Il nome di Alex Afrasiabi è l’unico a comparire, assieme a quello del presidente J. Allen Brack, nella causa che lo stato della California ha mosso contro Blizzard. L’ex direttore creativo di World of Warcraft è accusato di gravissime molestie nei confronti delle colleghe donne.
Il licenziamento di Alex Afrasiabi
Il licenziamento del direttore creativo di World of Warcraft, avvenuto nel 2020, era rimasto senza una vera spiegazione. Blizzard ha però ammesso che alla radice della decisione ci fossero proprio i suoi comportamenti, e che quindi il licenziamento fosse una misura disciplinare.
Ad ottenere la dichiarazione è stato Kotaku, che la riporta in un dettagliato articolo in cui descrive tutti i comportamenti di Afrasiabi e di altri dipendenti Blizzard. Tra le varie vicende, quella che sta attirando più attenzione è sicuramente quella della “Cosby Suite”.
“Un dipendente ha portato alla nostra attenzione gli eventi del 2013 durante il corso del 2020. Abbiamo immediatamente intrapreso un’investigazione interna e provveduto a misure punitive. Ai tempi di questo report avevamo già svolto un’inchiesta separata su Alex Afrasiabi e deciso di terminare il suo contratto a causa della sua condotta.”
Queste affermazioni ammettono quindi che Blizzard fosse a conoscenza della situazione da almeno un anno, e che abbia taciuto.
La Cosby Suite
Quando nella dichiarazione Blizzard fa riferimento agli “Eventi del 2013”, si riferisce al Blizzcon di quell’anno, e in particolare alla ormai famigerata Cosby Suite. Questo era il nome della stanza d’albergo di Afrasiabi durante l’evento, dedicato a Bill Cosby, allora soltanto accusato di aver commesso violenze sessuali su numerose donne.
In questa suite Afrasiabi, coperto ed aiutato a diversi colleghi al vertice dei vari team di sviluppo di Blizzard, avrebbe perpetrato le peggiori molestie di cui è accusato. Il testo della causa sottolinea comunque come questo evento fosse stato preceduto negli anni da numerosi comportamenti inadeguati.
La vicenda sta causando proteste fortissime. I dipendenti Blizzard, sostenuti da molti altri all’interno dell’industria dei videogiochi, hanno scioperato contro il comportamento dell’azienda. Anche i fan e gli influencer legati alla società stanno esprimendo dissenso a modo loro.
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