovamente gli stage già affrontati ad una difficoltà diversa dalla precedente, inoltre, rappresenta un grande punto a favore per la rigiocabilità di Darksiders Genesis, che acquisisce in questo modo una longevità davvero notevole. Posso assicurarvi che voler fare “sempre meglio” diventa quasi naturale, complice anche una struttura di gioco votata a una sfida sana e ragionata, senza mai scadere in trovate frustranti che spesso mettono a dura prova i nervi del giocatore.
Una mappa tutta da esplorare…
Grandissimo plauso va fatto ai ragazzi di Airship Syndicate per aver saputo realizzare un level design decisamente sorprendente. Tutte le ambientazioni di gioco sono infatti piacevoli da esplorare, sia dal punto di vista estetico che di mero gameplay. Davvero tanti, inoltre, i collezionabili da raccogliere e i segreti da scoprire attraverso la risoluzione di enigmi e puzzle ambientali. Ogni livello è sensibilmente differente rispetto al precedente e, in mezzo alla gran mole di oggetti e scrigni contenuti all’interno di essi, capita davvero spesso di dimenticarsi “qualcosa per strada”. Nulla di particolarmente grave dal momento che, come già accennato, è possibile rigiocare qualsiasi stage ogni volta che lo si desidera. Certo, tornare sui propri passi in molti titoli potrebbe annoiare, ma questo non è sicuramente il caso di Darksiders Genesis. Il backtracking presente non è infatti quasi mai tedioso, e trovare una strada che prima non avevamo notato o un passaggio che ci era sfuggito regala un senso di soddisfazione davvero niente male.
…con un po’ di fastidio
Bisogna dire, però, che Darksiders Genesis non è certo esente da difetti. Questi sono riscontrabili principalmente durante le fasi di esplorazione e combattimento. Il titolo, provato su PS4, si attesta sui 30 FPS che tuttavia non riesce sempre a mantenere stabili, faticando in più di una situazione. Può capitare, inoltre, che il nostro personaggio si blocchi in determinati momenti all’interno di alcune texture dello scenario, costringendoci a switchare all’altro Cavaliere per risolvere il problema. A questo si aggiunge una telecamera non proprio collaborativa, che a volte non rende particolarmente agevole capire cosa accade su schermo. Non stiamo parlando di mancanze gravi, ma sicuramente si tratta di lacune che vanno a minare l’esperienza di gioco complessiva. Inoltre le ambientazione, sebbene stilisticamente curate, non risultano molto ispirate e personalmente sotto questo aspetto sarebbe stato lecito aspettarsi qualcosa di più.
Cambiare nel modo giusto
Insomma, Darksiders Genesis, al netto dei dubbi e delle mancanze sopracitate, è comunque un’esperienza da non perdere. Rappresenta, in sostanza, la prova che un cambio di formula non necessariamente è indice di qualcosa di negativo, ma anzi può portare a risultati più che positivi. Dimostra, inoltre, che è possibile mantenere lo spirito e la validità di una serie pur presentandola in una veste completamente differente. La qualità dell’opera firmata Airship Syndicate è innegabile, e merita di essere apprezzata in ogni suo singolo aspetto. Anche se non siete amanti di giochi con visuale isometrica, Darksiders Genesis è decisamente in grado di avvicinarvi al genere, tanto è palpabile l’impegno e la dedizione degli sviluppatori. Dopo un terzo capitolo non proprio entusiasmante e che aveva ricevuto diverse critiche, la serie rialza quindi la testa con un episodio che sorprende e diverte. Fan della saga, ma anche novizi: l’ultima fatica di Airship Syndicate riesce sicuramente a mettere d’accordo e conquistare entrambi. Le vicende di Conflitto e Guerra riescono a coinvolgere, senza pretese ma con davvero molte soddisfazioni.
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