Switch è stata indubbiamente un successo enorme. Nonostante l’alto numero di vendite dalla console però, Nintendo è sempre molto attenta a mantenere i propri contenuti il più adatti a tutti possibile.
Politica e pandemia
In linea con questa politica “family friendly” sembra che il nuovo aggiornamento di Switch abbia aggiunto diversi termini alla lista di quelli censurati. Dai nickname e dalle chat di gioco Nintendo sono sparite innanzitutto parole utilizzabili in insulti razziali (“KKK”, “Slave”). A seguire è toccato a termini legati all’estremismo politico (“Nazi”, “ACAB”) ma anche ogni riferimento alla pandemia mondiale in corso (“COVID”, “Coronavirus”).
They seem to have added a bunch of racially charged terms, like "KKK", "slave", "nazi", and "acab". You also can't type "coronavirus" or "covid" anymore either.
— OatmealDome (@OatmealDome) September 15, 2020
Non vi è ancora stata conferma ufficiale da parte di Nintendo di questa nuova lista, ma è sufficiente andare sul loro sito e cercare di creare un account per confermare che almeno le parole riportate sopra non sono disponibili come nickname.
La neutralità di Nintendo
Nintendo con questa mossa dimostra particolare attenzione alla situazione politica statunitense. Limitare l’uso di termini relativi alla pandemia è chiaramente un provvedimento valido per tutto il mondo, data la rilevanza globale del virus. Ma la scelta di censurare parole prettamente politiche può trovare spiegazione solo nelle proteste in corso ormai da mesi negli USA.
Non è certo la prima volta che questa situazione di tensione politica si riflette sui videogiochi. Qualche mese fa Activision aveva rimosso da tutte le versioni on line di Call of Duty il simbolo di OK. Questo per evitare che utenti legati all’alt right lo utilizzassero per segnalare la propria presenza in una community politicamente neutrale.
Dove però molte aziende si rapportano alla situazione schierandosi apertamente con la parte che ritengono nel giusto, solitamente quindi con il movimento Black Lives Matter, Nintendo dimostra anche in questo caso ulteriore neutralità. Da notare infatti la censura del termine ACAB, legato da tempo alle proteste contro le forze dell’ordine che ormai è parte integrante del movimento dei manifestanti statunitensi.
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