Dovermi occupare della recensione di Project CARS 3 mi ha messo in difficoltà, perché il primo parametro di valutazione del titolo è arduo da affrontare: che genere di gioco è? Appurato che non si colloca agli estremi di una simulazione realistica o di un arcade puro, posizionarlo in questo asse immaginario che definisce il genere dei giochi di guida non è banale. Un arcade con un modello di guida che pende verso la simulazione? Un simulativo che strizza l’occhio e concede molto ad un gameplay più immediato e semplice da apprendere ed acquisire? La risposta a queste due domande può essere “sì” ad entrambe ma allo stesso tempo “no”.
Gli elementi che caratterizzano il gameplay sembrano a volte essere in contraddizione l’uno con l’altro. Ad esempio: se si esce di pista con tutte e quattro le ruote e si ottiene un vantaggio di posizione, si viene penalizzati con un rallentamento forzato di qualche secondo. Ma non c’è alcuna sanzione se ci si schianta addosso agli avversari in ingresso di curva, guadagnando decine di posizioni per la staccata tardiva.
Sovrasterzo di potenza in curva che porta a un testacoda? Benissimo, ma allora perché permettere subito dopo un agile recupero con un minimo controsterzo, anche disattivando tutti gli aiuti su controllo di stabilità e trazione? Si rimane un po’ perplessi sulla fisica di Project CARS 3, che dà indizi in una direzione per rimangiarseli subito dopo. Sembra voler essere un gioco “difficile ma non troppo” e questo può lasciare una sensazione di incoerenza e confusione, che può non abbandonare più il giocatore e rovinare l’esperienza.
Superato questo ostacolo, che dipende in larga parte dalle preferenze personali, l’offerta proposta da Project CARS 3 è più che soddisfacente in termini di modalità di gioco, vetture, sfide e piste. Il fulcro del gioco è la modalità Carriera, che organizza sapientemente tutti i contenuti in una sequenza di sfide di difficoltà crescente. I veicoli sono caratterizzati da una classe di appartenenza, che dipende dalla loro potenza di base e dagli eventuali potenziamenti a loro applicati.
Per ogni categoria sono presenti 4 gruppi di sfide, ognuno composto da 4 livelli, per ciascuno dei quali si è chiamati a raggiungere 3 obiettivi. Soddisfacendo questi ultimi si possono sbloccare via via livelli, sfide e categorie più avanzate. In alcuni casi sono presenti restrizioni ai veicoli che si possono utilizzare, spaziando dalla categoria di appartenenza alla nazionalità del costruttore o anche al singolo modello, oppure limitando un certo tipo di trazione. Questo approccio garantisce che il giocatore utilizzi “seriamente” una discreta varietà di veicoli, apprendendo di conseguenza diversi stili di guida. Sono presenti 4 tipi di sfida per i singoli livelli, le classiche gare o prove a tempo (giro lanciato o media di tre giri) e una modalità completamente arcade: Breakout, che rappresenta un simpatico diversivo. L’obiettivo è quello di distruggere il maggior numero di pannelli presenti in una pista, andando anche a cercarli su stradine secondarie o fuori pista.
Un’altra scelta molto intelligente è quella di non legare le mani al giocatore e permettere l’accesso a qualsiasi livello o categoria della modalità Carriera, a patto di pagare i crediti richiesti. In questo modo si salvano capra e cavoli: i giocatori in cerca di una sfida “leale” non cedono alla tentazione e vogliono farcela con le proprie forze, mentre chi vuole avere tutto subito ne ha facoltà. A patto di avere accumulato abbastanza crediti, ma questa non dovrebbe essere una missione troppo difficile, vista la miriade di opzioni a disposizione e i prezzi di sblocco che sono generalmente abbordabili.
Completano il piatto di Project CARS 3 più di 50 tracciati a disposizione, spesso in più varianti, che comprendono piste famose fra cui Monza, Hockenheim, Silverstone (di queste tre è disponibile anche la configurazione storica), Monaco, Suzuka e la leggendaria Nürburgring Nordschleife, disponibile anche in tre spezzoni. Parlando di varianti e configurazioni, le livree delle vetture sono completamente personalizzabili e per ciascuna il gioco propone sia le vernici “da concessionario” che delle livree da corsa.
Il feeling di guida del titolo mi è parso buono. Sono disponibili molti aiuti alla guida, per agevolare l’approccio al gioco da parte dei meno esperti. Gli aiuti in frenata e traiettoria sono ottimi per iniziare, ma da disattivare non appena si prendono le misure, altrimenti si finisce a guidare su binari senza imparare nulla. Per gli aiuti più avanzati (ABS, Traction Control e stabilità) si può procedere per gradi, staccandoli uno alla volta.
Gli aiuti su pista non sono altrettanto soddisfacenti: in prossimità delle curve, dei marker indicano il punto di staccata, il punto di corda e il punto di uscita. Peccato che il punto di staccata sia spesso impreciso, sia posto solitamente troppo presto e porti quindi a frenare in netto anticipo. Inoltre, essendo indicatori statici, non tengono conto della velocità istantanea, della macchina che si sta usando e neanche delle condizioni atmosferiche. Un sistema decisamente da rivedere.
Il punto veramente dolente di Project CARS 3, perlomeno per la versione PS4 Pro oggetto di questa recensione, è il comparto grafico, assolutamente insufficiente. Framerate e stabilità dell’immagine sono spesso flagellati da rallentamenti e scalette, non solo in situazioni “affollate”, ma anche solamente sulle piste con più dettagli (come i circuiti cittadini di Shanghai o L’Avana), o con la pioggia. Anche gli effetti grafici risultano fastidiosi. La nebbia e l’abbagliamento del sole al tramonto sono praticamente delle patine su schermo, e sotto la pioggia battente le nuvolette di acqua che si sollevano dal terreno appaiono come dei blob bianchi che staccano troppo rispetto agli elementi circostanti. Di notte, i colori appaiono troppo saturati e brillanti, troppo innaturali. Mi ricorda il vecchio Need for Speed Underground 2, ma in quel caso l’esasperazione era una precisa scelta stilistica. Ciliegina sulla torta, per così dire, i glitch visivi generati dal riflesso del sole al tramonto: in alcune piste esso causa la comparsa di strane texture bianche che ricoprono i vetri delle macchine. Le texture dell’asfalto invece sono proprio brutte e sgranate di loro. Per onestà intellettuale, nessuno dei problemi grafici descritti inficia il gioco in maniera irreparabile, ma l’insieme di tutto quanto fa storcere la bocca anche ai meno fissati con la grafica come me.
E se vogliamo andare avanti con i piccoli problemi, allora la lista rischia di diventare davvero molto lunga. Alcuni di quelli riscontrati sono: la sparizione dell’icona della macchina nel proprio garage a seguito di un cambio di livrea, il cambio di livrea che a volte “salta” la prima gara, le caption dei dialoghi che talvolta rimangono in sovraimpressione per tutta la gara, i risultati dei tempi nelle modalità Time Attack che sono palesemente sbagliati. Piccole cose che non rendono ingiocabile il titolo, certo, ma sono tanti e frequenti che non si riesce a non notarli e lasciano un senso di pressapochismo e sciatteria che bene non fa.
Project CARS 3 è un titolo che mi ha comunque divertita. Devo ancora esplorare adeguatamente la modalità online, che appare corposa, anche grazie alle sfide asincrone. Nonostante i piccoli (e meno piccoli) problemi riscontrati, lo ritengo comunque un acquisto da considerare per chi ha fame di giochi di corsa.
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