Nella maggior parte dei videogiochi – iniziando dagli RPG per arrivare negli ultimi anni ai Gatcha – il concetto di farming (o grinding) è da sempre visto come quell’elemento appartenente alla categoria “o lo ami, o lo odi”. L’eseguire una determinata azione è una dinamica di gameplay che va ad estendere la longevità di un gioco…dimostrandosi allo stesso tempo una lama a doppio taglio. Dopotutto, anche un guerriero benedetto dalla stella del nord, membro dell’ordine dei cavalieri celesti ed in possesso della lama definitiva PUÒ annoiarsi una volta smembrati 2000 goblin minori.
Cosa succede però, quando il farming e la ripetitività diventano LA MECCANICA PRINCIPALE e costruisci al suo interno un setting simulativo e sociale? Si ottiene la serie di Harvest Moon, un gioco di ruolo simulativo dove abbiamo il pieno controllo dello sviluppo di un ranch personale e dove allo stesso tempo abbiamo la possibilità di costruire una nostra rete sociale. Col tempo, la serie è riuscita a crearsi una propria nicchia di appassionati, arrivando persino ad influenzare produzioni indipendenti come Stardew Valley. Poi nel 2014, è arrivato il dramma: Natsume acquisisce il marchio, strappandolo da Marvelous e tra una remastered del capitolo Light of Hope e l’annuncio di One World, il publisher nipponico fa fatica a riottenere il consenso dei giocatori.
Dall’altra parte Marvelous ha deciso di attuare una strategia diversa: un restart attraverso la nomenclatura Story of Seasons e oggi vi parlerò del mio primo approccio alla serie con l’ultimo capitolo in uscita su Nintendo Switch e PC: Friends of Mineral Town.
Nella nuova (ma allo stesso tempo vecchia) fattoria
Una volta avviato il software per la prima volta, vengo accolto da una lettera e da un regalo da parte di mio nonno: la sua fattoria, il posto nel quale ho passato giornate indimenticabili. È la sua eredità e l’ha donata a me, un semplice ragazzino. Non posso fare altro che fare le valigie e prendere il primo volo per Mineral Town.
Ci vorrà del tempo, ma alla fine anch’io riuscirò ad ambientarmi e a diventare un membro fondamentale della comunità.
Story of Seasons: Friends of Mineral Town: troppo lavoro, poco tempo e tanta dedizione
Ecco, prendete quest’ultima frase e buttatela al vento. Story of Seasons: Friends of Mineral Town ti acchiappa con mille sorrisi ed una premessa non troppo diversa da altri titoli come Animal Crossing, per poi rinchiuderti all’interno di una realtà crudele e dove il tempo NON È MAI ABBASTANZA. Le prime settimane sono state un vero e proprio disastro: intere mattinate perse ad annaffiare il raccolto – sopratutto quando, per la maggior parte delle stagioni, esistono minimo quattro tipi di ortaggi e ognuno di questi ci mette i suoi giorni per crescere. E quando la mattinata termina, sai già che hai perso un bel po’ di interazioni con gli altri residenti, sia l’opportunità di visitare la maggior parte degli edifici e dei servizi. Ogni giorno è una corsa contro il tempo, ma anche contro noi stessi: pianificazione e moderazione sono le parole chiave per riuscire a gestire al meglio la propria fattoria e “fatturare” il denaro necessario per migliorare le strutture e gli utensili a nostra disposizione. Al contrario, il sistema di Stamina e Affaticamento puniscono uno stile di gioco violento e poco ragionato.
La Velvet Room accanto al Silos
Con l’interazione con gli altri residenti, vi è anche la possibilità di creare legami e relazioni con quelli che riteniamo interessanti. Parlando e portando doni una volta al giorno, andiamo ad accrescere una barra che, una volta superata una certa soglia, ci permette di sbloccare una serie di eventi. Partecipandovi – quando disponibili durante la settimana – queste quest ci permettono di conoscere meglio la nostra anima gemella. Ma fate attenzione: proprio come nelle Visual Novel, una qualsiasi scelta sbagliata può comportare la perdita di qualche punto, andando a ritardare di chissà quanto tempo la nascita del proprio nucleo familiare.
Story of Seasons: Una nuova luce
Alla fine di questa breve – ma intensa – esperienza con Story of Seasons: Friends of Mineral Town, ho come l’impressione di aver semplicemente scalfito la superficie di un franchise che – dal mio punto di vista – merita di esser giocato almeno una volta. Il pacchetto confezionato da Marvelous non rappresenta soltanto un ottimo remake dei capitoli Friends of Mineral Town e More Friends of Mineral Town, ma anche un perfetto punto di partenza anche per i giocatori più “casual” , grazie ad alcuni accorgimenti non solo riguardanti le meccaniche base, ma anche per quanto riguarda la difficoltà – scalabile fin dall’inizio della prima run. Per quanto riguarda la versione per Nintendo Switch, lo stile chibi è perfetto per la console ibrida, risultando piacevole non solo durante le sessioni in modalità portatile, ma anche per quelle in modalità docked.