Steam e non solo. La Commissione Antitrust sta infatti esaminando gli accordi bilaterali conclusi tra Valve Corporation e cinque produttori di videogiochi per PC, Namco Bandai, Capcom, Focus Home, Koch Media e ZeniMax.
Finalmente l’Unione Europea si muove per qualcosa di utile: il superamento e la condanna delle fottute pratiche geo-blocking. Esatto, proprio quelle che ci impediscono di acquistare chiavi di gioco al prezzo più basso sull’intero mercato (europeo) come quello dell’Est, ad esempio, costringendoci a comprare in base alla nostra posizione o al nostro paese di residenza.
Sapete bene che le chiavi vengono chieste innanzitutto come prova d’acquisto e quindi per bloccare possibili giochi piratati. La verifica viene svolta, ovviamente, tramite la famosa piattaforma di distribuzione Steam, motivo del suo coinvolgimento nell’indagine.
Indagine che si concentra sul fatto che gli accordi citati precedentemente richiedono o hanno richiesto l’utilizzo di particolari chiavi di attivazione allo scopo di attuare il geo-blocking.
In sostanza: hanno magheggiato come gli pareva per far sì che ogni stato (o quasi) avesse la propria chiave “personalizzata” impedendo, ad esempio, ad un italiano di comprare in Polonia e viceversa. Peccato che ciò costituisca una violazione delle regole antitrust dell’UE riducendo la concorrenza transfrontaliera, portando come conseguenza una limitazione al cosiddetto “commercio parallelo” all’interno del mercato unico.
Che dire, spero vivamente prendano provvedimenti seri: voglio comprare anche io su G2A chiavi del Kazakistan a 0,99. <3