Il 23 Gennaio, presso la Casa del Cinema di Roma, abbiamo partecipato al Games Industry Day, evento annuale organizzato dall’AESVI (Associazione Editori Sviluppatori Videogiochi Italiani) .
All’incontro hanno partecipato esponenti del videogioco italiano, rappresentanti dell’AESVI e delle istituzioni.
Il convegno ruotava essenzialmente intorno a due domande: a che punto siamo in Italia per quanto riguarda l’accettazione culturale del videogioco? Quanto, sempre in Italia, viene incentivata/supportata l’industria videoludica?
Le risposte, come da titolo, hanno rispecchiato un trend tendenzialmente positivo.
A che punto siamo in Italia per quanto riguarda l’accettazione culturale del videogioco?
Come già dimostrato più volte nel tempo, l’intento dell’AESVI non è esclusivamente il “facilitare la vita” imprenditoriale a chi si occupa di videogiochi. Mission dell’AESVI è anche quella di far riconoscere il videogioco per quello che è: arte e cultura. Creatività. Genio. Ingegno. E’ con questo intento che AESVI cerca, ogni anno con maggiore successo, di aprire un dialogo con le istituzioni. La via sembra quella giusta: quest’anno il Games Industry Day è stato patrocinato per la prima volta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Certo, “l’istituzionalizzazione” è solo il primo passo verso l’abbattimento dei pregiudizi nei confronti dei videogiochi. Da qualche parte però si dovrà pur cominciare. Lo svecchiamento della popolazione concluderà quello è che il naturale processo d’integrazione del progresso. Significativo in tal senso l’intervento di Marco Massarutto (Kunos/Assetto Corsa) che ci ha tenuto a ricordarci come, solo pochi anni fa, le istituzioni fossero rappresentate da un settantenne che, per quanto in buona fede, non sapeva minimamente di cosa parlasse. Qualcosa sta cambiando.
Quanto viene incentivata/supportata l’industria videoludica in Italia?
Oltre che per la questione culturale, le istituzione erano presenti al Games Industry Day anche e soprattutto per dare risposte a questa domanda. Tutti i developer (101%, Caracal Games, Kunos Simulazioni e Trinity Team) hanno tristemente convenuto sul fatto che i fondi, le agevolazioni e le prospettive per quanto riguarda l’industria videoludica italiana sono pressocchè inesistenti. Del miliardo e mezzo di fatturato prodotto dai videogiochi in italia, solo una bassissima percentuale finisce nelle tasche delle aziende italiane. Non sono mancati i rimandi agli altri paesi Europei, che dei videogiochi stanno facendo una vera e propria forza motrice della propria economia: Germania, Polonia, Romania, UK.
Il “forse” del titolo è motivato proprio dalle risposte a questa problematica. I politici hanno fatto i politici e hanno detto quello che dovevano dire. Tolte digressioni imbarazzanti (qualcuno è riuscito a fare propaganda sul reddito di cittadinanza), le agevolazioni sono state promesse, una nuova normativa ad hoc è stata promessa, nuovi finanziamenti sono stati promessi. Promesse. Saranno mantenute? Forse. Se non altro i nostri developer (e noi con loro) possono iniziare a sperare. Con 20 anni di ritardo.