La serie The Mandalorian è stato un bel fulmine a ciel sereno nell’universo di Star Wars. Dopo l’ultima trilogia hollywodiana che ha scosso gli animi di tutti i fan, la serie realizzata per Disney+ sembra aver messo un po’ tutti d’accordo. È bellina bellina.
Ecco quindi l’episodio che forse potrebbe farvi ricredere. The Mandalorian naviga quel filo sottile di una serie breve, dove ogni capitolo dovrebbe avere gravità ed importanza per portare avanti una storia secondo un ritmo ben scandito, e l’atmosfera da “nemico della settimana” che ben si addice ad un avventuriero mercenario. Quest’ultima però espone molti i fianchi ad episodi un po’ sottotono ed inutili nello schema generale.
L’episodio 5 di The Mandalorian, “The Gunslinger”, Il Pistolero, con questo titolo così western, si presenta come un grandissimo episodio fanservice adun primo sommo sguardo. Dopo un veloce ed intenso dogfight spaziale tra Mando ed un cacciatore sulle sue tracce, è costretto ad atterrare su Tatooine. La fuga del Mandaloriano sta incominciando a pesare molto sulle sue finanze e per poter rimettere a posto il suo vascello spaziale è costretto a trovare un lavoro nel posto. È la classica missione secondaria che si sostituisce alla principale solitamente per allungare il brodo quando il finale rischia di essere troppo vicino, o per dare allo spettatore un interessante approfondimento sul mondo. Qui sembra che si voglia costantemente strizzare l’occhiolino.
Il bar più famoso della vecchia trilogia, posti conosciuti, frasi dal sapore nostalgico, scenari e tecnologie familiari. Una ventata di nostalgia, che però si rivela abbastanza effimera una volta che le cose si mettono in moto. Un giovane ed inesperto cacciatore di taglie,Toro Calican (interpretato da Jake Cannavale), ha fatto il classico errore di tutti i pivelli: ha accettato una taglia troppo complicata per le sue capacità e il Mandaloriano capita a fagiolo. Nasce quindi un’alleanza che produrrà benefici per entrambi. L’obiettivo è Fennec Shand (Ming-Na Wen), una delle più pericolose assassine della galassia.
E a questo incipit segue un po’ il nulla. Un veloce viaggio, qualche scaramuccia ed i personaggi secondari che aderiscono al loro cliché alla lettera, senza la minima variazione sul tema, senza colpi di scena, senza novità. Come andare a lavoro ogni lunedì mattina. Vorresti ritrovarti con la routine alterata, con qualche novità entusiasmante, ma la triste realtà quotidiana prende velocemente il sopravvento.
E così quindi l’episodio scorre via. Senza lasciarti molto. L’ho dovuto rivedere ben due volte perché arrivato alla fine mi ero già scordato cosa fosse accaduto all’inizio. Il primo passo falso? Probabilmente. Ma non c’è nulla da disperare. Ogni tanto, una sidequest per staccare va bene, nell’attesa che quella principale ritorni prepotente. Comunque più interessante dell’avventura al casinò di Gianni e Pinotta in Episodio VIII.
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