Caro Babbo Natale, lo so, lo so. Questo Natale è volato e siamo già nel 2021, ma essendo stato viziato così tanto dai giochi gratis offerti da Epic Games durante le feste non me la sentivo di aggiungere un ulteriore tappa sul tuo percorso. Dopotutto, siamo ancora all’interno di una pandemia globale e tu hai una certa età, quindi meglio evitare. A questo punto, preferisco parlarti della mia Lista dei Desideri per questo nuovo anno. E ti dirò di più: questa non sarà solo una lista dei giochi più attesi dal sottoscritto, ma anche dei giochi che vorrei vedere annunciati o approfonditi, per concludere infine con alcuni pensieri legati all’industria e a quello che potrebbe essere migliorato. Tutto chiaro? Allora partiamo!
Giochi in Arrivo
No More Heroes 3
Penso di aver stressato fin troppi amici parlando di No More Heroes 3, del suo autore SUDA51 e delle mie aspettative per l’ultima avventura di Travis Touchdown, tanto da farli pregare che il gioco esca il prima possibile per farmi stare zitto. Per me, il NMH 3 ideale è il perfetto equilibrio di tre elementi che hanno reso la serie indimenticabile per una piccola nicchia: un gameplay action immediato e divertente, una colonna sonora di livello e una sceneggiatura che non si prende mai sul serio… in superficie. Chi ha approfondito la storia dietro Travis Strikes Again capirà quello che intendo.
Non è ancora chiaro il periodo del 2021 nel quale uscirà il gioco, ma sono fiducioso e non vedo l’ora di rimettere piede a Santa Destroy.
Monster Hunter Rise
Monster Hunter è stata una serie per la quale provavo sentimenti contrastanti. Che fosse per il farming estremo, caratteristica chiave della serie, o il fatto che i giochi da me provati fossero già stati abbandonati dalla community online, la serie di Capcom non ha mai fatto breccia nel mio cuore… fino a Monster Hunter World. Quel capitolo è stato il perfetto punto di partenza per me, permettendomi non solo di ambientarmi all’interno della formula di gameplay, ma anche di ammazzare il tempo durante il primo lockdown.
Successivamente – per poter giocare ad un Monster Hunter con amici – mi sono spostato su Monster Hunter Generations Ultimate e da quel momento la frittata era fatta. Addirittura, Generations diventò una priorità rispetto alla sua incarnazione più moderna. Ma mancava ancora qualcosa, mancava l’ebbrezza di poter esplorare un nuovo Monster Hunter assieme alla community senza parlare di cose già discusse. Monster Hunter Rise è la seconda fase della mia esperienza da cacciatore e a giudicare dalle immagini divulgate al momento, potrebbe essere il mix che cercavo tra la libertà d’azione di World e l’eccentricità di Generations. Cosa lo renderebbe un potenziale capolavoro? L’introduzione del G-Rank tramite espansione e il ritorno del Mizutsune, uno dei miei mostri preferiti in quanto estetica, coerente con lo stile orientale di questo capitolo in uscita il 26 Marzo 2021.
Psychonauts 2
L’avventura platform di Double Fine Productions è uno di quei giochi che mi sono ripromesso di giocare, ma che per cause a me ignote non ho mai avviato. È dal 2017 che quella copia del primo Psychonauts è rimasta all’interno della mia libreria di Steam a prendere la polvere e penso che l’imminente uscita del sequel possa portarmi a riguardare il mio backlog e fare il grande salto dentro le avventure mentali di Raz prima dell’uscita del sequel nel corso del 2021.
Ratchet & Clank: RIft-Apart
Guardiamo in faccia la realtà: questa è la prima vera esclusiva per PS5 interessante. Non voglio minimizzare in nessun modo Demon’s Souls Remake e i ragazzi di Bluepoint Games, ma tralasciando la qualità grafica e il caricamento immediato dei livelli, parliamo comunque di un’esperienza già vista e giocabile altrove. Ratchet & Clank: Rift-Apart invece, promette di utilizzare al meglio le caratteristiche della nuova console di Sony.
La meccanica di manipolazione dimensionale potrebbe portare i ragazzi di Insomniac Games a lavorare sul level design in modi che prima non potevamo neanche immaginare, magari con enigmi ambientali dove il giocatore viaggia da una dimensione all’altra oppure come un modo per liberarci di un nemico, tirando giù l’intera finestra dimensionale. Almeno spero, perché il gameplay mostrato fino ad ora mostra un combat system divertente e vario, ma una gimmick fin troppo di secondo piano. Incrociamo le dita, perché vorrei un motivo valido per scialacquare 500 euro per PS5… Se la console tornerà mai in vendita a quel prezzo quando il gioco arriverà nei negozi nel corso del 2021.
Neo: The World Ends with You
Secondo me, l’annuncio di NEO: The World Ends with You è arrivato per un insieme di due fattori: l’interesse da parte del pubblico dopo la release su Nintendo Switch ed il successo globale di Persona 5. Prima che arriviate con i forconi e a bollarmi come il fanboy di Persona 5 su Twitter, permettetemi di elaborare.
A differenza del campione d’incassi di Atlus, l’originale The World Ends with You differiva sia in termini di gameplay che di tematiche affrontate, ma entrambe le produzioni avevano – per forza di cose – un elemento in comune: l’approfondimento della cultura giapponese. Neo: The World Ends with You è il titolo perfetto per chi vuole più Shibuya, che sia un giocatore dell’originale che ha aspettato 14 anni per il sequel, oppure un neofita che – dopo aver completato il Persona 5 originale o la versione Royale – vuole vedere la metropoli da un punto di vista diverso.
Dal mio punto di vista, durante l’estate 2021 vorrei vedere un’evoluzione in 3D della formula originale. Vorrei esplorare ogni vicolo della metropoli, confondermi all’interno della Scramble Crossing, entrare per davvero nel negozio del distretto Towa Records, parlare con il commesso sul perché Rindo indossi un costume da maid, e provare le varie combinazioni di Psi-pins per poi collaborare con il mio party, abbattere il Noise di turno e vincere il Reapers’ Game. Ma soprattutto: vorrei tornare ad imprecare dentro Pork City!
Cuphead: The Delicious Last Course
Non prendiamoci in giro: questo sarà un sequel standalone del primo Cuphead, con i fratelli di Studio MDHR pronti a deliziarci con nuovi boss e OST di qualità. E personalmente non vedo l’ora di poter prendere il controller in mano e passare un altra decina di ore con Cuphead e Mugman. Se potessi consigliare qualcosa ai fratelli Moldenhauer, consiglierei di includere dei power-up più interessanti e una maggiore cura nelle sezioni Run & Gun. Data d’uscita? Un secco e incerto 2021.
Giochi senza una data di rilascio
Inazuma Eleven: Heroes of Great Road
Ma come un masochista continuo ad avere un barlume di speranza, spero che Yo-kai Academy sia un successo almeno in Giappone e spero che lo sviluppo di Inazuma Eleven: Heroes of Great Road sia la prossima priorità sulla tabella di marcia. Captain Tsubasa: Rise of New Champions è la prova dell’esistenza di una piccola nicchia di giocatori che apprezzano dei titoli calcistici più arcade-ish e vorrei che Level-5, come nel 2008, prenda ispirazione dal suo franchise rivale per portare a casa un progetto che continua ad essere rimandato dal 2016.
Azure Striker GUNVOLT 3
Inti Creates. Un nome, una certezza quando si parla del progettare titoli dallo spirito retrò. E tra tutte le serie sotto la loro ala protettiva (Blaster Master, BloodStained: Curse of the Moon, Gal Gun) Gunvolt è il loro cavallo di battaglia e la mia preferita in assoluto. Parliamo comunque di uno sviluppatore che conosce il genere come le proprie tasche e che negli ultimi anni è riuscita a creare ciò che Mighty No.9 non fu: un successore spirituale per il MegaMan, almeno per quanto riguarda la serie X/Zero/ZX.
Dal suo debutto nel 2015, la serie ha ricevuto un sequel, diversi spin-off, CD Drama e un mini corto animato e fino ad oggi hanno quasi avuto tutti al centro l’eterna lotta tra due razze: umani e adepti, esseri viventi in grado di utilizzare poteri speciali, nel maggiore dei casi letali. Se con Luminous Avenger iX si è esplorato un bad ending dominato dagli adepti, mi aspetto che Gunvolt 3 porti finalmente il tanto agognato finale che i fan desiderano dopo il cliffhanger lasciato dal secondo capitolo su 3DS. E se a questo ci aggiungiamo un gameplay frenetico e un level design che sfrutta al meglio le abilità di Gunvolt, del nuovo personaggio Kirin e forse anche dell’anti-eroe Copen, non vedo l’ora di seguire i prossimi sviluppi nel corso del 2021.
Final Fantasy XVI
Se c’è una cosa che Final Fantasy XV ci ha insegnato è che uno sviluppo cross-mediatico e basato sulla rielaborazione di un progetto altrui può portare ad un lavoro mediocre. Non è un tentativo di blastare Square/Nomura/Tabata ma più un ragionamento arrivato dopo aver completato il viaggio – incompleto – di Noctis & co.
Final Fantasy XVI è – un po’ come fu per XIV: A Realm Reborn – l’ultima spiaggia per il branch single player della serie più importante di Square Enix. E proprio come per il XIV, Naoki Yoshida può essere la persona giusta per dirigere questo ritorno alle origini, che funge da punto di rottura col passato. La premessa dell’allontanarsi dalla Leggenda del Cristallo – il focus ed elemento sacro nella maggior parte dei capitoli della serie – potrebbe portare ad una vera e propria rivoluzione narrativa. Cosa si cela oltre quello che conosciamo? Oltre la Mystery Box? Non ci resta che attendere.
The Legend of Zelda: Breath of The Wild Sequel
Bisogna essere generosi per definire l’ultimo anno di Nintendo deludente. Togliendo Animal Crossing: New Horizons – bestseller ovviamente, soprattutto se rilasciato in un periodo come il primo lockdown – la maggior parte dei titoli rilasciati su Switch sono stati titoli sviluppati in outsourcing, compilation in edizione limitata, indie o titoli di terze parti già presenti su altre piattaforme. Dal mio punto di vista questo non è un male, ma comprendo i fan che si aspettavano di più.
Voltando pagina, il 2021 potrebbe essere l’anno del riscatto per la casa di Kyoto, soprattutto con l’arrivo del 35°Anniversario di The Legend of Zelda. E se conoscete Nintendo da un bel po’ di anni, quando arriva questa ricorrenza ci sono alte probabilità che arrivi anche un nuovo titolo legato a Link. Certo, il 2015 ci ha portato Triforce Heroes, ma è il 2021 e parliamo di una Nintendo diversa e in pieno momentum positivo con Nintendo Switch (nonostante tutto), quindi è molto probabile che arrivino nuove informazioni su Breath of the Wild Sequel e perché no, magari un’uscita verso il periodo natalizio.
Personalmente, quello che mi aspetto da questo sequel è – come per The World Ends with You – un miglioramento delle sue fondamenta e l’eventuale riutilizzo di una mappa di Hyrule leggermente alterata dal risveglio di questa nuova forza maligna potrebbe essere il giusto punto di partenza. E per favore Nintendo, ripensate alla durabilità delle armi. Non deve sparire, rimane comunque un elemento principale della componente survival del titolo, ma aumentare la resistenza delle armi andrebbe ad eliminare quel senso di vorrei usare quest’arma, ma non voglio distruggerla dopo 10 minuti che mi ha portato a non considerare il primo BOTW come la seconda venuta del Signore.
Overwatch 2
Preso come passatempo con gli amici, Overwatch è un bel gioco e continua a regalare momenti di divertimento a me e al mio gruppo serale. Ma come gestione del panorama competitivo, Blizzard non ha gestito i vari bilanciamenti in maniera ottimale e in questi ultimi anni la playerbase si è ridotta notevolmente, nonostante i vari account smurf che infestano gli ELO bassi del gioco. Overwatch 2 è l’occasione perfetta per riprendere in mano la situazione, focalizzandosi principalmente sulla componente PvE e sulla narrativa, e spero che il momentum creativo visto negli ultimi mesi con gli ultimi fumetti pubblicati aumenti fino alla release. Ma intanto, occhi puntati sulla prossima BlizzCon 2021.
Bayonetta 3
Bayonetta 3 è quell’asso nella manica di Nintendo che continua a non arrivare. Per carità, non stiamo parlando di un titolo di punta come un nuovo Zelda o un nuovo Mario, ma parliamo comunque di un genere (Hack-and-Slash) e di uno sviluppatore (Platinum Games) che negli ultimi anni hanno cominciato ad entrare nei cuori del grande pubblico, soprattutto dopo l’uscita di Nier Automata e Devil May Cry 5. Io spero che quest’anno arrivino nuove informazioni e che il gioco arrivi prima dell’inizio del periodo festivo. Se entrambe queste mie aspettative venissero soddisfatte, potremmo finalmente vedere nel 2021 i frutti dell’investimento fatto da Nintendo sull’esclusività di Bayonetta 2 su Wii U.
Lo so Babbo, la lista è lunga e probabilmente non la leggerai nemmeno per intero, ma cerca di resistere ancora un altro po’. Vedi, il 2020 è stato un anno complicato non solo per noi ma anche per l’industria del videogioco. Penso di aver perso il conto di quanti scandali siano scoppiati, quante polemiche siano state sollevate e quanti tanti altri casini siano arrivati durante questa folli 365 giorni, quindi cercherò di riassumere brevemente i cambiamenti che vorrei vedere.
Sviluppatori: siate più flessibili
Non è un caso che The Last of Us Part 2 e Cyberpunk 2077 siano i titoli più discussi degli ultimi mesi. E se per l’ultimo gioco della saga Naughty Dog parleremo anche più avanti, sia lui che Cyberpunk condividono un processo di sviluppo basato sulla pratica del crunch. Siamo d’accordo che verso la release di un titolo, più o meno tutti gli sviluppatori debbano affrontare come minimo una sessione dei famigerati straordinari d’Aprile, ma allo stesso tempo non dovrebbe esserci un abuso di questa pratica, cosa che invece il più delle volte avviene.
Risultati sulla qualità del prodotto? Altalenanti. Certo, il crunch può dar vita ad un Game of The Year come TLOU 2, ma può anche creare situazioni spiacevoli come il lancio di Cyberpunk 2077. Risultati sui lavoratori? Molti di loro finiscono in ospedale o vengono segnati dai turni massacranti. Un side effect che non si addice a studi che vengono premiati come i migliori dalla stampa specializzata.
Dove si può migliorare allora in questo 2021? Secondo me, un modo per ridurre significativamente l’abuso del crunch risiede nella gestione organizzativa di un progetto. Rinviare l’uscita di un prodotto in eterno può funzionare, ma a quel punto non è meglio non rivelare la data d’uscita fino a quando non si ha in mano un prodotto completo e pronto per la fase di bugfix? Sta a chi gestisce la tabella di marcia quindi prendere gli investitori per le biglie ed essere realisti: se il gioco non è pronto, sarebbe meglio non parlarne. E con questo arriva anche il bisogno di comunicare correttamente con un pubblico sempre più esigente e ormai preda dell’hype culture.
Giocatori: siate meno fanboy e più pazienti
E come non concludere questa lettera se non parlando del motore di tutta l’industria: noi giocatori. Negli ultimi anni il giocatore è passato dall’essere il semplice fruitore dell’opera a fare le veci di consumer, giudice e boia. E sebbene questo ha portato le software house ad essere un po’ più attenti ai feedback dell’utenza durante la fase di sviluppo, ha portato anche ad un abuso – come per il crunch – di questi ruoli.
Come consumer, l’hype culture ha portato alcuni di noi a pre-ordinare alla cieca senza se e senza ma, anche quando del gioco non si sa proprio nulla. E con la stessa cecità, alcuni di noi hanno utilizzato le loro facoltà di giudice per difendere il gioco preferito o, viceversa, andare contro al titolo del momento o quando viene annunciato un delay. In certi casi, il giudice può anche trasformarsi in boia, arrivando non solo a boicottare un gioco, ma anche a lanciare minacce di morte o altre ingiurie.
Se non sai a cosa mi riferisco Babbo, ti allego un video dedicato al Review Bombing caricato dal canale Gioco con lo Scemo, dove vengono presentati vari esempi di quanto ti ho appena descritto.
Certo Babbo, non tutti i giocatori sono così e generalizzare un’intera categoria in questo modo potrebbe sembrare una presa di posizione estrema, per niente diversa dal lasciare uno 0 o un 10. Tuttavia, anche considerando una minoranza tossica equivalente al 10% della community mondiale di videogiocatori, i social media sono lo strumento ideale per ingigantire la fiamma dell’odio e dello scazzottamento virtuale, anche quando si parla di prodotti legati all’intrattenimento, al punto da renderli tutt’altro che casi rari.
La mia richiesta, alla fine di tutto questo, è quella di rendere il 2021 un periodo di transizione: rendici dei giocatori più buoni e consapevoli del nostro ruolo nel mercato. Un desiderio un po’ troppo grande? Forse, ma guardala in questo modo: nel 2020 nessuno si aspettava l’arrivo di una pandemia globale che ci avrebbe confinato in casa per mesi. Dopo questa esperienza, questo nuovo anno non può fare altro che stupirmi. Poi ti sto inviando questa lettera a Gennaio, direi che 12 mesi sono più che sufficienti per organizzare una piccola sorpresa per il prossimo Natale.
Adesso non vorrei fare altro che uscire di casa, recarmi all’ufficio postale più vicino e spedire questa lunga, tediosa e probabilmente inutile lista dei desideri al Polo Nord. Vorrei davvero, ma c’è un problema: non conosco il tuo indirizzo.
Please enable JavaScript to view the comments powered by Disqus.