Nel corso del, qualitativamente discutibile, direct di Nintendo, un titolo in particolare è stato in grado di catalizzare l’attenzione, si tratta di un nuovo progetto che veste gli stessi panni di Octopath Traveler: Project Triangle Strategy. Se per una buona parte di pubblico questa produzione potrebbe non risultare fortemente allettante, per ogni giocatore che ha aspettato nel corso degli anni (lustri o decenni che siano) l’erede di Tactics Ogre e Final Fantasy Tactics, il nuovo rpg tattico di Square Enix è sembrato invece un sogno a occhi aperti. Sebbene ancora un anno – almeno – ci separi dal suo debutto effettivo, gli sviluppatori hanno reso disponibile una corposa demo giocabile. È necessaria una precisazione però, sebbene a livello tecnico e artistico la vicinanza con Octopath Traveler sia evidente (considerato anche che Tomoya Asano torna in qualità di produttore) non è Acquire la responsabile dello sviluppo, ma Artdink, spalleggiata da Netchubiyori Ltd. Non è chiaro se il team di Octopath Traveler sia comunque coinvolto – e con quale rilievo – nello sviluppo ma è interessante notare come Artdink abbia un passato legato a doppio filo proprio con Ogre Battle: The March of the Black Queen e Tactics Ogre: Let Us Cling Together, uno dei massimi esponenti del genere. L’azienda di Narashino, pur non essendo coinvolta in prima linea con lo sviluppo di questi titoli ha senza dubbio contribuito al successo degli stessi e l’esperienza maturata li ha portati poi a lavorare su produzioni come la serie Macross e Gundam Battle Tactics. Insomma, non è necessario dilungarsi ulteriormente per capire come mai ora Artdink sia al lead di un progetto così promettente – e al tempo stesso così delicato – come Project Triangle Strategy. È evidente la voglia di riportare in auge il genere degli rpg tattici con uno sguardo fortemente ancorato al passato, eppure una volta avviata la demo, si nota immediatamente quanto il titolo riesca nell’intento conservativo senza risultare stantio ma anzi fresco e brillante.
Scrivere la Storia
Triangle Strategy vuole essere degno erede dei suoi illustri predecessori sotto ogni singolo aspetto, è evidente, e per quanto risulti un pericoloso azzardo, soprattutto sul fronte artistico considerato che sia Tactics Ogre sia Final Fantasy Tactics potevano vantare la presenza di Akihiko Yoshida, Artdink sembra più che determinata a vincere questa scommessa. Eguagliare la qualità di trama e scrittura dei già citati capolavori poi sembra veramente impossibile ma anche in questo senso l’impegno profuso risulta eccellente sin da ora. La trama prende atto nelle terre di Nortelia, un continente suddiviso in tre nazioni legate da un conflitto che, al netto di tregue e accordi, pare essere senza fine. Un coinciso ma efficace riassunto ci mette al corrente degli eventi che muovono gli ingranaggi della storia e si viene subito messi al centro della stessa, con la possibilità di giocare i capitoli VI e VII, nei panni di Serenoa, importante rampollo di una delle casate principali del regno di Glenbrook e fedele amico del principe stesso. Senza addentrarsi troppo nei dettagli e lasciare il piacere della scoperta di questa demo (che risulta già intrisa di momenti cruciali per la trama del gioco completo) si notano immediatamente i toni di un cruento poema cavalleresco dalle tinte fantasy, che si destreggia fra intrighi politici e tattiche di guerra. Il complesso substrato narrativo coinvolge il giocatore non solo con la qualità della scrittura però e lo porta a riflettere e compiere scelte in grado di cambiare le sorti della storia, con ovvie conseguenze sul gameplay, ennesimo elemento che avvicina questo titolo a Tactics Ogre. Saranno tre i valori sul quale potremo far ruotare le nostre convinzioni e cambiare gli esiti del mondo intorno a noi: Pragmatismo, Moralità e Libertà, ognuno dei quali affronterà problemi e situazioni con un’ottica differente e modificherà fortemente ciò che accade intorno a Serenoa. Nella demo è possibile testare questa meccanica con una scelta cruciale legata a uno dei comprimari, il quale rimarrà o meno nel party a nostra discrezione, portando non solo a un cambio di equilibri fra le nostre fila ma diviene anche inizio di un nuovo percorso, un bivio narrativo dal quale non si torna indietro. Di conseguenza, è lecito aspettarsi un quantitativo più che generosi di diramazioni e risvolti possibili per la trama, plasmando la nostra storia e, al tempo stesso, stuzzicando il fattore ri-giocabilità dell’esperienza. Ovviamente, costruire una rete così fitta di scelte e conseguenze non sarà semplice e il rischio che il team stesso rimanga intrappolato nella sua tela è presente ma per quanto è possibile vedere nei due capitoli offerti dalla demo, il lavoro svolto è sicuramente encomiabile. È interessante notare come il gioco esprima la volontà di essere meno a compartimenti stagni dei suoi predecessori, offrendo nelle fasi legate strettamente alla trama la possibilità in alcuni casi di muoversi per le mappe in procinto di diventar luogo di battaglia, e scoprirne le peculiarità o cimentarsi in brevi missioni per sbloccare punti di vantaggio da sfruttare poi in combattimento. Per chi vuole espandere poi la storia, sono disponibili degli eventi strettamente narrativi, non dissimili dagli E.T.R. di FF IX, brevi cut-scene che ampliano il nostro sguardo sugli avvenimenti del mondo di gioco, in grado anche in specifici eventi di permettere a nuovi personaggi di ingrossare i nostri ranghi. Insomma, chi apprezza il genere non solo per la profondità del combat system e della parte squisitamente ruolistica ma cerca una scrittura ricca e sfaccettata può probabilmente tirare un sospiro di sollievo, Project Triangle Strategy si presenta già oggi con una quantità impressionante di dialoghi e situazioni, sorretti da un livello di scrittura di ottima qualità.
Il mondo è una scacchiera
Nel corso della demo è possibile affrontare tre battaglie (due nel singolo playthrough ma modificando la propria scelta sulla questione del principe è possibile partecipare a uno scontro inedito) che mostrano efficacemente un piccolo spaccato della produzione. Chi ha un minimo di confidenza con il genere si troverà subito a proprio agio, con un sistema di rpg tattico molto classico ma in alcun modo scalfito dal segno del tempo. Le classi a disposizione permettono da subito di dare vita a combattimenti molto ragionati, saziando il nostro spirito da strateghi. Un personaggio in grado di sfruttare la magia del ghiaccio, ad esempio, può creare un muro in grado di ostruire la visuale delle unità che attaccano dalla distanza, o di rallentare l’assalto delle truppe votate al corpo a corpo, mettendoli anche in condizione di seguire un percorso obbligato, utile per metterli alla mercé di alleati o trappole presenti sulla mappa. Al tempo stesso, c’è chi è in grado di sfruttare le proprie capacità per sgusciare dietro le linee nemiche e attaccare, poi – grazie alla propria particolarità di eseguire due azioni per turno – celarsi dalla vista ed evitare contrattacchi. Il posizionamento è ovviamente cruciali, fiancheggiare un nemico offre danni più generosi e precisi mentre colpire alle spalle rende sicuro il colpo critico. Non solo, strizzando forse l’occhio alla serie Disgaea – ma senza ovviamente trascendere nella follia – posizionarsi dietro un avversario mentre un alleato si trova di fronte, crea un sandwich letale che offre un attacco bonus ai danni del malcapitato. Inoltre, trovarsi su un terreno più elevato permette ai nostri attacchi a distanza maggior copertura, come sempre, ma anche l’utilizzo di alcune abilità speciali, come il Dive Hawk di Serenoa, in grado di causare ingenti danni quando piomba sulle sue vittime dall’alto.
Nessun sistema di MP è presente, ogni unità dispone di alcuni “punti azione” con il quale sferrare i propri attacchi o tecniche, dal costo diverso in base al proprio impatto sulle sorti dello scontro. Una meccanica che da un lato snellisce e agevola il dispendio di risorse ma dall’altro costringe a ulteriori considerazioni, dato che ogni turno ci viene offerto un punto – che non viene perso al termine dell’azione – è compito nostro essere più o meno parsimoniosi nell’utilizzo degli stessi, pena ritrovarsi impossibilitati a usare un determinato comando nel momento cruciale della battaglia. Sebbene quanto visto sia, presumibilmente, solo la punta dell’iceberg nell’offerta di Triangle Strategy, i combattimenti risultano già oggi molto interessanti e ben costruiti, con un IA nemica sveglia e ben istruita al combattimento, in grado di offrire un buon livello di sfida.
Uno dei più grandi punti interrogativi che la prova ci pone è sulla gestione delle classi e dei personaggi. Il numero esiguo di abilità disponibile per ogni tipologia di combattente potrebbe esser meramente frutto di un prodotto ancora in lavorazione ma al tempo stesso un indizio sulla gestione del sistema di gioco. Non c’è nessuna dichiarazione a riguardo al momento ma vista la grande quantità di comprimari che sembra essere presente, e variabile a seconda delle nostre decisioni, un modello sulla falsariga di Suikoden potrebbe non essere da escludere. Non ci si troverebbe dunque di fronte all’amato (amatissimo) Job System ma un modello basato sulla unicità delle classi legato un cast spropositatamente ampio. Visto lo stampo del gioco e il suo “retaggio storico” entrambe le scelte sembrerebbero più che lecite ma chissà che non ci sia qualche sorpresa proprio legata a questo aspetto che il team non vuole ancora svelarci.
L’eredità degli orchi e dei leoni
Nonostante al timone di Project Triangle Strategy non ci sia Yasumi Matsuno, in ogni istante passato con la demo del titolo sembra risuonare il suo nome. Lasciarsi prendere dall’entusiasmo è sin troppo facile, ma del resto chiunque sia in attesa di un successore – spirituale o meno – di Denam Pavel o Ramza Beoulve può concedersi un momento per esultare. Project Triangle Strategy si presenta con un biglietto da visita eccellente, che viene sorretto fra l’altro da un comparto tecnico ineccepibile per una produzione del genere, grazie a una grafica “voxel” in grado di mantenere il sapore delle vecchie glorie ma senza apparire arretrato neanche per un secondo. Project Triangle Strategy risulta probabilmente il miglior annuncio del direct Nintendo e un’esclusiva – temporanea? – per l’ammiraglia Switch da non sottovalutare. Ci separa almeno un anno dal suo debutto e l’attesa sarà dolce e amara al tempo stesso, non resta che continuare a seguire da vicino il titolo e sperare che le informazioni non latitino e lo sviluppo possa procedere il più spedito possibile, anche al netto del periodo storico che stiamo attraversando. Difficile, se non impossibile, capire perché Square Enix ci abbia messo così tanto a lavorare su un progetto con questo stampo, così come è altrettanto difficile capire perché creare un nuovo brand quando in così tanto aspettano un ritorno del termine “Tactics” a fianco a quello di “FinalFantasy” ma questo oggi non importa, forse questo nuovo titolo diventerà punto di riferimento in un trittico di titoli legati allo stesso genere, arricchendo il binomio che ci accompagna da decenni ormai e divenendo vertice di un triangolo di capolavori dell’industria videoludica.
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