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Gamestop, store aperti negli USA: “Siamo essenziali”

Gamestop, continuano i licenziamenti del personale

Gamestop

Gli store americani di Gamestop resteranno aperti.

Nonostante anche gli Stati Uniti siano in pieno lockdown per contrastare l’epidemia di Coronavirus, la celebre catena ritiene di non dover chiudere i propri punti vendita considerandosi un “servizio essenziale”.

Secondo quanto riportato da Vice e ribadito da Kotaku, Gamestop ha confermato la sua decisione in una nota inviata a tutti i suoi dipendenti.

“Data la nostra offerta di prodotti che permette e migliora l’esperienza lavorativa da casa dei nostri clienti” si legge nella nota, “crediamo che Gamestop sia da considerarsi un venditore essenziale e possa rimanere aperto durante questo periodo”.

Un’assunzione decisamente discutibile che, oltre allo scetticismo dei dipendenti, non sembra aver convinto nemmeno le autorità.

“Ci è stato comunicato come le forze dell’ordine abbiano fatto visita ai nostri store nel tentativo di forzarne la chiusura nonostante la nostra classificazione. Gli Store Manager sono autorizzati a mostrare alle autorità il documento allegato qui sotto, se necessario”. Il documento in questione, senza tanti giri di parole, invita di fatto gli operatori di polizia a chiamare la sede centrale di Gamestop nel caso in cui riscontrassero problemi con la politica adottata.

La comunicazione non sembra essere una semplice boutade partorita da qualche responsabile di zona, bensì una vera e propria direttiva proveniente dai piani alti e recepita dai dipendenti dell’intero paese.

“Ci hanno sostanzialmente indicato di disobbedire ai decreti di ogni stato che ha scelto di chiudere gli esercizi commerciali non essenziali” ha dichiarato un impiegato dell’azienda, “dal momento che ritengono che stiamo fornendo un servizio fondamentale alle persone che fanno acquisti in un negozio di videogiochi”.

Una scelta senza dubbio controversa e un po’ pretestuosa da parte di Gamestop, destinata a far discutere soprattutto in relazione al periodo di difficoltà finanziaria dell’azienda. Una crisi confermata anche dai suoi stessi dipendenti, sempre più scontenti.

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