Ho speso circa 40 ore sull’ultima fatica di Arc System Works – e molte altre ne seguiranno – appassionandomi come mai prima d’ora a un picchiaduro 2D. Credo di poter dire tranquillamente di trovarmi di fronte a un prodotto curato e rifinito, con qualche difetto ovviamente, ma che a conti fatti sembra essere cucito su misura per quella tipologia di giocatori, fra cui rientro, che pur amando il genere ha sempre avuto difficoltà ad addentrarsi nel suo intricato ecosistema. Perché, come specificato già nella recensione dell’ottimo Street Fighter V Championship Edition, i beat’em up sono una tipologia di gioco estremamente complessa, su cui è necessario spendere decine – se non centinaia – di ore di gioco e studio prima di essere “addomesticati”, e lo scoglio di difficoltà iniziale spesso spaventa, comprensibilmente, il pubblico. Granblue Fantasy Versus viene in soccorso di tutti i neofiti appassionati e li prende per mano, con un titolo che mai come prima è in grado di spiegare in un maniera chiara e semplice tutte le sue meccaniche e a fornire il gioco di tutti gli strumenti necessari per imparare al meglio. Se il già citato Street Fighter V risulta un titolo propedeutico all’apprendimento, questo Granblue Fantasy Versus si dimostra ancor più efficace e completo in questo senso.
Non chiamatelo Anime Fighter
Arc System Works ci ha abituato a produzioni del calibro di Guilty Gear e BlazBlue, arrivando poi al grande pubblico grazie a quel gioiellino di Dragonball FighterZ, forse il miglior picchiaduro su licenza mai sviluppato. Granblue Fantasy Versus si contraddistingue da questi titoli, se non tanto nella strepitosa veste grafica, nell’essenza del suo gameplay, che segue da vicino le orme de più classici picchiaduro in due dimensioni, e quindi sì: tocca nuovamente citare Street Fighter. Brutalmente, si potrebbe dire che Granblue sia una versione semplificata del titolo Capcom: meno pulsanti a disposizione, meccaniche più semplici e più semplificate e nessun tipo di barra EX per le special. Come si può allora apprezzare questa produzione e come riesce, nonostante questi “sintetismi” a essere un gioco più che valido? Innanzitutto, proprio perché questa semplificazione – che potrebbe portare a una fase di stanca i giocatori più abili – viene sfruttata in quell’ottica propedeutica di cui si parlava in apertura. Inoltre, Granblue Fantasy Versus presenta una meccanica pressoché inedita per il genere, che nella sua immediatezza nasconde un vero lampo di genio. Proprio per quanto riguarda la meccanica delle Special, Ark System Works ha creato un sistema di “shortcut” per rendere più semplice l’input di tali mosse. Sono comunque presenti i comandi tecnici, che ci consentono di eseguire il movimento corretto per le mosse – quarti di giro, doppi quarti di giro, giri completi, dragon punch, mosse a carica e così via – ma sia le special sia le super possono essere eseguite con la semplice pressione di un tasto direzionale unito a uno frontale, come avviene nella serie Smash Bros, per fare un esempio. Utilizzando l’input semplificato ci esibiamo dunque nella special legata a esso, ma siamo doppiamente penalizzati poiché la mossa infliggerà un danno minore e sarà soggetta a cooldown, quest’ultimo si attiva inoltre per tutte le special EX, impedendoci di abusarne, data la mancanza di una barra apposita da sfruttare. Questo sistema non solo viene incontro ai giocatori meno avvezzi ma permette un progressivo senso di crescita. Inizialmente si potrebbe essere portati a utilizzare le shortcut, per poi allenarsi a inserire i comandi tecnici poco a poco, continuando a usare l’input rapido sulle special più ostiche o per assicurare l’inserimento delle stesse in una combo. Si crea così un sistema di gioco modulare che può soddisfare sia chi è già esperto sia chi è alle prime armi, dando però precedenza a questi ultimi. Come già sottolineato infatti, uno dei – pochi – difetti del titolo è quello di essere, seppur ben strutturato, non abbastanza complesso da convincere completamente l’acquirente più capace e competente, sebbene in grado di dare soddisfazioni anche a chi rientra in questa categoria.
La cosa che più colpisce del gioco è la sua intelligibilità. La pulizia delle animazioni, il ritmo sostenuto ma mai confusionario e la limpidezza di ciò che avviene su schermo, surclassa quasi ogni altra produzione, anche quelle già rinomate per questo aspetto di chiarezza dell’azione. Grazie a queste accortezze e al dettagliatissimo tutorial che delinea capacità e caratteristiche di ogni combattente, tuffarsi nello studio di un personaggio è immediato e indolore anche per i meno capaci o i più diffidenti. Non bisogna nemmeno fare l’errore di pensare di trovarsi di fronte a un gioco scarno o semplicistico: il cuore dell’esperienza dei migliori fighting game rimane, seppur snellita, ed è dunque necessario conoscere le peculiarità di ogni avversario – e ovviamente del proprio personaggio – se non si vuole incorrere in una sfilza di clamorose disfatte. Addentrandovi nel mondo di Granblue Fantasy Versus insomma, si è comunque costretti a impegnarsi e conoscere il mondo dei picchiaduro, scoprendolo o ri-scoprendolo per la prima volta, imparando la sua terminologia, i suoi tempi e di fatto la tracotante mole di informazioni che ne conseguono, ma senza venirne travolti o storditi, ed è proprio per questo che è così facile innamorarsi di quest’opera così atipica.
Un cast da favola fiaba
Entrando nel menù di selezione degli sfidanti, salta subito all’occhio la scarsa ampiezza del roster: solo 11 personaggi. 12, se contiamo Belzeebub, ottenibile completando la modalità storia, in maniera analoga all’Androide 21 di Dragonball FighterZ. Il primo season pass è comunque già “attivo” e la letale Narmaya è già entrata nella famiglia di Granblue, si accoderanno nei prossimi mesi altri tre personaggi, i quali porteranno quindi il numero di lottatori a 16. Non sono comunque moltissimi e sì, considerato che il gioco viene venduto a prezzo pieno e il season pass si allinea con i costi canonici dei pacchetti DLC, il conto da pagare per gustarsi il banchetto di ASW nella sua interezza è sicuramente salato. Fortunatamente, ogni personaggio è splendidamente caratterizzato e ricopre un ruolo specifico nell’economia della produzione, riuscendo ad accontentare le preferenze di ogni tipologia di giocatore. Per esempio, Ladiva – che non ho potuto fare a meno di eleggere istantaneamente come mia main – è una grappler in grado di massimizzare i danni all’angolo ed esibirsi in una serie di prese e command grab che spingono l’avversario sotto pressione e che farà la felicità di tutti quelli cresciuti a pane e Zangief. Amate i personaggi a carica? Allora non potrete non diventare fedeli cavalieri al servizio della piccola ma grande Charlotta, che oltretutto è attualmente riconosciuta come uno dei personaggi più forti del gioco. Chi è abituato a utilizzare Ken e Ryu o comunque personaggi Shoto-kan può sollazzarsi con Gran e Katalina, mentre chi ama gli zoner avrà l’imbarazzo della scelta tra Ferry, Metera e Percival. Impossibile non citare Vaseraga poi, che grazie alla sua mastodontica mole e al vastissimo range, uniti alla capacità di proteggersi con l’armor, farà letteralmente impazzire chiunque ami personalità di questo tipo. Insomma, Granblue Fantasy Versus pur non potendo contare su una mole di lottatori vastissima, riesce a rendere unico e intrigante ogni “pezzo della scacchiera”, rendendo davvero ardua la scelta del personaggio da utilizzare.
Erre Pi Gì
Come è ormai noto, Granblue Fantasy è un brand molto famoso in Giappone – ma semi-sconosciuto qui da noi – che ha sbaragliato il mercato e conquistato milioni di persone con un “semplice” gioco per Android e iOS sviluppato da Cygames, che insieme all’eccellenza di Arc System Works ha deciso di espandere ulteriormente il brand creando un picchiaduro in grado di essere apprezzato dai fan delle controparte mobile. Ne consegue che la maggior parte degli occidentali che avviano la modalità RPG del titolo – tra cui chi vi scrive – non ha la benché minima familiarità con gli eventi o personaggi narrati nella storia. Poco male: è facile affezionarsi a un cast così ben curato stilisticamente, e questo atipico Story Mode può essere apprezzato anche da chi scopre Gran e la sua cricca solamente grazie a questo picchiaduro. Le premesse di questa modalità sono molto intriganti, poiché mescolano meccaniche da beat’em up a scorrimento con la crescita e personalizzazione di un gioco di ruolo. È possibile salire di livello, equipaggiare e potenziare armi differenti e anche utilizzare oggetti nel bel mezzo degli scontri. Questa modalità ci offre inoltre la possibilità di entrare in confidenza con tutte le meccaniche basilari del titolo e anche di provare integralmente il cast, il tutto coadiuvato da una trama inedita scritta ad hoc. Pur apprezzando le intenzioni del team e la cura posta in questa corposa modalità single player, si nota da subito una certa piattezza di fondo, dovuta a un forte senso di ripetitività, un’eccessiva semplicità degli scontri e un ritmo non troppo incalzante, sorretti da una narrazione funzionale ma non molto interessante. A togliere le castagne dal fuoco ci pensano gli sbloccabili. Completando l’RPG Mode si può ottenere Beelzebub come detto in precedenza, ma non solo. Nuovi colori e nuove skin per le armi infatti attendono i completisti, riuscendo a donare quel pizzico di personalizzazione in più sempre gradita in questo tipo di produzioni. Sebbene non pienamente riuscita, l’offerta single player è comunque un punto a favore di Granblue Fantasy Versus, nonostante un RPG mode traballante si ha a disposizione uno degli sparring mode migliori di sempre, completo di guide, sfide e interessanti lezioni da apprendere per padroneggiare al meglio il sistema di combattimento.
World Wide
L’infrastruttura online di Granblue Fantasy Versus è basata su un netcode delay-based. Questo potrebbe già essere sufficiente per farvi passare al paragrafo successivo, ma è bene spendere comunque qualche parola sul lavoro svolto. Seguendo la tradizione degli ultimi Guilty Gear, Arc System Works propone un sistema di lobby in cui è possibile muoversi con il proprio avatar – ovviamente personalizzabile – e sedersi a uno dei cabinati disponibili per attendere un altro giocatore e iniziare a darsele di santa ragione. Questo sistema prende il posto dei casual match e si affianca a un semplice sistema di ranked. Selezionando la modalità classificata si nota la grande velocità con cui è possibile trovare avversari, non sempre con una connessione eccellente purtroppo, ma di norma si gioca senza problemi con 2 o 3 frame di scarto, più che accettabili considerata la natura delay-based del netcode. Certo, dopo il sorprendente annuncio da parte di Arc System Works riguardo alla scelta di un netcode rollback-based, viene da chiedersi perché non abbiano scelto di adottare lo stesso meccanismo anche per Granblue, ma chissà che non ci riservino sorprese in futuro, nel caso il titolo dovesse continuare ad avere successo. Per chiunque preferisce giocare con amici, nessun problema: un semplice sistema di Stanze ci permette di creare ambienti esclusivi per i nostri compagni di scazzottate, inserendoci in una mini-lobby esclusiva per il nostro gruppo fino a un massimo di otto giocatori.
Specchio delle mie brame
L’Unreal Engine 4 viene tirato a lucido dalla maestria visiva del team di Gilty Gear, creando personaggi ricchi di dettagli e ottimamente disegnati, soprattutto quando prorompono nelle spettacolari Skybound Art. L’impressione è che Arc System Works migliori costantemente, a ogni nuovo gioco o personaggio mostrato è impossibile non rimanere a bocca aperta e notare come siano in grado di rendere proprio anche un titolo su licenza. Il delizioso effetto pastello che incornicia l’esperienza ci dona arene meno ricche di quelle che siamo abituati a vedere come scenari per le scorribande di Sol Badguy, ma comunque altrettanto curate nella loro messa in scena. C’è qualche problema di tearing su PC, che tuttavia è possibile fugare disattivando il v-sync del gioco e attivandolo dal pannello della propria scheda grafica, per il resto l’esperienza è scorrevole e ammaliante per tutto il tempo che si decide di passare in compagnia di Granblue Fantasy Versus. La componente sonora si distingue grazie a un doppiaggio di primo livello, soprattutto quello in lingua giapponese, e una colonna sonora eccezionale con alcune tracce davvero indimenticabili.
Rematch?
Carismatico, intuitivo, assuefacente, sfavillante e soprattutto divertente. Cygames e Arc System Works confezionano un picchiaduro trasversale, adatto a tutti i giocatori. Pur considerato un rapporto quantità/prezzo che oscilla sul baratro dell’insufficienza, la qualità del prodotto non può essere messa in discussione. Forse i “picchiaduristi” più smaliziati non si accontenteranno completamente di questa produzione ma tutti gli altri, soprattutto gli scettici, dovrebbero dare una chance al prodotto a Granblue Fantasy Versus, perché potrebbe sancire l’inizio di una splendida storia d’amore con il genere beat’em up.
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