La Ruota del Tempo è una di quelle serie fantasy che quanto incontri qualcuno che afferma di averla letta tutta non ci credi. Quattordici libri, due autori e cinque prequel ne fanno un’opera di dimensioni colossali. È un’impresa portare a termine la lettura di questa saga, figuriamoci provare ad adattarla.
Amazon ha voluto tentare, e si è messa a produrre questa serie con tutti i pronostici contro. Anche ignorando le dimensioni esagerate del materiale originale, l’opera è stata prodotta interamente in periodo Covid, circostanza che ha aumentato a dismisura le difficoltà.
Quando si parla di serie fantasy poi, lo spettro di Game of Thrones aleggia su ogni produzione e La Ruota del Tempo non fa eccezione. Il paragone con il Trono di Spade, soprattutto a livello tecnico però, è da fare con riferimento alle ultime stagioni, quelle con i draghi giganti, le battaglie con eserciti enormi e le esplosioni.
Non c’erano quindi grandi premesse, ma senza paura né particolari pretese, Amazon ci prova e nei primi tre episodi che ho potuto guardare, pone ottime basi per il proseguo della serie. Non manca qualche inciampo, anche evitabile, ma nulla che comprometta il quadro generale.
Una storia di corsa
Il punto forte della Ruota del Tempo è il mondo. Un’ambientazione fantasy magari un po’ cliché all’apparenza, ma che si approfondisce non appena si muovono i primi passi. Per questo lo “spiegone” all’inizio del primo episodio può fare paura. C’è il rischio di passare metà di ogni episodio con un personaggio a caso che ti spiega chi sono le Aes Sedai, cosa fanno i Manti Bianchi, perché Il Tenebroso ha un nome così scontato. Ma fortunatamente questa circostanza non si ripete, e la serie si tuffa subito nella trama.
La storia ruota attorno alla ricerca del “Drago Rinato”, il prescelto di questa storia, da parte della potente incantatrice Moiraine. La sua missione è trovarlo prima che lo faccia il Tenebroso (The Shadow? The Shadow! The Shadow…), entità malvagia che aleggia su tutto lo svolgersi della vicenda.
Il suo occhio cade su quattro giovani di uno sperduto villaggio delle montagne, Perrin, Mat, Egwene e Rand. Le circostanze le impediscono di individuare chi tra loro sia il prescelto, e quindi i quattro partono insieme alla volta della Torre Bianca, sede dell’Aes Sedai, l’organizzazione di incantatrici di cui fa parte Moiraine.
Da quell’istante la storia inizia a correre. Ogni scena, con rare eccezioni, ha un ritmo frenetico, con continui pericoli e mai un attimo di respiro. Ne soffre lo sviluppo dei personaggi, che dopo tre episodi e innumerevoli vicissitudini sono ancora gli stessi dell’inizio.
Il cast di supporto è ben caratterizzato e riconoscibile, quasi più dei quattro protagonisti, che stentano a spiccare. I dialoghi, spesso blandi e poco incisivi, non li aiutano a tirare fuori la propria personalità, che rimane sfocata nel frenetico susseguirsi di fughe e scontri.
Tutto molto bello, però…
Dal punto di vista visivo, la serie è straordinaria per quasi tutto il tempo. I panorami attraversati dai nostri protagonisti sono stupendi. I costumi aiutano sia a inquadrare i personaggi, sia a stabilire il tono della serie, senza mai scadere nella carnevalata, rischio sempre reale negli adattamenti fantasy.
Ci sono però alcune disattenzioni che si possono solo parzialmente scusare con le difficoltà di produzione dovute al Covid. Nei primi minuti del primo episodio un’inquadratura viene ripetuta identica due volte, a venti secondi di distanza. Un errore di disattenzione che non si può tollerare da una produzione milionaria e che ho notato ripetersi in seguito con alcuni frammenti di audio.
Gli effetti visivi sono a dir poco altalenanti. A volte sono perfetti, come la magia di Moiraine, a volte traballano come nel caso dei malvagi Trolloc, a volte invece scadono inspiegabilmente, come nel caso degli edifici della città di Shadar Logoth.
La Ruota del Tempo ha appena cominciato a girare
Per apprezzare l’inizio questa serie bisogna dimenticarsi del contesto da cui veniamo in materia di fantasy. Niente Signore degli Anelli, ma soprattutto niente Game of Thrones in testa quando ci si approccia alla Ruota del Tempo.
È difficile, vero, ma non è nemmeno corretto paragonare ogni prodotto fantasy con il film che ha vinto più Oscar nella storia, o con la serie TV che ha cambiato il mercato per sempre, nel bene e nel male.
Con i suoi difetti, queste prime tre ore pongono buone basi per una serie di intrattenimento, appassionante e ambiziosa, che non si pone limiti a dove potrebbe arrivare. La Ruota del Tempo ha le potenzialità per essere un ottimo adattamento dei primi capitoli della saga, se il pubblico e la produzione le daranno il giusto respiro.
Il vantaggio che ha rispetto ad altre produzioni colossali è la relativa assenza di hype tra il grande pubblico. Con Amazon concentrata sulla sua altra impresa fantasy, Il Signore degli Anelli, questa serie ha il lusso di poter stupire e farsi guardare fino alla fine senza dover correre il rischio di deludere grandi attese.
I primi tre episodi della Ruota del Tempo sono già disponibili su Amazon Prime Video. La prima stagione ne contiene in tutto otto, che usciranno ogni venerdì a partire dal 26 novembre.
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