Mettetevi comodi e parliamo un pochino di Kickstarter, vi va? Nel 2013 la piattaforma di crowdfunding fece scalpore nel settore videoludico dopo che Keiji Inafune, ex-dipendente di Capcom, riuscì ad ottenere il supporto necessario per realizzare il sequel spirituale di Mega Man: Mighty N°9 in poco meno di due giorni. Sebbene il sito fosse già conosciuto al tempo tramite il successo di Shovel Knight, da quel momento in poi cominciarono a comparire nuovi progetti come Bloodstained: Ritual of the Night e Yooka-Laylee. E sebbene alcuni di questi titoli hanno avuto alti e bassi nella produzione, tutti hanno in comune la loro natura di titoli indipendenti.
Con The Wonderful 101 Remastered invece, Platinum Games aveva già una base di sostenitori ben più che solida – soprattutto negli ultimi anni – e ha voluto rischiare proponendo una campagna kickstarter NON per la realizzazione di un gioco, ma per il porting su altre piattaforme al di fuori di Nintendo Switch (che ha gentilmente dato l’okay all’operazione). La compagnia di Hideki Kamiya si è voluta mettere in gioco e – dopo un mese – è stata premiata con 2 milioni di euro che ha sfruttato non solo per pubblicare il titolo su Switch, PC e PlayStation 4, ma anche per allargarsi e poter ottenere l’effettivo status di sviluppatore Tripla-A.
E dopo tutto questo, sarà riuscito The Wonderful 101 Remastered a rispettare le aspettative dei fan e magari a migliorare rispetto alla prima versione, uscita nel 2013 sulla sfortunata Wii U? Allacciate le cinture e preparate il vostro morpher, perché state per scoprirlo. Wonder-eyes…Review!
Operazione 001 – HENSHIN!
Il concept alla base di The Wonderful 101 nasce dalle ceneri di un altro progetto di Hideki Kamiya: Viewtiful Joe. Entrambi i progetti, infatti, prendono spunto sia nella direzione artistica che nella sceneggiatura e nella regia, dagli show del genere Tokusatsu, ovvero quegli show (tipicamente giapponesi) in cui gli effetti speciali, le tutine attillate e le pose accattivanti sono di casa. Alla prima occhiata, è evidente notare somiglianze nei design, nei trope e nelle dinamiche con show come Kamen Rider, Super Sentai (Power Rangers da noi) o Ultraman, oppure anche con film come la saga dedicata ai Kaiju (Godzilla, Ghidorah etc.).
La nostra storia ha inizio nella città futuristica di Blossom City, dove facciamo la conoscenza di Will Wedgewood, un timido insegnante che normalmente si occupa dell’istruzione dei propri studenti delle elementari ma che,nelle situazioni d’emergenza, può trasformarsi nel coraggioso Wonder-Red. Sebbene con i suoi poteri Wonder-Red potrebbe risolvere qualsiasi problema nella sua città, gli eventi di questo gioco si svolgono nel bel mezzo di un’invasione aliena su scala mondiale da parte dei GEATHJERK. Per far fronte a questa crisi, assieme a Wonder-Red viene attivato il resto della Task force Wonderful 100, cui membri provengono da ogni parte del globo e che – tramite un assurdo sistema di proiezioni fisiche – possono unirsi ed aumentare le capacità singole di ogni eroe.
E qui direi di fermarmi con l’incipit, perché del resto non deve importarvi niente. Il resto della narrativa segue il classico canovaccio del genere: missioni autoconclusive in varie fasi che culmineranno con una boss fight ad alto tasso di esplosioni e pose drammatiche e che andranno poi a creare un sottilissimo filo narrativo che – assieme ai trope del genere Tokusatsu e all’umorismo che ha contraddistinto altre opere della compagnia come Bayonetta – fungono da supporto per la vera ciccia del titolo: il gameplay.
Operazione 002 – Unite!
A differenza del suo fratello spirituale Viewtiful Joe – un titolo Beat ‘em Up a scorrimento che faceva uso del rallenty come una delle sue meccaniche principali – The Wonderful 101 incorpora le meccaniche principali da titoli come quelli della serie Pikmin all’interno delle dinamiche classiche di ogni titolo Platinum Games. Parliamo quindi di un Hack and Slash altamente punitivo, nel quale il giocatore è chiamato non solo a saper gestire il gruppo di eroi che, andando avanti nelle missioni, crescerà di numero, ma anche a capire la giusta sequenza di azioni da compiere per arrivare ad ottenere il punteggio più alto nel minor tempo possibile. Ma partiamo con ordine.
All’inizio di ogni missione, controlliamo un party formato dai nostri eroi protagonisti e da un gruppo di eroi minori che possiamo sbloccare trovandoli in giro per la mappa. Durante la nostra esplorazione, il nostro compito è quello di reclutare il maggior numero di civili ed eroi minori (fino a 100 per missione) che – attraverso la semplice creazione di una Wonder-Liner attorno ad essi tramite l’uso della levetta destra – vengono reclutati. Questo ci viene comodo in quanto non solo andiamo ad aumentare il nostro punteggio finale, ma andiamo anche ad influenzare il danno effettivo delle nostre mosse speciali: le Unite Morph.
Queste variano a seconda del personaggio che intendiamo utilizzare in quel momento e sono accessibili disegnando una determinata forma tramite la Wonder-Liner. Per esempio, Wonder-Red è dotato della Unite Hand, un potente braccio in grado di poter effettuare danno ravvicinato e di aprire determinati passaggi. Dall’altro canto, personaggi come Wonder-Pink possono creare una frusta, in grado di attaccare i nemici a distanza o dotati di armature speciali. In aggiunta a queste forme offensive, durante le missioni ci viene chiesto di utilizzare forme “di supporto” per poter proseguire e superare ostacoli insormontabili. Sta quindi al giocatore capire quale trasformazione utilizzare o quale combinazione porterà alla combo più soddisfacente.
Ma non è una passeggiata, la curva d’apprendimento è ripida. La complessità del combat system si apre a poco a poco, e con esso i nostri personaggi salgono di livello ed imparano nuove tecniche. Per ovviare a questa iniziale impotenza, prima di ogni missione è possibile visitare il Wonderful Mart, uno store nel quale è possibile acquistare nuove tecniche di gruppo, nuove skill ed oggetti consumabili. E qui entra in gioco la punitività di Platinum Games, che andrà a penalizzare il giocatore nel caso vengano utilizzati questi consumabili o nel caso il giocatore termini prematuramente la partita dopo un tot di morti. E sebbene questo possa sembrare scoraggiante per un giocatore novizio del titolo, ricordiamo che i titoli Platinum hanno un target preciso: lo zoccolo duro di fan accaniti che apprezzano i titoli hardcore e soprattutto rigiocabili.
Operazione 003 – Wonder-Eyes…Remastermeh!
Dal punto di vista tecnico, invece, The Wonderful 101 Remastered gode di un lavoro di upscaling che su PC lo porta fino alla risoluzione 4K e ad un frame rate saldo sui 60 FPS e che cerca di coprire gli evidenti difetti di un titolo concepito inizialmente per una console che non era in grado di gestire troppi modelli 3D complessi. Questi ultimi infatti, rimangono comunque low-poly e spigolosi, ma allo stesso tempo restano ovviamente in linea e fedeli alla direzione artistica del titolo. Per quanto riguarda la schermata secondaria, che su Wii U potevamo osservare attraverso lo schermo secondario del paddone, questa è stata spostata su un menù a tendina accessibile tramite la pressione di un tasto. L’unico neo nell’intera produzione tuttavia, rimane la gestione della telecamera che – in alcune sezioni – rimane incerta e non proprio comoda da gestire, come nell’originale.
Nonostante tutto, The Wonderful 101 Remastered rimane un acquisto consigliabile non solo ai giocatori non navigati in ambito Platinum Games, ma anche ai fan di lunga data in quanto il titolo funge da memorabilia di una software house che negli ultimi anni ha provato a cambiare il proprio modo di progettare giochi – affacciandosi a svariati target – senza però dimenticare da dove ha avuto inizio la sua scalata al successo. Ottimo lavoro, Wonder-Team!
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