Dall’uscita di Cyberpunk 2077 sembra che la realtà voglia sempre più assomigliare all’ambientazione descritta nel videogioco di CD Projekt Red. A inizio anno Valve ha rivelato di stare lavorando ad una realtà virtuale collegata direttamente al cervello del giocatore, e ora a fare un altro passo verso il futuro distopico high tech ci pensano gli USA.
Nella giornata di venerdì 5 febbraio, il governatore del Nevada Steve Sisolak ha avanzato la proposta di dare alle grandi compagnie tecnologiche che si trasferissero nel suo stato, poteri simili a quelli di una contea.
Queste nuove aree si chiameranno Innovation Zones, e saranno dedicate ad aziende operanti in settori high tech come l’intelligenza artificiale, o le energie rinnovabili. Per ottenere una Innovation Zone un’azienda dovrebbe entrare in possesso di un’area disabitata grande almeno 200 chilometri quadrati. Dovrebbe inoltre investire almeno un miliardo di dollari nel territorio del Nevada.
Con questi semplici prerequisiti però, le grandi aziende potrebbero acquisire privilegi tipici di un’entità governativa. Anche se la contea è solo il terzo livello di divisione territoriale degli Stati Uniti, tra i suoi poteri rientrano quello di riscuotere le tasse, finanziare scuole pubbliche e persino organizzare processi.
Secondo la bozza della legge proposta dal governatore, gli apparati statali attualmente in funzione non sono abbastanza flessibili per garantire la libertà necessaria a queste aziende per operare al massimo delle loro possibilità.
Questa esperienza può essere paragonata a quella dei villaggi operai, piccole città che nascevano per volere di un’impresa, attorno ad una fabbrica, molto diffusi nel mondo anglosassone a cavallo tra diciannovesimo e ventesimo secolo. Anche con questo paragone storico però, affidare potere governativo a delle aziende private assomiglia davvero molto al primo passo per entrare in un mondo cyberpunk.
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