Con il progressivo declino del mercato fisico dei videogiochi (e con esso il sistema di compravendita dell’usato, fiore all’occhiello della catena) la compagnia sta cercando disperatamente nuovi metodi per convincere la clientela a mettere piede nei suoi negozi e a spendere denaro.
Mentre negli scorsi anni la strategia di Gamestop è stata focalizzata sul riempire gli store di merchandising dedicato e Funko Pop di ogni genere, recentemente si è iniziato a testare nuovi concept store che puntano maggiormente sull’approccio “sociale”.
Come riporta Gamesindustry, al momento si stanno testando tre tipi di nuovi store, tutti situati a Tulsa, in Oklahoma.
Tutti e tre hanno un unico comune denominatore: la drastica riduzione dello spazio dedicato alla vendita di videogiochi e la trasformazione degli store in luoghi di ritrovo sociale, con spazi dedicati ai giochi da tavolo, postazioni PC dedicate all’online gaming e aree TV predisposte per il retrogaming.
I tre store rappresentano varianti dello stesso tema (c’è quello più dedicato ai retrogames e quello più indirizzato verso la “pop culture”) ma l’obiettivo finale rimane lo stesso per tutti.
Trasformare i Gamestop in luoghi dove passare il tempo con i videogiochi, piuttosto che i negozi dove entrare per effettuare i propri pre-order videoludici.
Solo un concept o la strada giusta per il rilancio?
L’utilizzo dei servizi forniti dai nuovi concept store è gratuito e richiede solamente una “PowerUp Rewards Membership” per accedervi, con personale dedicato a controllare l’età dell’utenza che vorrà usufruire di giochi sconsigliati ai minori.
Da notare bene che questi store sono ancora allo stato di test e non c’è alcuna certezza sul fatto che la compagnia scelga di applicare questa svolta su scala mondiale.
In un’intervista relativa alla realizzazione di questi concept store, il Chief Customer Officer Frank Hamlin ha dichiarato: “Tornai dall’E3 2014, andai direttamente ad incontrare i vertici dell’epoca e gli dissi ‘Stiamo perdendo un’opportunità enorme’. Poi proseguii con una frase davvero politicamente scorretta: ‘Se l’E3 è il Vaticano dei videogiochi, perchè Gamestop non è la chiesa locale?'”
Può essere questa la giusta strada per rilanciarsi oppure Gamestop è destinata a seguire un destino simile a quello capitato anni fa a Blockbuster?
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