Space Force è la nuova serie Netflix in arrivo a fine mese, che come suggerisce il nome racconta una storia fittizia del nuovo reparto militare americano. Il progetto è frutto della collaborazione tra Greg Daniels e Steve Carell e quest’ultimo interpreta anche il protagonista della serie, Il generale Mark R. Naird.
La prima scena si apre proprio su Naird, fresco di promozione e convinto di scalare i ranghi dell’aeronautica, che con sorpresa scopre che i vertici militari hanno altri progetti per lui e lo nominano capo delle operazioni dell’appena emancipata divisione spaziale, che fino a quel momento era un’estensione dell’Air Force. Naird è quindi costretto a trasferirsi in Colorado con famiglia al seguito, un evento traumatico sia per la figlia adolescente Erin (Diana Silvers), che per la moglie Maggie (Lisa Kudrow): la prima si trova trapiantata in una base militare in mezzo al nulla, e la seconda finisce in galera senza tante spiegazioni.
Il generale Naird deve quindi dividere i suoi sforzi tra crisi famigliari, genitori anziani che chiamano ad orari improbabili, un’intera base operativa ai suoi ordini e le aspettative del presidente che ha intenzione di tornare sulla luna il prima possibile. Al suo fianco in questa impresa c’è il direttore scientifico della Space Force, il brillante e ferocemente sarcastico Dr. Adrian Mallory (John Malkovich). Mallory è uno scienziato tutto d’un pezzo, ma divide il suo tempo tra la conquista dello spazio e l’essere passivo aggressivo con ogni mezzo a sua disposizione. Oltre a lui Naird può contare su “Fuck Tony” (Ben Schwartz), social media manager gretto ed inetto, Brad (Don Lake) amabile allocco e inspiegabilmente generale e Angela Ali (Tawny Newsome), ex pilota dell’aeronautica passata alla divisione spaziale, non senza una certa vergogna. Il generale dell’air force Kick Grabastone (Noah Emmerich), cerca invece di infilargli i bastoni tra le ruote a ogni passo. Lo show include anche l’ultima performance di Fred Willard, deceduto il 15 maggio, che qui interpretava l’anziano padre di Naird.
Il cast è veramente eccezionale, ma su tutti regnano indiscussi Steve Carell e John Malkovich, che oltre a regalare delle performance fantastiche portano sul piccolo schermo una chimica che non si vedeva da tempo. Le interazioni tra i due sono senza ombra di dubbio il punto più alto della serie, sia per scrittura che per recitazione. La messa in scena è di buon livello e non dà mai l’impressione di essere approssimativa o a buon mercato: la base brulica di vita, sia militare che civile, e salvo qualche trope sgradevole, tipo botanici che per qualche ragione sono anche in grado di dare consulenze sulle orbite satellitari, la ricostruzione delle dinamiche interne è convincente.
Space Force impiega un po’ ad ingranare, ma dopo un primo episodio discreto, e un secondo esilarante ma decisamente più “cartoonesco” rispetto al resto, la qualità della scrittura sale e da quel momento rimane sempre a ottimi livelli. Il personaggio di Malkovich è chiaramente ispirato al Dr. Stranamore, ma ne offre una reinterpretazione personale e al tempo stesso rispettosa dell’originale. Il generale Naird all’inizio sembra il classico militare tutta grinta e poco cervello, ma ben presto diventa una sorta di novello Picard, costretto a trovare soluzioni ai problemi più disparati, mentre cerca di mantenere l’unità a bordo e nella sua famiglia. Per quanto le cose possano andare male nella base, il generale deve anche lavorare sul rapporto con sua figlia, che non si è ancora ripresa dal trauma del trasferimento e dall’arresto della madre.
Come già accennato, la serie è stata concepita da Carell insieme a Greg Daniels (con cui aveva già lavorato nella versione americana di The Office) e guardandola si riesce a cogliere lo stile di entrambi: dalle gag fisiche di Carell alla satira pungente, seppur non troppo sottile, di Daniels. Nonostante tutto quello che sta accadendo il 2020 sembra l’anno della ribalta per il pluripremiato scrittore, che dopo l’ambizioso Upload, distribuito su Amazon Prime, adesso approda anche su Netflix con un altro progetto satirico, che riesce a divertire mentre offre molti spunti di riflessione.
Space Force tocca numerosi argomenti spinosi, come il militarismo sfrenato degli Stati Uniti, che dopo la guerra fredda hanno iniziato ad espandersi verticalmente, considerando il cielo sopra di loro come un’estensione del territorio nazionale. Ma anche l’escalation di tensioni con la Cina, la fobia delle spie russe, e la totale inadeguatezza di un POTUS anonimo le cui azioni ricordano quelle di una certa star televisiva che poi si è data alla politica. Non risparmia nemmeno I guru della tecnologia che saltano da un progetto all’altro spacciandosi per tuttologi, o che, nelle parole dello stesso Naird, guardano allo spazio come alla via di fuga per quando avremo finalmente distrutto il nostro pianeta. Se si segue almeno un minimo la scena politica americana è praticamente impossibile non associare nomi ben precisi a queste persone: Elon Musk è chiaramente chiamato in ballo in quanto “demagogo” dello spazio, che approfitta della pulsione ancestrale che spinge l’essere umano ad esplorare per costruire la sua immagine pubblica e guadagnarci sopra con contratti statali. Anche la figura del presidente bamboccione, negazionista del cambiamento climatico, guerrafondaio e narcisista ricorda vagamente un signore biondo che dopo aver fatto fallire una linea aerea e un casinò è diventato “leader del mondo libero”.
In conclusione Space Force è un’ottima serie, che diverte senza dover mai atrofizzare il cervello dello spettatore e che, come da consuetudine per gli show di Greg Daniels, fa satira politica in modo sia esplicito che implicito. Spesso quello che non viene detto apertamente è più d’effetto delle battute, a volte scontate, ai danni dell’uomo arancione e c’è un perenne senso di “what if”: cosa saremmo riusciti a fare se invece di continuare a metterci i bastoni tra le ruote a vicenda non avessi puntato di più sulla collaborazione internazionale? La serie arriverà su Netflix il 29 Maggio, ed è fortemente consigliata a chiunque sia un fan dello spazio, di Steve Carell, Greg Daniels o anche solo della tv di qualità.
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