Il dirigente aveva espresso un commento negativo su George Floyd (accompagnato da un’immagine), ponendo l’accento sullo “stile di vita criminale” dell’uomo. Riot aveva da subito preso le distanze, dichiarando le controverse parole di Johnson “contro i nostri valori”.
Dopo una breve indagine interna, come facilmente pronosticabile, si è inevitabilmente arrivati a un divorzio tra le parti. Una separazione che la software house ha così commentato in una dichiarazione rilasciata a Kotaku:
“Ron Johnson non lavora più per Riot Games.
L’opinione espressa nell’immagine in questione è disgustosa e va direttamente in contrasto con i nostri valori e la nostra convinzione che la lotta al razzismo sistematico richiede un immediato cambiamento sociale, qualcosa che ci siamo impegnati a perseguire”.
L’interruzione del rapporto lavorativo è stata consensuale, come confermato anche dal CEO di Riot Games, Nicolo Laurent.
“Ron ha capito e si è reso conto che sarebbe stato inefficace come leader all’interno di Riot da qui in avanti.” ha spiegato Laurent, “Di conseguenza ha rassegnato le sue dimissioni, a partire da oggi”.
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