Destroy All Humans! deve avere qualcosa di magico se nonostante siano passati ben quindici lunghissimi anni dalla relase del titolo le avventure del nostro simpatico (e cinico) alieno Crypto continuano a risultare estremamente affascinanti ed interessanti. La sensazione che ho avuto pad alla mano al primo contatto con il titolo è stato un déjà vu, come se improvvisamente fossi tornato indietro con gli anni a quando giocavo l’originale titolo su PlayStation 2. Un’emozione che non è sembrata del tutto positiva dato che, appunto, ho avuto l’impressione di rivivere qualcosa di già visto.
I Furon sono a corto di DNA e l’unico modo per potersi appropriare del materiale genetico per riprodursi è andare sulla Terra e raccoglierne un po’, sfruttando gli “inutili” esseri umani. Il temibile scenziato Orthopox manda sul pianeta Terra il clone Crypto 136 che però, tragicamente, non riesce a compiere la missione, venendo preso in ostaggio dalle forme di vita presenti sul pianeta, comunemente detti “umani”. Orthopox, per rimediare al fallimento della missione, invia dunque sulla Terra l’ironico (e assai cinico) Crypto 137, un clone che condivide col suo predecessore il medesimo obiettivo: conquistare la Terra, liberare il povero prigioniero e, cosa più importante, recuperare quanto più DNA possibile per permettere la sopravvivenza della razza dei Furon.
Il gioco, come l’originale, è costituito da alcune brevi missioni di vario tipo da compiere in determinate zone degli Stati Uniti degli anni 50 e spesso costringono il giocatore ad utilizzare approcci diversi: man mano che avanziamo scopriamo infatti come utilizzare determinati equipaggiamenti presenti nel gioco e come questi possano tornarci utili per superare ostacoli in alcune situazioni difficili. Crypto, probabilmente l’alieno più folle mai visto all’interno di un videogioco, ha numerose abilità: dal leggere i pensieri delle persone da cui è circondato (e alcuni di questi potrebbero lasciarvi a bocca aperta o farvi scoppiare dalle risate) al detronizzare i rivali di turno o dissuaderli con un potere che ne fa prendere il controllo per alcuni minuti. È possibile utilizzare anche l’astronave, un vero e proprio disco volante capace di distruggere qualsiasi oggetto o monumento incontri, grazie al letale laser di cui è dotata.
Ma vi starete chiedendo, collezionare il DNA a cosa ci serve? La risposta è molto semplice: rinforzare le armi, le skill del protagonista e della sua navicella spaziale. Nel caso non siate soddisfatti dell’esito della missione svolta, non vi preoccupate, il gioco vi concede l’opportunità di provarla nuovamente e guadagnare ancora più materiale genetico per rinforzarvi.
Purtroppo questa versione remasterizzata di Destroy All Humans porta con sé alcuni problemi che sono riscontrabili anche nel gioco originale. L’effetto “wow” che si può riscontrare al primo impatto con il gioco, scoprendone man mano le meccaniche, rimane sicuramente ancora affascinante e divertente. Tuttavia, una volta avviate le missioni, il giocatore si può trovare nella (sgradevole) sensazione di cadere vittima di un costante déjà vu: mi spiego meglio, l’impressione che si ha è quella che nei livelli si ripetano costantemente le stesse azioni di gioco in contesti però leggermente differenti con “l’aggravante” di avere un livello di sfida anche abbastanza basso. Per i giocatori diciamo più “competitivi”, se si vuole platinare il gioco al 100%, sono però disponibili delle sotto missioni in grado di alzare leggermente la sfida per sbloccare così anche i preziosi trofei.
Ciò che mi ha portato un po’ di amarezza nel testare il gioco è stato che, a distanza di un anno, il titolo sostanzialmente non ha mostrato molti cambiamenti sia a livello grafico che di meccaniche rispetto alla versione esaminata lo scorso anno alla Gamescom di Colonia, anzi i difetti tecnici (fortunatamente non troppo palesi) sembrano essere rimasti inalterati rispetto alla versione beta testata. Ad ogni modo, molto probabilmente gli eventuali bug verranno sistemati con una patch al Day One. In compenso è presente una missione inedita.
Destroy All Humans è sicuramente un titolo che gli amanti della fantascienza e del black humor apprezzeranno, sia per le particolari ambientazioni che, soprattutto, per l’estrema e implacabile simpatia del protagonista: Crypto. Ho avuto la fortuna di poter giocare il titolo originale su PS2 all’epoca e devo dire che, pad alla mano, con la versione PS4 ho avuto notevoli sensazioni positive, come se fosse stato un improvviso salto nel passato, anche se l’entusiasmo è stato parzialmente smorzato dai cambiamenti che in questa edizione sembrano essere sostanzialmente inesistenti. I ragazzi di Black Forest Games e THQ Nordic hanno fatto comunque un ottimo lavoro e i nuovi giocatori possono divertirsi a sterminare umani. Vi ricordo che Destroy All Humans sarà disponibile su PC (Steam), Xbox One e PlayStation 4 al prezzo di € 39.99 su console e € 29.99 su PC.
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