Per Nostria
La nuova iterazione ci porta nell’ambientazione inedita del Regno di Nostria, dove gli equilibri politici vengono messi a soqquadro quando, nelle sale del Re, la misteriosa figura del Veggente appare tra la folla annunciando l’incombente minaccia della Sciagura e indicando proprio il protagonista come salvatore della situazione. Una scelta di tempo non proprio felicissima considerando che il Re è a terra, colpito da avvelenamento, e puntare il dito verso il maggior sospettato diventa quindi esercizio piuttosto semplice. Dopo sei mesi di prigionia però è proprio il principe erede al trono a ridarci la libertà, con lo scopo di indagare sugli strani avvenimenti accaduti nel Magifabricum e constatare se siamo davvero noi i custodi del regno.
Una delle critiche più vivaci ai capitoli prodotti dal team russo era stata quella di proporre storyline principali tutt’altro che memorabili, senza particolare mordente, e sin dalle primissime battute risulta chiarissima l’intenzione di invertire questa tendenza. Il nostro protagonista potrà essere selezionato tra i tre disponibili (un guerriero, una maga e una paladina) tutti con un proprio background, una propria personalità e una singolare predisposizione ad un certo tipo di approccio strategico. Questo va ad influenzare sin da subito sia le interazioni sociali che le nostre possibilità di sviluppo della partita, dal momento che sì, non è l’eroe a combattere in prima persona, ma la sua costruzione e le sue abilità hanno effetto sul rendimento dell’esercito al suo comando durante gli scontri. Pertanto Aivar, da buon guerriero, non andrà d’accordo con la magia ma influenzerà positivamente la forza delle proprie unità; Katharine, maga potente, punterà molto meno sui suoi sottoposti per cercare invece di infliggere danni in prima persona tramite le varie abilità magiche a disposizione; Elisa, da paladina entusiasta, ha una maggior predisposizione verso l’ammassare drappelli numerosi e poi appoggiarli con abilità offensive e perchè no, anche di guarigione.
Il potere che il giocatore ha sullo svolgimento della propria avventura è davvero molto alto e ogni sua scelta, strategica o sociale, ha un peso nel suo percorso all’interno di Nostria. Una terra ricca di insidie, ambientali e politiche, in cui ci si cala con maggior facilità grazie alle scelte artistiche prese dai ragazzi di 1C Entertainment. King’s Bounty 2 propone infatti per la prima volta una telecamera alle spalle del protagonista e non più isometrica, permettendo di calarsi con maggior coinvolgimento nel mondo ideato dal team russo. Questo abbandona le tinte colorate del fantasy in stile Warcraft, adottate nei capitoli precedenti, per avvicinarsi vistosamente all’High Fantasy con tinte dark proposto dalle recenti produzioni di genere realizzate nell’est europeo. Ne consegue un contatto maggiore con un mondo che viene percepito più “vivo” e coinvolgente, pur con le sue evidenti limitazioni, e una scrittura degli NPC tendenzialmente più intrigante e matura.
Nostria, oltre agli intrighi narrati nella storyline principale, è piena di personaggi dignitosamente caratterizzati che propongono un numero significativo di quest secondarie, in larghissima parte tutte gradevoli e sinceramente interessanti da svolgere, utili anche per tracciare un ulteriore sviluppo del nostro personaggio: sono tante infatti le sottotrame che il gioco propone e molte di queste hanno diverse possibilità di risoluzione. In base alle scelte prese, queste vanno a influenzare l’attitudine del protagonista aumentando la statistica dedicata ad una delle quattro inclinazioni disponibili che compongono l’albero dei talenti. Ordine o Anarchia? Potere o Astuzia? Sta al giocatore scegliere il proprio destino e beneficiare dei bonus derivati dal percorso intrapreso, una strada che porterà poi conseguenze sia sulle sue interazioni sociali che sulla tipologia di unità ideali con cui comporre il proprio esercito.
Innovare con prudenza
Proporre King’s Bounty 2 con una nuova telecamera e una diversa tipologia di interazione col mondo di gioco porta in dote dei rischi non indifferenti e, alla fine della fiera, non tutti vengono scongiurati completamente. Nostria è sì un mondo aperto ed esplorabile, ma con tante, a volte troppe limitazioni che vanno a sottolineare la voglia di innovare e prendersi alcuni rischi, ma di farlo con cautela. Circolando per il regno è evidente l’approccio piuttosto conservativo che è stato scelto, con percorsi verso la risoluzione delle quest a volte sin troppo guidati e che scadono nell’eccessività quando si presta una maggiore attenzione ai dettagli e l’essere costretti ad aggirare un semplice scalino un po’ più alto perchè il nostro personaggio non è in grado di scenderlo, finisce col restituire un pizzico di frustrazione. Rimane comunque un peccato veniale dettato da eccessiva prudenza, piuttosto comprensibile considerando il tentativo di percorrere una via sostanzialmente inesplorata dal genere, ma un po’ di attenzione in più, in questo caso, non avrebbe guastato.
La scelta di indirizzare parzialmente il giocatore, torna utile anche in funzione di presentare l’altra grande novità di King’s Bounty 2 che sono le battaglie vere e proprie. Queste non avvengono più su una griglia standard con uno sfondo intercambiabile in base al bioma corrispondente ma vanno in scena nell’effettivo luogo dell’incontro con i nemici e si collocano spesso come veri e propri ostacoli al proseguimento del giocatore su una determinata strada. Le minacce sono delimitate da un’evidente area circolare e, una volta messoci piede, al giocatore vengono presentati gli schieramenti in campo, una stima della difficoltà dello scontro e la possibilità di studiare le statistiche e le abilità delle unità avversarie. Solo a quel punto il giocatore può scegliere se combattere o battere in ritirata e tornare con un esercito più adeguato. Le unità disponibili sono tante, più di 70, e tutte hanno un’affinità particolare con una delle quattro attitudini in gioco, pertanto quelle in nostro possesso andranno a rispecchiare piuttosto fedelmente il nostro approccio alla partita. Il giocatore può reperirle acquistandole da appositi mercanti o come ricompensa per la conclusione di determinate missioni e anche queste hanno un loro sistema di progressione a ranghi che ne cambia il rendimento sul campo, aumentandone statistiche e abilità attive disponibili.
A proposito dei teatri degli scontri, come detto, questi avvengono nell’effettivo punto della mappa in cui vengono proposti, con tutto quel che ne consegue. Dislivelli e ostacoli hanno un peso non da poco nello svolgimento delle battaglie e nella loro profondità strategica, obbigando il giocatore a tenerne conto come fattori e ad imparare a sfruttarli a proprio vantaggio in base agli schieramenti in campo. La scelta delle unità risulta nel complesso importante tanto quanto il loro impiego sulla griglia a esagoni, ma anche la dotazione del nostro personaggio ha il suo peso. Pur non scendendo in campo, gli equipaggiamenti indossati lo dotano di statistiche che si traducono poi in bonus per le sue truppe ed eventuali capacità maggiorate di apprendimento e sfruttamento delle magie.
Proprio le magie meritano una piccola menzione a parte: divise per concetto tra le differenti scuole di magia, il giocatore può decidere di castarle con una pergamena monouso o di sfruttare le stesse per impararle in maniera permanente tramite una spesa di Mana. Già perchè, anche per esigenze narrative, questo affianca il comune oro come vera e propria valuta di gioco, grazie al quale acquisire e potenziare le proprie abilità in base alla progressione all’interno dell’albero dei talenti. Una riserva apposita è poi disponibile durante gli scontri in modo da porre un limite all’uso indiscriminato delle spell sul campo di battaglia. Una scelta di meccaniche singolare e coraggiosa che però sembra funzionare a dovere.
Un nuovo inizio per il genere
King’s Bounty 2, in definitiva, prova a segnare un nuovo inizio per un genere che ne aveva disperatamente bisogno, andando a svecchiare tutta una serie di formule sì molto gradite dagli appassionati, ma che avevano onestamente iniziato a mostrare i segni del tempo. Il titolo di 1C Entertainment fa un tentativo coraggioso, tenta di alzare l’asticella percorrendo nuovi sentieri e assumendosi dei rischi necessari in un’operazione nel complesso piuttosto riuscita. Tutte le novità proposte, dalla nuova telecamera alle nuove tipologie di scontro, passando per il generale cambio di tonalità di un’opera che prova a strizzare l’occhio agli amanti di altri titoli (su tutti The Witcher e Kingdom Come: Deliverance), potrebbero far storcere il naso ai fan dei capitoli precedenti (che troveranno comunque la solita, azzeccatissima colonna sonora, quasi un marchio di fabbrica del brand), ma vanno a mettere insieme un’esperienza gradevole sia narrativamente che dal punto di vista del puro gameplay. King’s Bounty 2 ha il merito di tracciare effettivamente un nuovo percorso per il genere, pur con l’accortezza di cercare di rispettare il più possibile le sue origini senza mai rinnegarle. Un titolo divertente e godibile, che non manca di perdersi diverse volte in alcune imprecisioni e sbavature che non gli permettono di raggiungere lo status di capolavoro, ma che non compromettono in maniera troppo significativa un’esperienza di gioco piacevole e più digeribile nell’approccio anche per i profani degli RPG a turni.
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