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Switch può diventare un problema per Nintendo?

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Nintendo sta attraversando un ottimo momento. Dall’uscita di Switch l’azienda sembra aver riguadagnato un posto tra le grandi firme dei videogiochi, dopo il passo falso di WiiU. I dati pubblicati nell’ultimo resoconto annuale sembrano confermare questo trend: nel 2020 Nintendo ha registrato crescite record.

C’è però un’enorme differenza tra l’azienda di Kyoto e le sue principali concorrenti. PlayStation e Xbox hanno alle spalle colossali multinazionali, che possono permettersi anche di produrre console in perdita. Nintendo invece dipende interamente dal proprio comparto videoludico. E oggi quel comparto ha un solo nome: Switch.

Fino a quattro anni fa Nintendo viaggiava su due binari paralleli, quello delle console fisse e portatili. Dal Game Boy al 3DS, dal Nintendo 64 alla Wii, i due mondi si supportavano l’un l’altro.

Le due tradizioni di Nintendo hanno trovato in Switch una sintesi quasi perfetta. Se però una parte questa fusione ha convogliato tutti i possibili clienti verso un solo prodotto, dall’altro ha legato in maniera indissolubile il destino dell’azienda a quello della console.

Successo

Fino ad oggi il cammino di Switch è però stato inarrestabile. I dati dell’anno fiscale 2020 (conclusosi a marzo 2021) hanno confermato il successo strabiliante della console ibrida. A quattro anni dall’uscita e dopo più di un anno dall’ultima versione, quella lite, Nintendo può dirsi più che soddisfatta.

Solo negli ultimi 12 mesi le vendite di Switch sono aumentate del 52,7% rispetto all’anno precedente. Una crescita già di per sé significativa, che diventa impressionante quando la si contestualizza. Switch ha dovuto combattere contro la concorrenza di PlayStation 5 e Xbox Series X, due console superiori dal punto di vista tecnologico.

Il comparto software ha sicuramente aiutato in questa impresa. L’uscita di Animal Crossing, oltre a rappresentare un successo commerciale globale, ha aiutato a rinvigorire le vendite di Switch, anche mentre il mercato era scosso dall’uscita della Next Gen.

Animal Crossing New Horizons con le sue quasi 21 milioni di unità ha trascinato le vendite della console nel terzo trimestre. Nintendo ha venduto undici milioni di Switch soltanto in questi tre mesi. Senza questo picco difficilmente l’aumento delle vendite della console avrebbe raggiunto il 37% che ha poi ottenuto.

Ombre

È facile pensare che con questi risultati Nintendo non abbia alcun tipo di problema. Un’analisi leggermente più approfondita però fa emergere un dettaglio. L’azienda di Kyoto è basata su Switch. Non solo le vendite della console rappresentano una porzione rilevante del fatturato, ma è evidente come anche il comparto software benefici della creazione di un ecosistema proprietario.

Switch dovrebbe ottenere presto un aggiornamento hardware, ma le notizie sulla nuova console scarseggiano. La crisi dei semiconduttori, citata anche nel report, ha già influito sulla produzione e potrebbe soffocare Switch Pro sul nascere.

In questo contesto si può notare la differenza tra Nintendo e la concorrenza: questo problema si è posto anche per Sony e Microsoft con la produzione delle console Next Gen, ma la risposta delle due aziende è stata comprare componenti a prezzi esorbitanti e produrre in perdita.

Nintendo non se lo può permettere. Non ha alle spalle un conglomerato multimiliardario in grado di supportarla. Switch deve obbligatoriamente portare un utile netto. Ci sarebbe poi anche da considerare la spirale che una sottoproduzione di console innescherebbe. Meno Switch significa meno possibili acquirenti per i titoli first-party, che sono l’anima del comparto software Nintendo.

Soluzioni

La situazione può diventare complessa molto facilmente, ma i dati mostrano anche una via d’uscita, suggerita anche da Bloomberg. Nintendo ha in mano molti brand estremamente redditizi, che non è stata in grado di sfruttare appieno. Il comparto mobile in particolare risulta estremamente sottosviluppato.

Come abbiamo potuto notare in questa analisi, i videogiochi su cellulare sono il futuro del gaming. La fetta di mercato che più di tutte le altre è stata in grado di cresce degli ultimi anni è paradossalmente la meno sfruttata da Nintendo. I ricavi ammontano a soli 57 miliardi di yen contro i 1.700 di Switch.

Investimenti in quel settore potrebbero sganciare il destino della compagnia da quello della propria console ammiraglia. Software, mobile e servizi dovranno andare a ricoprire un ruolo molto più centrale di quello che ricoprono oggi nell’economia di Nintendo.

Lungi da me pronosticare la caduta di Nintendo, l’azienda è in salute, ma mostra anche delle crepe. La scommessa Switch è stata vinta, il futuro dell’azienda però è ancora tutto da scrivere.

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