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World of Horror – Recensione

Fra le spire della piccola città di Shiokawa, si nascondono pericoli sempre più inquieti e stanchi di annidarsi fra le ombre. La violenza con cui gli Dei Antichi rigurgitano i loro disturbanti capricci sulla nostra realtà scardina gli equilibri fondamentali della stessa, dando vita ad un conto alla rovescia dal quale non pare esserci scampo, benvenuti dunque, sedetevi comodi e godetevi gli atti finali della nostra esistenza, un nuovo mondo si spalanca davanti a noi: un mondo di orrore.

Un’insanguinata lettera d’amore

World of Horror non nasconde di essere un pegno di affetto verso gli scritti lovecraftiani e lo stile visivo di Junji Ito: mischiando due genialità autoriali così contrapposte, il designer Pawel Kozminski crea un aberrante cocktail che rapisce e conquista il giocatore a un primo sguardo. La produzione edita da Ysbrid Games non struttura però le sue fondamenta esclusivamente intorno a questi due autori, ma si rivela sin dalle prime battute un compendio di menzioni e rimandi al genere horror in tutte le sue declinazioni, partendo dai più scontati stereotipi e archetipi nipponici, arrivando fino ai cult dell’ultimo ventennio, passando per i grandi classici della letteratura occidentale. Imbattersi in queste citazioni più o meno velate è sicuramente parte integrante dell’esperienza, pur non essendo così ingerente da impedire al pubblico meno avvezzo di godersi il titolo nella sua interezza. L’atmosfera di World of Horror affascina sin dalla schermata principale, elettrizzando il giocatore che non vede l’ora di ruzzolare giù per la tana del Bianconiglio e scoprire quali tremende sorprese possano attenderlo.

Gli orrori di Shiokawa

L’obiettivo principale di World of Horror è quello di dipanare la matassa di cinque differenti misteri (su un totale di dodici attualmente disponibili) e ottenere altrettante chiavi per poter addentrarsi all’interno del faro cittadino, il quale sembra custodire il cuore del segreto che sta sconquassando la quotidianità. Accedendo alla bacheca della nostra dimora, che funge da hub per tutta la macabra avventura, è possibile selezionare uno dei misteri e incominciare le indagini. Il nostro personaggio è in grado di godere di bonus e peculiarità che possono agevolare l’impervio percorso che ci attende, potendo anche contare su alleati e magie dai più disparati utilizzi. Esplorare il mondo di World of Horror porta il nostro alter-ego a imbattersi in differenti eventi, anche slegati dalla trama principale. Qui incomincia a sentirsi il sapore più “ruolistico” dell’esperienza: ogni evento infatti mette alla prova le nostre statistiche e sancisce con un tiro di dado, lanciato dietro le quinte, l’esito dell’atto in corso.  E’ possibile dunque accumulare esperienza e migliorare le nostre caratteristiche, come il carisma o la fortuna ma anche i nostri punti vita e quelli legati alla nostra sanità mentale, che viene ovviamente messa a dura prova nel corso delle bizzarre indagini che ci attendono. Inoltre, avanzando di livello viene fornita la possibilità di scegliere alcune abilità passive che possono risultare indispensabili per non essere vittime dei nefandi misteri che incombono su di noi. Esplorando Shiokawa è possibile intraprendere alcune attività specifiche: i giardini della scuola possono rivelarsi ricchi di pettegolezzi essenziali per i nostri obiettivi, offrendo al tempo stesso la possibilità di reclutare preziosi alleati, abbastanza coraggiosi (o stupidi) da affiancarci nella nostra folle ricerca.

L’anima RPG di World Horror si incarna anche nella presenza di combattimenti a turni contro nemici e boss che possono repentinamente mettere la parola fine al nostro viaggio, e pur non essendo il fulcro principale dell’esperienza, rappresentano comunque una componente indissolubile della stessa. I mob possono colpire i nostri HP o la nostra psiche, oppure entrambi, mentre il nostro avatar può contare sul combattimento a mani nude o su differenti tipologie di armi, anche quelle di fortuna raccolte all’interno dello stesso scontro. Le regole delle battaglie non sono proprio immediate e si appoggiano ad un menù che nelle prime fasi risulta assolutamente caotico e dispersivo, sebbene ricco di opzioni. Durante il proprio turno si ha a disposizione un certo quantitativo di punti ed ogni azione, dallo schivare al prendere la mira, fino al mandare un alleato contro il nemico o equipaggiare un’arma, ha differenti costi a seconda della sua complessità o importanza. Una volta scelto come sfruttare e riempire l’apposita barra dedicata alla composizione del nostro turno, si avvia la sequenza selezionata. E’ possibile ad esempio comporre un turno decidendo di prendere la mira, per poi scagliare un attacco pesante con la nostra arma e con i, pochi, punti rimanenti sferrare un calcio al nostro avversario. Affidarci alle magie non incide sui punti azione ma, a seconda della potenza o della tipologia, può costare un quantitativo di punti salute o psiche (che prendono il nome di Stamina e Reason), ciò offe un’ulteriore e potente freccia al nostro arco, seppur da usare con parsimonia. La risoluzione del caso avviene a prescindere dalle nostre scelte, a patto di non incorrere in un prematuro game over durante i combattimenti, ma non sempre è possibile imbattersi nel finale migliore del mistero in corso. La maggior parte delle piccole avventure che ci aspettano vanta infatti due o tre finali differenti, e la risoluzione di missioni secondarie, così come le nostre scelte, si rivelano determinanti per poter incorrere nell’esito migliore possibile. Ogni missione completata ci permette di aprire uno dei cinque lucchetti che sbarrano il nostro ingresso al faro, accedendo all’atto finale della partita e dandoci la possibilità di impedire la distruzione totale dell’universo. La componente ludica di World of Horror, per quanto un po’ troppo convoluta, si rivela abbastanza solida e accattivante, semplice ma funzionale. Pur basandosi su concetti molto classici del genere, mostra buoni guizzi di ingegno e qualche idea originale, sebbene non implementata alla perfezione, almeno ad oggi.

Agente del Caos

World of Horror si può catalogare come una visual novel horror a tinte RPG, ma è necessario menzionarne l’anima roguelite, vero motore dell’esperienza di gioco. A prescindere dalla modalità che si sceglie di selezionare, affrontare una partita dà vita a una serie di sequenze di casuali, pescando da un totale di 200 eventi diversi, dai più frivoli a quelli più determinanti, che possono cambiare sensibilmente l’incedere dell’avventura. Ovviamente ogni mistero si basa su un inizio, uno svolgimento e un epilogo ben determinati, ma tutto ciò che “sta nel mezzo”, è soggetto a differenti variazioni. A onor del vero, difficilmente questi eventi casuali possono incidere più di tanto nel corso della risoluzione del caso, e pur essendo inseriti con la volontà di portare freschezza in ogni diversa “run” avviata, poco riescono in questo compito, considerato anche il fatto che nonostante il loro cospicuo numero spesso capita di imbattersi in un evento già verificatosi in precedenza, anche dopo poche ore di gioco. Data la sua natura, il gioco mette come ulteriore ostacolo per il giocatore la funzione di permadeath: il game over porta dunque alla perdita di qualsiasi progresso od oggetto raccolto, ma mantiene i dati relativi al completamento dei misteri, mostrandoci sempre quali finali abbiamo già sbloccato per quelli già risolti. Pur considerando la velocità di una partita media, viene da chiedersi se la struttura procedurale scandita da una forte casualità sia la scelta migliore per un titolo che basa molto del suo fascino sulla narrazione. Nel complesso, è bene sottolineare come World of Horror risulti, seppur imperfetto, sempre interessante, anche grazie alla varietà di eventi in cui è impossibile imbattersi, che si rivelano purtroppo un’arma a doppio taglio, a causa dei problemi sopracitati.

Il volto dell’Orrore

La veste grafica e artistica di World of Horror si presenta in maniera deliziosamente disturbata. Il tripudio di citazioni non manca nemmeno a livello visivo, e sono presenti tanti dettagli e chicche che mostrano una cura ammirevole da parte dell’autore, che ha saputo confezionare un titolo horror molto derivativo ma in qualche modo anche in grado di farsi distinguere e riconoscere con forza e facilità in un panorama indie sempre più ricco e dispersivo. L’unica vera nota dolente risiede nel design di alcuni degli Dei Antichi, che non rispettano l’inquietante e stomachevole ispirazione artistica che permea il resto della produzione, bensì rappresenta questi esseri lovecraftiani con aspetti poco accattivanti e in alcuni a casi addirittura insipidi o buffi, cozzando con il resto della bellezza dell’opera. Ad ogni modo, la rappresentazione di un mondo a 2 bit convince mostrandosi solida e coerente con ciò che il gioco vuole rappresentare.

Per quanto riguarda la scrittura, World of Horror si mostra purtroppo altalenante, mostrando sì spunti narrativi interessanti, ma poco approfonditi: non si richiede all’autore di essere prolisso o didascalico, ma di espandere e arricchire le buone idee presenti, che mancano del mordente necessario per infondere efficacemente quel senso di inquietudine che si ricerca in un titolo di questo tipo. Nel complesso comunque, seppur un po’ troppo sintetico nell’elaborazione del terrore che attanaglia la piccola città giapponese, quasi tutti i misteri mostrano un’idea intrigante che vale la pena approfondire. Complessivamente il prodotto risulta abbastanza riuscito in questo senso, seppur imbrigliato dalla paura di voler osare ancora di più di quanto già non faccia, rimanendo un po’ sottotono rispetto alle premesse.

Fine del mondo

Giocare oggi World of Horror significa, purtroppo, non solo non avere un’esperienza completa in cui potersi addentrare, essendo un gioco in early access, ma anche far fronte ad una serie di bug e problematiche che vanno dall’ininfluente al distruttivo. Sono numerose infatti le occasioni in cui l’esecuzione del titolo viene brutalmente terminata, crashando direttamente al desktop e portando alla perdita di tutti i progressi non salvati. A causa di questo problema inoltre non è possibile provare alcune meccaniche disponibili o sfruttare determinati oggetti, danneggiando di fatto l’esperienza complessiva. Pur considerando la natura incompleta del titolo, ad opera di una sola persona, e volendo chiudere un occhio su bug e glitch minori, non si possono non rimarcare le gravi problematiche che lo affliggono. Anche tenendo presente il prezzo molto contenuto a cui il titolo viene offerto, è importante tener conto che in questo momento si parli di una produzione non solo frammentata a causa dell’accesso anticipato ma anche da qualche grattacapo ben più imponente. Ad ogni modo, pur non spiccando il volo e non mantenendo completamente le promesse iniziali, World of Horror gode di un magnetismo e un carisma a cui è francamente difficile resistere. Tutti gli appassionati del genere possono dunque fare un atto di fede ed esibirsi in un avventato acquisto che, anche a fronte delle problematiche descritte, sicuramente li farà felici, a patto di sopportarne la natura roguelite. Per tutti gli altri è consigliabile quantomeno di aspettare, se non l’uscita completa, qualche settimana o mese, in modo che la maggior parte dei nodi possa venire al pettine.

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