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Book of Demons – Recensione

Cosa succederebbe se unissimo un hack n’ slash Diablo-like con lo stile grafico di un Paper Mario? Sebbene questa sia una domanda che probabilmente in pochi si sono posti, i ragazzi del team indipendente Thing Trunk, supportati da 505 Games, hanno provato a dare la loro risposta con Book of Demons, un titolo davvero peculiare uscito a fine 2018 su PC, e portato adesso anche su Nintendo Switch.

Il gioco nelle sue ambientazioni, nella storia, e nei nemici, non prova neanche ad evitare il citazionismo allo storico brand Blizzard, anzi ne fa spesso uno dei suoi punti cardine. Tuttavia, oltre ad essere un tributo al leggendario Diablo, Book of Demons ne rappresenta anche una più che valida parodia, e lo humor scanzonato che si respira attraverso tutti i personaggi e le situazioni in gioco, si sposa alla perfezione con lo stile paper con la quale è rappresentato nel complesso.

La nostra avventura inizia con la scelta della classe del personaggio: guerriero, ladra o mago, con il primo come unica opzione all’inizio, ma gli altri due saranno facilmente sbloccati dopo una ventina di minuti di gioco. Senza fornirci troppi fronzoli o spiegazioni, il gioco ci catapulta nelle catacombe infestate di mostri sotto la chiesa del paese, dove neanche a dirlo, ci aspetta un grande demone rosso alla fine del percorso.

In perfetto stile dungeon crawler, il nostro obiettivo è dunque quello di scendere attraverso i diversi piani dei sotterranei ripulendo tutte le stanze da mostri cartacei di diversi tipi: zombie, scheletri, ragni, spettri e così via, fino ad arrivare al boss di turno, che una volta abbattuto sblocca la prossima sezione di livelli.

Generalmente l’esplorazione a fondo dei piani di un dungeon è un punto molto importante nei titoli di questo genere, tuttavia mi duole dire che in Book of Demons questo fattore è praticamente azzerato. Il nostro personaggio infatti non è libero di muoversi attraverso lo scenario nelle direzioni che preferiamo, ma è costretto a seguire dei corridoi preimpostati in stile board game. Questo movimento sui binari inoltre rende spesso impossibile schivare gli attacchi nemici e i personaggi più fragili o senza troppi attacchi ad area come la ladra, potrebbero essere costretti a subire parecchi danni senza via di scampo in caso di accerchiamento da parte dei mostri, soprattutto visto e considerato che quest’ultima classe non può neanche sparare frecce se i nemici si avvicinano troppo.

Oltre alla linearità dell’esplorazione, l’altra grande pecca di questo porting di Book of Demons (e non del gioco in generale dunque) è il sistema di controlli scelto dagli sviluppatori su console. A posto del classico click sopra i nemici per impostare il bersaglio infatti è necessario puntare questi ultimi tramite lo stick analogico destro. Spostare il cursore sopra i vari nemici con lo stick è tuttavia un’operazione sensibilmente più lenta e spesso anche macchinosa e nelle situazioni più concitate potrebbe portare anche ad una confusione del giocatore nella scelta dei target prioritari, visto che di base il personaggio attacca di default l’unità più vicina ad esso. Anche la navigazione dei menù non è comodissima dato è possibile aprirne più insieme (ad esempio inventario e negozio in contemporanea) ed equipaggiare diversi oggetti o magie può non risultare così immediato, soprattutto se c’è la necessità di cambiarli velocemente durante un combattimento.

Book of Demons tuttavia mostra i suoi muscoli in quelle che sono le peculiarità di questo titolo, che lo distinguono dagli altri dello stesso genere. Fra queste in primis troviamo il fulcro del sistema di combattimento del gioco, che rappresenta gli equipaggiamenti e le magie sotto forma di carte. Sia ben chiaro tuttavia che questo non è un card game, ma un hack n’slash, e dunque le carte e il “deck building” rappresentano solo un sistema alternativo di rappresentare artefatti e magie, mentre il gameplay rimane ancorato alla classica componente più action del genere. Come anticipato le carte si dividono in magie, artefatti e consumabili (le classiche pozioni), che possono essere equipaggiate in slot limitati ma espandibili durante il corso della nostra avventura. Scegliere con cautela le carte da equipaggiare in ogni situazione è dunque la chiave per il successo in Book of Demons, in quanto solamente quelle disponibili nella selezione rapida possono essere utilizzate in combattimento. Tutte le carte sono inoltre disponibili in diverse rarità e ovviamente più quest’ultima è elevata,fino al grado di leggendaria, più sono gli effetti aggiuntivi rispetto alla comune di base. Dulcis in fundo, nei dungeon c’è la possibilità di trovare delle rune che la cartomante della città può infondere nel nostro equipaggiamento, potenziando ancora di più le varie carte a nostra disposizione.

L’altra feature che più sorprende in Book of Demons è senza ombra di dubbio l’originalissimo Flessiscopio, sbloccato dopo aver completato i primi livelli di tutorial. Questo peculiare strumento permette al giocatore di selezionare in anticipo la durata dei piani nella prossima sezione di livelli, in modo da calibrare l’esperienza in base al tempo che abbiamo in quella sessione di gioco. Ad esempio, se siamo in treno con il nostro amato Nintendo Switch e sappiamo che la destinazione arriverà in mezzora possiamo impostare nel Flessiscopio quella durata, e il gioco calcolerà automaticamente dei dungeon completabili in quel lasso di tempo. La curiosità di questo sistema è che quest’ultimo evolve col tempo a seconda del nostro stile di gioco. Il Flessiscopio infatti rileva il tempo medio che il giocatore impiega nel completare determinate sezioni, e quindi evolve la sua creazione di piani a seconda del nostro stile di gioco.

Concludendo, la durata di una run completa di Book of Demons si aggira intorno alla decina di ore, ovviamente se si sceglie una tempistica media col Flessiscopio, ma a seconda dunque delle esigenze del giocatore quest’ultima può essere più o meno longeva. La rigiocabilità in aggiunta è un fattore da non sottovalutare in questo titolo, oltre infatti a selezionare le diverse classi l’esperienza può variare sensibilmente se si sceglie la difficoltà roguelike rispetto a quella normale, nella quale le carte e gli oggetti sono distribuiti in maniera totalmente casuale, e in quale se il nostro personaggio muore, ciò è permanente e costringe a ricominciare tutta la discesa dal primo piano, a differenza invece delle run normali, decisamente più permissive in questo frangente.

Book of Demons dunque, nonostante il citazionismo sfrenato alla saga di Blizzard, riesce ad avere una sua anima e delle sue peculiarità che rendono questa produzione un titolo di tutto rispetto sia per gli amanti degli hack n’slash, sia per chi vuole avvicinarsi per la prima volta al brand, attirato dallo stile scanzonato ed autoironico di questo piccolo grande indie.

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