La storia di Critical Role è quella di un successo improbabile dietro l’altro. Dal soggiorno di un doppiatore statunitense a Twitch, a teatro, fino agli schermi di Prime Video, questo assurdo progetto non smette di stupire.
Per chi fosse completamente all’oscuro, Critical Role è una campagna di Dungeons & Dragons, trasmessa su Twitch e YouTube, creata da Matthew Mercer e giocata da alcuni dei doppiatori statunitensi più famosi e apprezzati.
Nata come una partita tra amici, è stata portata su Twitch da Felicia Day tramite il suo canale Geek and Sundry, e da quel momento non ha più smesso di stupire.
Le storie della prima stagione di Critical Role arrivano ora su Prime Video con la serie animata The Legend of Vox Machina. Un caso più unico che raro nel mondo dello streaming contemporaneo: non un progetto studiato a tavolino per rispondere alle tendenze del momento, ma un’opera spontanea, nata come regalo del cast di Critical Role ai propri fan, e rimasta tale.
The Legend of Vox Machina: la genesi del progetto
Era il 4 marzo 2019 quando Critical Role annunciava il suo progetto Kickstarter. A quell’epoca si era già conclusa la prima stagione, e ormai tutti nel mondo di Dungeons & Dragons avevano almeno sentito parlare di Matthew Mercer e del successo che la sua campagna in streaming su Twitch aveva avuto.
Centinaia di migliaia di spettatori ogni settimana, il distacco da Geek and Soundry per formare una compagnia propria, e soprattutto il merito di aver contribuito alla rinascita di Dungeons & Dragons.
L’obiettivo della raccolta fondi era ambizioso: 750.000 dollari per un mediometraggio animato, con protagonisti i personaggi di Vox Machina, il party della prima campagna di Critical Role, ormai terminata.
In realtà Critical Role Aveva già provato a farsi produrre da qualche grande servizio di streaming, magari per un’intera serie TV animata. Le risposte erano però sempre state negative, e di conseguenza si era trovato costretto a ricorrere alla generosità dei fan.
Nelle prime 24 ore da quando la pagina Kickstarter era stata aperta, il contatore delle donazioni segnava 4.332.066 dollari. Obbiettivo sfondato, tutti gli stretch goal bruciati in meno di un giorno, e più di un mese ancora davanti per raccogliere i fondi. Rimasero tutti senza parole.
Era ovvio che da questo momento tutto sarebbe cambiato. Il mediometraggio divenne presto una serie TV, e quando il Kickstarter finì e la cifra raccolta aveva superato gli 11 milioni di dollari, Critical Role fu in grado di fare il grande salto.
Amazon, tramite Prime Video, si accaparrò la produzione e la distribuzione di The Legend of Vox Machina, pur garantendo ai fan che tutte le promesse fatte durante la raccolta fondi sarebbero state mantenute.
The Adventure Begins
Quando il progetto di The Legend of Vox Machina fu annunciato, una delle domande principali che la community si fece fu quale avventura vi sarebbe stata narrata. La scelta è ricaduta su uno degli archi narrativi più amati della prima campagna, quello di Whitestone.
Ma prima di mandare i nostri eroi a nord di Tal’Dorei, i primi episodi ci regalano una piccola avventura per stabilire l’origine del successo di Vox Machina. Così, prendendo spunto non dalla campagna che andò in onda su Twitch, ma dalla partita di D&D da cui tutto è nato, i nostri eroi si ritrovano ad essere assoldati dal sovrano di Emon, per sconfiggere una misteriosa bestia.
Tagliando larghe porzioni della campagna, la storia schiaccia subito sull’acceleratore, rivelando i veri antagonisti. Questo però non toglie respiro alla caratterizzazione dei personaggi, che anche se spesso poco profondi, riescono a far emergere immediatamente la propria personalità.
La trama è lineare e agile, rimanendo quindi fedele al materiale da cui prende spunto. È facile appassionarsi all’intreccio e affezionarsi ai personaggi, tanto che anche io, che conosco già la storia, non vedevo l’ora di guardare l’episodio successivo per vedere cosa sarebbe successo.
Vox Machina
Non è semplice raccontare una storia corale. Senza un protagonista che spicca, è facile che i personaggi fatichino ad emergere, che i loro contorni sbiadiscano, e che non si riesca a distinguerli l’uno dall’altro.
Avere come centro della narrativa un gruppo di sette personaggi era forse il peggior rischio cui The Legend of Vox machina andava incontro. Ma la prova è stata agilmente superata, semplicemente rimanendo fedeli ai personaggi che si sono andati creando duranti i tre anni di campagna di d&d.
Esattamente come durante le sessioni, buona parte dei personaggi risultano poco più che macchiette, cosa molto comune in Dungeons & Dragons. Scanlan è il bardo egomaniaco e con una sfrenata passione per le donne, Grog è il gigante non troppo buono, Vex è la donna forte, forse un po’ troppo attaccata ai soldi.
Questo non toglie che ci siano dei tentavi di dare spessore ad alcuni membri di Vox Machina. Keyleth in particolare è la prima ad avere un accenno di sviluppo del personaggio, che fa leva sulle sue insicurezze. Rapidamente però Percy e in misura minore Pike si prendono la scena, mostrando aspetti della loro personalità con cui lo spettatore può empatizzare.
Il resto del cast principale si ritaglia un ruolo di supporto, ma sono sicuro che in futuro, specialmente se la serie verrà rinnovata per una seconda stagione, ci sarà occasione di brillare anche per loro.
I personaggi secondari che fanno da contorno alle avventure di Vox Machina sono semplici ma in grado di distinguersi. Nulla di particolare o esaltante, ma oneste spalle per i nostri protagonisti.
Gli antagonisti sono invece immediatamente riconoscibili come tali e soprattutto pericolosi. Vox Machina è ben lontana da poterli sconfiggere, e deve ricorre a sotterfugi e strategie anche solo per sopravvivere. Ogni incontro può avere conseguenze permanenti, e lasciare il segno sui protagonisti.
Technically…
Il lato tecnico è l’unico che mi sento di aprire con una critica. The Legend of Vox Machina soffre purtroppo della sindrome di Dragon Prince. Con questo intendo che gli autori di questa serie, esattamente come quelli del fantasy targato Netflix, hanno scelto di animare i personaggi ad un framerate minore rispetto al mondo in cui si muovono.
È una scelta artistica, che fu criticata anche dopo l’uscita della prima stagione di Dragon Prince, e che anche io personalmente non apprezzo. Non capisco la filosofia che ci sta dietro, e i risultati sono goffi e poco piacevoli da guardare. Non è un errore, soltanto una scelta, ma rimane il fatto che la trovi antiestetica.
Il resto del comparto tecnico è però ineccepibile. Le scene d’azione in particolare sono degne di nota, spettacolari e mai confusionarie.
Il doppiaggio si distingue, come era ovvio. Le voci del cast principale sono quelle dei giocatori di Critical Role, che sono tutti affermati doppiatori con una carriera alle spalle ormai decennale.
Ashley Johnson (Pike) la conosciamo tutti come la voce di Ellie in The Last of Us, Laura Bailey (Vex) è Abby nel secondo capitolo di quella stessa saga mentre suo marito Travis Willingham (Grog) ha esordito da doppiatore come il colonnello Mustang di Fullmetal Alchemist.
Matthew Mercer, Game Master della campagna e doppiatore di uno degli antagonisti, è la voce di Cole Cassidy (fu McCree) in Overwatch e Jotaro Kujo ne Le Bizzarre Avventure di Jojo. Gli altri interpreti hanno passato più tempo come direttori del doppiaggio che non doppiatori, ma fanno comunque un lavoro egregio, e non c’era da aspettarsi niente di meno.
Stesso vale per i doppiatori dei personaggi secondari, che possono vantare un cast davvero stellare. Da Khary Payton (The Walking Dead) a David Tennant (il decimo “Dottore” in Doctor Who), fino alla partecipazione di Felicia Day, la donna che ebbe per prima la folle idea di trasmettere Critical Role.
The Legend of Vox Machina: Termini di paragone
Il mio giudizio su The Legend of Vox Machina è ampiamente positivo sotto tutti i punti vista. Ma in questa conclusione voglio mettermi nei panni di chi non conosce Critical Role, e rischia di trovarsi spaesato davanti ad una serie del genere.
Ho scelto quindi tre serie di animazione molto famose e apprezzate, per usarle come termini di paragone su specifici ambiti di The Legend of Vox Machina. In questo modo spero di poter rendere la serie più accessibile anche a chi non partecipa alla community di Critical Role.
La prima opera a cui voglio paragonarla è Dragon Prince, e non solo per le criticabili scelte di animazione. Trovo lo stile grafico e l’ambientazione molto simili. Sono entrambe serie che fanno uso di un fantasy classico, familiare, ma allo stesso tempo striato di elementi eccentrici che lo rendono unico.
La seconda opera la voglio usare per dare un’idea del tono di questa serie, ed è Invincibile. Non trovo paragone migliore, il tono delle due serie è praticamente identico. Leggero e scanzonato, ma che non si fa mancare momenti di seria riflessione. Ma soprattutto condito con abbondanti spargimenti di sangue e in generale nessun riguardo per i bambini possibilmente all’ascolto.
Infine, il paragone forse più azzardato che voglio fare è quello con Arcane. Attenzione però, non ho intenzione di discutere né del lato tecnico né dei personaggi della serie ispirata a League of Legends, che per quello che ho visto fino ad ora sono indubbiamente superiori.
Quello che voglio evidenziare è l’approccio di entrambe le opere ai profani, a coloro che non conoscono il materiale da cui sono tratte. Come Arcane, The Legend of Vox Machina non si cura di spiegarti il mondo in cui è ambientata, ma allo stesso tempo non necessita di alcuna conoscenza pregressa.
Riesce a trasmettere tutte le informazioni necessarie, senza trattare lo spettatore come un bambino che deve farsi spiegare ogni singolo dettaglio. Per apprezzarla basta lasciarsi portare nel mondo di Matthew Mercer e affidarsi alla sua narrazione, come tanti ormai fanno da anni con Critical Role.
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