Col passare del tempo, Twitch si è trovata a dover avere a che fare anche con i casi di cattiva condotta tenuti dagli streamer anche quando non erano in diretta. Dato che quest’ultimi diventano sempre più riconoscibili anche al di fuori del loro ambiente di lavoro, Twitch ha interesse nell’assicurarsi che si comportino in maniera ragionevole. O per lo meno, sperano che non subiscano o procurino molestie né che si macchino di crimini d’odio.
Con l’aggiornamento del 7 aprile descritto all’interno del blog, la società fa un passo in avanti verso questa direzione. Si parla appunto della condotta tenuta dagli streamer al di fuori delle live e del fatto che eventuali dichiarazioni, scritte all’esterno della piattaforma, possono ora essere usate come elemento che potrebbe portare al ban:
Quando si verificano [molestie al di fuori di Twitch], prenderemo in considerazione comportamenti o dichiarazioni verificabili che si riferiscono a un incidente avvenuto su Twitch. Ad esempio: se stiamo esaminando una segnalazione di molestie su un incidente accaduto in diretta streaming, le molestie correlate o continue su Twitter potrebbero essere prese in considerazione quando ci vengono segnalate.
Twitch sarà anche alla ricerca di reati gravi che non si verificano sulla piattaforma ma che potrebbero comunque rappresentare un serio rischio per la comunità. Ciò include la partecipazione a estremismo violento, attività terroristiche, minacce di violenza di massa, appartenenza a gruppi di odio, partecipazione ad aggressioni sessuali, sfruttamento di minori e minacce contro i membri del personale di Twitch. Insomma, non sono cose leggere. Per uno qualsiasi di questi casi, Twitch indagherà internamente e interloquirà anche con investigatori di terze parti per fornire assistenza.
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